Ultime uscite delle edizioni El Rusac

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NUOVE USCITE

Collana “Libri”

Fratture di una vita
di Charlie Bauer

Coproduzioni di “El Rùsac”, “Il Porfido”, “El Paso”, NED P.S.M., il ricavato del libro andrà a sostegno della Cassa della Alpi Occidentali.
Prezzo di copertina 10 euro, per i distributori 6 euro.
Pagine: 330

Stralcio dell’inizio dell’introduzione fatta da parte dei curatori:

«Coloro che vivono sono quelli che lottano»: lo ha scritto Victor Hugo, ma potrebbe essere il sottotitolo di questa
autobiografia: Charlie Bauer ne ha fatto il suo credo.
Quando la scrive, nel 1988, Bauer è appena uscito dal carcere e il libro andrà a ruba fino a diventare un best-seller.
Allora, non era tanto per il fatto che si raccontasse il percorso di un uomo che aveva saputo tenere alta la testa per
venticinque anni di galera, quanto perché parlava di Jacques Mesrine, conosciuto e frequentato nei pochi anni di
libertà condizionale, e delle circostanze della sua esecuzione. Due percorsi ben diversi, quelli del nemico pubblico
numero uno in Francia e di Bauer, un ribelle che ha sempre coniugato vita e lotta.


Collana “Opuscoli”

Fotti il sistema. Considerazioni sui sistemi integrati
di AAVV

Ristampa delle edizioni  anarchiche “El Rùsac”.
Prezzo d copertina 1,5 euro, per i distributori sconto del 50%.
Pagine: 28

Premessa all’interno dell’opuscolo:

Questo scritto è un insieme disorganizzato di testi che ruotano intorno al tema del complesso delle tecnologie e della sua strutturazione politica e nella società. Nasce dall’impellenza di trovare alcuni spunti di riflessione su argomenti, concetti e strumenti che il capitale inizia ad utilizzare, avendoli inseriti nella propria agenda politica in tempi più o meno recenti, e che, come rivoluzionari, non possiamo tralasciare né lasciarci sfuggire. Se il filo conduttore è il concetto di sistema, della sua evoluzione, dei suoi sviluppi e dei tentativi di applicazione al sociale, i nostri testi sono del tutto asistematici, e non potevano essere altrimenti. Ma la folgorazione dell’analisi non ha nulla da invidiare alla compattezza schematica della trama del sistema. Giunge come il fulmen in clausula nel tentativo di smontare la gabbia o la rete che con fatica si pretende di costruirci intorno: il fulmine che illumina le costruzioni del sistema nel loro unico momento di bellezza: l’incendio. Il nostro tentativo di mettere a fuoco alcuni punti, e non tutti, è l’analisi vera e propria, cioè lo scioglimento di quei nodi che il sistema si sforza tanto di stringere. Al fine di capire dove è tempo di disporsi, che battaglia vogliamo combattere, su che campo.
Nanotecnologie, biotecnologie e sistemi integrati disegnano un percorso, realizzano un discorso. L’essenza del discorso sulle nuove tecniche, la tecnologia, è caratterizzata dal dominio più sconsiderato su ogni essere organico ed inorganico. In quanto intrinsecamente autoritario non può che concretizzarsi in mezzi, i ritrovati tecnologici, per un dominio ancora più approfondito e pervasivo, cioè che coinvolge tutto l’esistente.
Cosa si aspetta un rivoluzionario dal sistema? Che crolli, ma non che crolli da solo, ma che venga distrutto dal conflitto sociale. Che cada finalmente nel verso in cui il rivoluzionario da anni sta battendo, che cada anche perché quell’incessante battere ha scorticato il tronco e solo ora concede un appoggio sicuro alla lama. Se l’apparecchiatura tecnologica ravviva il sistema e lo mette al sicuro dalla guerra sociale, allora anche in virtù di ciò intendiamo la tecnologia come un nostro nemico, e perciò dal canto nostro le dichiariamo guerra.
Che significa disintegrare il sistema? Scucire i punti di sutura del sistema, aprendo gli spazi del possibile. Ogni spazio sottratto alla determinazione tecnoscientifica è una porta che si apre sull’infinità del possibile, ed insieme un luogo che può tornare ad essere abitato. Far saltare alcuni elementi del sistema è la maggiore minaccia alla sua integrità, al suo equilibrio.