Inno della Rivolta

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Luigi Molinari

 

Scritto nel 1893 da Luigi Molinari, il testo fu pubblicato l’anno seguente sul giornale anarchico “La Favilla” di Mantova come poesia dal titolo “Dies Irae”.
Luigi Molinari scrisse quest’Inno in occasione dei disordini fomentati da socialisti ed anarchici in Lunigiana in solidarietà ai braccianti ed agli operai siciliani che in quelle stesse settimane subivano l’attacco dei soldati mandati dal governo Crispi a reprimere i Fasci dei Lavoratori, movimento che si era via via rafforzato parallelamente all’acuirsi della crisi finanziaria del Regno e ai provvedimenti (soprattutto l’aumento del carico fiscale, del prezzo del sale e e del dazio sul grano) varati dall’allora ministro dell’Economia Tremonti – pardon! – Sonnino per pareggiare il bilancio.
Molinari fu arrestato per sedizione ed il testo del suo Inno costituì prova nel processo a suo carico. Condannato a 23 anni di reclusione fu amnistiato l’anno seguente.

Nel fosco fin del secolo morente,
sull’orizzonte cupo e desolato,
già spunta l’alba minacciosamente
del dì fatato.

Urlan l’odio, la fame ed il dolore
da mille e mille facce ischeletrite
ed urla col suo schianto redentore
la dinamite.

Siam pronti e dal selciato d’ogni via,
spettri macabri del momento estremo,
sul labbro il nome santo d’Anarchia,
Insorgeremo.

Per le vittime tutte invendicate,
là nel fragor dell’epico rimbombo,
compenseremo sulle barricate
piombo con piombo.

E noi cadrem in un fulgor di gloria,
schiudendo all’avvenir novella via:
dal sangue spunterà la nuova istoria
de l’Anarchia