Abbandoniamo tutte le protesi ed avventuriamoci negli abissi di un mondo senza limiti

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La vita ha disertato il labirinto senz’anima delle attività giornaliere dell’uomo. Così apparentemente ecumeni cale, così apparentemente volatile, essa non è così a buon mercato. I tentativi di incontrarla da parte degli schiavi della democrazia non sono rimasti che tali. Le scelte apparenti nelle vetrine dei negozi del capitale si riducono ad una sola: puoi abitare nella palude con le rane, sguazzare nel pantano globale della partecipazione ed aiutare a diffondere la melma finché anche i tuoi sogni diventeranno grigi. O te ne puoi andare. Prendere il volo con i vagabondi dello spirito, lasciare che il bagliore della libertà incendi le tue passioni, accenda il tuo spirito, ti illumini la mente. Abbandonare tutte le protesi ed avventurarti negli abissi di un mondo senza limiti.

Qui la ribellione cessa di essere una scelta astratta e diventa necessità.
Una volta che ruoli ed identità vengono scartati ed i confini della pazienza e della speranza disertati, l’umiliazione cede il passo alla rabbia. Non più meri estranei in questo mondo di raggiri e inganni congiuranti, ne diveniamo nemici giurati. Bruciamo tutte le mappe. La libertà diventa la nostra unica bussola e non c’è ritorno.

La lotta diventa realtà, e questa realtà non è la stessa per tutti. E’ condizionata da strutture concrete, le varie forme che il nemico assume per poter sfruttare ed estrarre profitto e sottomissione. L’apparente libertà di cui si gode nelle “zone agiate” del capitale contrasta duramente con le aree periferiche che versano in una povertà materiale vecchio stile. Non c’è un piano di lotta, ed i ribelli e i combattenti per la libertà prendono le proprie decisioni, affrontando le cose nel loro percorso.

Il vasto tesoro di idee ed azioni anarchiche del passato e del presente appartiene a noi tutti ed è lì per essere usato – criticamente, ovvio.
I cani da guardia dello Stato non stanno a guardare passivamente. Arrestando, processando, torturando e imprigionando, cercano di spezzare l’attività rivoluzionaria nel suo complesso, non solo nelle sue persone fisiche. Questo lo fa tenendole lontane da tale attività il più a lungo possibile. Difendere la propria libertà con ogni mezzo, con la coerenza e la correttezza che il rivoluzionario stesso deve decidere è perciò non una scelta ma una necessità verso il proprio progetto, verso gli altri compagni in esso coinvolti e verso gli sfruttati e gli oppressi che potrebbero (non) trovare la propria libertà.

E quando il nemico riesce a prendere i ribelli in ostaggio, rinchiudendoli, incriminandoli come terroristi e nemici della gente, ci sono compagni ovunque per i quali la solidarietà è una parte fondamentale ed inestricabile della totalità della lotta.

J. W.

Fonte ActForFree

http://www.croceneranarchica.org/