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Virginia Bolten

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 Virginia Bolten, una luchadora por los derechos laborales femeninos a fines del siglo XIX, se atrevió a arengar a los obreros el 1 de mayo de 1890 en Rosario, cuando se celebró por primera vez el Día del Trabajador, y también fundar un periódico, cuyo slogan fue: “Ni Dios, ni patrón, ni marido”, en tiempos en que las mujeres no tenían ni voz ni voto.
La dimensión que alcanzó su tarea reivindicadora fue llevada al cine con un guión basado en la investigación de dos rosarinas, Nora Alicia Usenky y Mariana Fontana.
La palabra, la personalidad y la lucha de esta mujer que fundó el primer periódico de América Latina que reflejó las ideas anarquistas y feministas son retratadas en “Ni Dios, ni patrón”, que se exhibió en el festival de cine Pantalla Pinamar.
“Virginia era hija de un alemán que se había instalado en San Luis. Después sus padres se separaron y vino a Rosario. Trabajó en la Refinería Argentina de Azúcar, en ese momento la empresa más grande del rubro en Sudamérica, donde observaba las pésimas condiciones laborales de las mujeres”, contó a Télam Usenky.
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NAFTALINA

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Naftalina non è una rivista d’arte, bensì, parte di una idea in continuo movimento.

Numero primo
L’assiette au beurre (1901-1912)

La più feroce e irriverente rivista della Belle Epoque.
L’assiette au Buerre, letteralmente “piatto di burro”, compare in Francia nell’aprile 1901.
Senza alcun dubbio occupa un posto di primissimo piano fra le riviste dell’epoca.
Innovativa da un punto di vista grafico, spregiudicata per il suo contenuto.
Attraverso bellissimi disegni e una satira devastante, ha ridicolizzato e attaccato l’ipocrisia del periodo.
Con questo primo numero di Naftalina, abbiamo cercato di riproporre un progetto editoriale ed artistico a nostro avviso molto interessante. Non volevamo riesumare cadaveri, ma rispolverare qualcosa che altrimenti sarebbe andato perduto, utilizzato la documentazione in nostro possesso.

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Natale

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Kordian (Giuseppe Ciancabilla)
È Natale. C’è nell’aria frizzante della via la voluttà del tiepido raccoglimento accanto al fuoco, in casa, dopo i pasti famigliari, nell’ora beata della digestione.
C’è nello sfarzo dei magazzini insolitamente ricolmi di merci e di cibarie, tutta una sfumatura di note vivaci che inneggiano alla vita, all’abbondanza, al piacere.
E c’è una grande maggioranza di persone – uomini e donne, vecchi e giovani, bambini e adulti – che muoiono o vanno lentamente morendo, per mancanza di tutto, di casa, di cibi, di vesti, di gioie.
Così, mentre le cose, la grande maggioranza delle cose, si sciupano nell’inutilità di servire agli uomini, si sciupano marcite, logorate, putrefatte, vi sono degli esseri che muoiono per la mancanza delle cose – o, meglio, non per la mancanza delle cose, ma perché vi sono altri uomini socialmente più forti, i quali impediscono loro di servirsene, ingiustamente.
Questa ingiustizia è così facile a comprendersi, e pure quei che ne soffrono non sanno, non vogliono capirlo. Solo il giorno in cui la verità avrà fatto la luce nelle loro anime, il Natale dell’umanità sarà per tutti tiepido, abbondante, felice.
(La Protesta Umana, anno II, n. 38 del 26/12/1903)

Doctors and Druggists Among the Early Philadelphia Anarchists

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Max Staller (1868-1919)

by Robert Helms

[An earlier, much shorter version of this article,

“Anarchists in Medicine and Pharmacy: Philadelphia, 1889-1930,” appeared in

Clamor Magazine #6 (Dec. 2000/Jan. 2001), and had previously been posted on

both the Guinea Pig Zero and Dead Anarchists websites. – Ed.]

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Camille Pissarro: Un pintor que se radicaliza ante las injusticias en Venezuela

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En 1852 llega a Venezuela el pintor impresionista y anarquista galo, Camille Pissarro (1830-1903), junto a su maestro el danés Fritz Melbye (1826-1869), ambos artistas pasan dos año entre las ciudades de Caracas y la Guaira, donde se dedicaron a realizar cuadros y pinturas sobre las costumbres de los habitantes, sobre todo del campesinado y de las zonas marginales portuarias. Con referencia a las inquietudes sociales de Pissarro, que se ven reforzados en Venezuela, el investigador Ralph Shikes, en su obra, La filosófica política de Pissarro y su arte, escribió:
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NAFTALINA. (numero primo, ottobre 2008)

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Naftalina non è una rivista d’arte, bensì, parte di una idea in continuo movimento.

Numero primo
L’assiette au beurre (1901-1912)

La più feroce e irriverente rivista della Belle Epoque.
L’assiette au Buerre, letteralmente “piatto di burro”, compare in Francia nell’aprile 1901.
Senza alcun dubbio occupa un posto di primissimo piano fra le riviste dell’epoca.
Innovativa da un punto di vista grafico, spregiudicata per il suo contenuto.
Attraverso bellissimi disegni e una satira devastante, ha ridicolizzato e attaccato l’ipocrisia del periodo.
Con questo primo numero di Naftalina, abbiamo cercato di riproporre un progetto editoriale ed artistico a nostro avviso molto interessante. Non volevamo riesumare cadaveri, ma rispolverare qualcosa che altrimenti sarebbe andato perduto, utilizzato la documentazione in nostro possesso.

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La ciudad como modo de vida

A young Syrian boy holds a bag as he col...A young Syrian boy ho

Lo que sigue a continuación está constituido por anotaciones propias y fragmentos de los artículos: “La metrópolis y la vida mental”(1903) de Georg Simmel y “El urbanismo como modo de vida” (1938) de Louis Wirth (1).

 

La metrópolis es la sede de la economía capitalista. Allí la multiplicidad y concentración del intercambio económico adquiere una importancia nunca antes experimentada. A su vez, la economía capitalista desarrollada en la metrópolis está intrínsecamente conectada al predominio del intelecto. Por “predominio del intelecto” comprenderemos lo que vulgarmente conocemos como actuar más “con el cerebro” que “con el corazón”.
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