Tag Archives: Nichilismo Giornale

SENZA ORDINI DEL GIORNO

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È giorno di tempesta oggi. Temporale nell’atmosfera, burrasca in mare e lotta fra gli uomini. Le nuvole sono gravide di minacciose folgori, i giganteschi marosi urlano il loro tragico mistero, ed i viventi cozzano gli uni contro gli altri con l’avidità degli spiriti insoddisfatti ed insoddisfabili. Eppure ieri il cielo era limpido, il mare tranquillo e gli umani parevano sorridersi in una simpatica comunicazione sentimentale. L’alba veniente, che s’immaginava rosea, portò la bufera, e forse domani porterà accanimento alla battaglia universale. Ma forse riuscirà anche a placare gli elementi con le sue aure dorate senza che noi, minuscoli esseri, si possa alimentare o spegnere con la nostra volontà l’incendio ora divampante.
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…e gli altri predicatori della morte!

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Due sono le categorie dei predicatori della morte. Alla prima appartengono i religiosi, coloro che credono ad una seconda vita, ad una vita eterna fatta di gioia. Costoro, naturalmente, cercano di dimostrare la vanità e la mediocrità della nostra vita terrena, per esaltare la vita che troveremo al di là della nostra morte fisica. La gioia è un peccato! La lotta, la rivolta, il piacere, la conoscenza sono peccati; vanità è ogni nostro sforzo per elevarci, vanità e peccato è ogni nostro tentativo per liberarci dalla schiavitù, per appropriarci del benessere.
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A Renzo Novatore

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Novant’anni fa, il 29 novembre 1922, in un conflitto a fuoco con i Regi Carabinieri veniva ucciso a Teglia (Ge) l’anarchico individualista Abele Ricieri Ferrari, più noto come Renzo Novatore. Giovane iconoclasta al tempo delle proteste contro la persecuzione di Francisco Ferrer, antimilitarista condannato a morte per diserzione durante la prima guerra mondiale, ladro e rapinatore, assalitore di polveriere durante il «biennio rosso», attentatore di fascisti e dinamitardo delle loro sedi, Novatore non si rassegnò mai ad «un mondo in cui l’azione non è sorella del sogno». Autore di moltissimi testi, la sua opera ha sempre fatto storcere il naso sia ai militanti della prassi politica che ai cultori del cicisbeo letterario.
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A Life

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To the friends of Nichilismo

 

Memories

 

“My youth was just a dark hurricane

passed through here and there by brilliant suns;

the lightning and the rain wreaked so much havoc,

 that few vermilion fruits were left in my garden.”

—Charles Baudelaire

    In a distant spring, gleaming with green and sun, my youthful spirit wandered gently through the divine forests of the sky. One day, a sad day in autumn, it came back to me, disconsolate, weeping. A groups of Angels with large, black wings accompanied it silently. It told me: “God is dead! The great Pan is dead!” The Sun went dark, rivers filled with mud, and plants trembled. Darkness wrapped the Earth in her funeral shroud. Then at my back I heard the satanic thunder of a hellish laugh. It was the laughter of the for whom I had waited, perhaps unaware, for so long: the Demon. He told me: “Come with me!” He brought me into the corrupt city where the true sun has never laid its kiss.
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L’espropriazione

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Erinne Vivani
Fin dalle epoche più remote esistevano uomini — paragonabili agli odierni pescecani — che, servendosi della forza brutale e dell’astuzia, si appropriavano del patrimonio comune.
Se si fossero limitati a ciò, sarebbe stato poco male, in quanto che i danneggiati, adottando i sistemi dei loro predoni, avrebbero potuto, forse, riconquistare i beni perduti, rivalendosi magari sugli altri.

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Senza ordini del giorno

È giorno di tempesta oggi. Temporale nell’atmosfera, burrasca in mare e lotta fra gli uomini. Le nuvole sono gravide di minacciose folgori, i giganteschi marosi urlano il loro tragico mistero, ed i viventi cozzano gli uni contro gli altri con l’avidità degli spiriti insoddisfatti ed insoddisfabili. Eppure ieri il cielo era limpido, il mare tranquillo e gli umani parevano sorridersi in una simpatica comunicazione sentimentale. L’alba veniente, che s’immaginava rosea, portò la bufera, e forse domani porterà accanimento alla battaglia universale. Ma forse riuscirà anche a placare gli elementi con le sue aure dorate senza che noi, minuscoli esseri, si possa alimentare o spegnere con la nostra volontà l’incendio ora divampante.

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L’espropriazione

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Erinne Vivani
Fin dalle epoche più remote esistevano uomini — paragonabili agli odierni pescecani — che, servendosi della forza brutale e dell’astuzia, si appropriavano del patrimonio comune.
Se si fossero limitati a ciò, sarebbe stato poco male, in quanto che i danneggiati, adottando i sistemi dei loro predoni, avrebbero potuto, forse, riconquistare i beni perduti, rivalendosi magari sugli altri.

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