Exarchia, Atene: Testo dell’anarchico Yannis Dimitrakis (3/8) 2012 (it/fr)

PANCARTA+GIANNIS+DIMITRAKIS

Il 2 Agosto, circa 45 poliziotti di diverse unità della polizia hanno preso d’assalto la piazza Exarchia, ed hanno detenuto l’anarchico Yannis Dimitrakis da un caffetteria di via Tsamadou, dove stava prendendo il caffè, per trasferirlo poi al quartier generale della polizia d’Atene. Dopo diverse ore, il compagno è stato rilasciato. Questo è il testo che ha scritto il giorno dopo in riguardo alla sua detenzione:

L’incidente che viene descritto di seguito sicuramente non coglierà di sorpresa molte persone – dal momento che questo tipo d’incidenti sono diventati parte della vita di tutti i giorni che è piena di eventi simili.

Naturalmente mi riferisco solo ad un altro episodio di violenza e repressione, piuttosto aggressivo verso di me, un risultato dell’accelerate attività delle bande fasciste / DELTA e DIAS (unità di moto della polizia) nel centro di Atene, ma anche la dove il lungo braccio della legge possa arrivare.

La storia ha intense caratteristiche vendicative visto che il mio sequestro, da una caffetteria in piazza Exarchia il 2 Agosto 2012, è stato presumibilmente una semplice detenzione “tipica” preventiva ed una verifica d’identità – come essi stessi hanno affermano – ma alla fine quando ci siamo trasferiti lontano dai sguardi familiari e scesi sotto alcuni vicoli poco frequentati della zona, la questione dei debiti è stata sollevata. Non una data quantità di denaro a loro dovuta, ma a quanto pare una sorta di prezzo peculiare che ho dovuto pagare per il fatto che io sono un anarchico e per di più – secondo loro – uno che spara contro agenti della polizia.

In questo modo, esercitando i loro insulti e minacce più volgari, il branco dei Tagmatasfalites contemporanei [il nominativo delle persone che erano stati reclutati ai battaglioni della sicurezza dei collaborazionisti durante la seconda guerra mondiale], sempre sostenuti da parte dello Stato, sono stati risolti in un angolo di via Vassileos Irakleiou e via Bouboulinas in attesa di un veicolo di trasferimento per portarmi al quartier generale della polizia (GADA), sotto la protezione della polizia anti-sommossa (MAT), squadra che di regola campi in questo punto tutti i giorni.

Anche se fino a questo punto la procedura si svolgeva in un contesto più o meno noto, l’uso della violenza fisica estesa in dosi massicce durante le mie tre ore di detenzione nei corridoi della sede della polizia, mentre le mie mani erano legate dietro la schiena, ha fatto catapultare questa sceneggiata in uno stato di cannibalismo violento degno della fama che accompagna i battaglioni della sicurezza (Tagmata Asfalias).

Eppure se si usa spesso il riferimento a queste specifiche -e non solo- forze repressive col termine “battaglioni di sicurezza”, questo non lo faccio perché ho l’intenzione di eccitare gl’impulsi emotivi di alcune persone, recuperando immagini dalle atrocità del passato, ma perché in realtà agiscono in modo analogo di quei soggetti aberranti e, in parte, perché sono stati loro stessi a reintrodurre il tema della guerra civile nel 1946-49 con le loro battute.

Ha sfilato davanti a noi il 9° battaglione (LOK) dell’Esercito Nazionale, una divisione responsabile per vari massacri contro i partigiani ed altri durante il periodo 1946-1949. Grammos e Vitsi sono stati denominati come luoghi di sconfitta schiacciante dell’Esercito Democratico [due montagne nel nord della Grecia, dove l’Esercito Democratico della Grecia (DSE) ha subito pesanti perdite nel 1949 durante le battaglie e il resto delle forze del DSE dovette fuggire in Albania, mentre la Guerra Civile Greca era finita in termini militari]. Riferimento è stato anche fatto con grande orgoglio per il loro ruolo parastatale e la loro azione sponsorizzata-e quindi non veramente incontrollabile-, ecc.

Dettagli stupidi, che tuttavia riflettono la situazione di crescente polarizzazione che esiste oggi nella società, ma anche come questa polarizzazione -naturalmente, senza escludere il fattore soggettivo- conduce saldamente alla formulazione di chiare linee di demarcazione e di campi, dove ognuno deve scegliere un lato.

In conclusione, vorrei sottolineare che nessuno avrebbe bisogno di fare riferimento a un tale evento, che si è verificato per l’ennesima volta, per dimostrare il ruolo della polizia e delle sue risorse umane usa e getta, e in nessun modo personalmente penso che sia stato un incidente oltre la logica, per non parlare della legalità.

Questo elenco di circostanze ha lo scopo di informare e non di protestare o denunciare la forma di conflitto che si terra in un futuro a breve termine tra coloro che combattono per il rovesciamento e la rivoluzione e quelli che usano i loro artigli e denti per difendere i propri interessi e privilegi nel regime esistente.

Personalmente, non ho nessun’altra risposta da dare al bullismo e alle minacce dei battaglioni di sicurezza in uniforme ed i loro superiori, diversa da quella di continuare a lottare imperterrito e più dinamico per la sconfitta totale e travolgente dei dominatori di questo mondo.

NEMMENO UN PASSO INDIETRO

Yannis Dimitrakis
3 Agosto 2012

fonte

http://it.contrainfo.espiv.net/2012/09/05/exarchia-atene-testo-dellanarchico-yannis-dimitrakis-38/

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Le 2 août, environ 45 flics de diverses unités de police ont envahi la place d’Exarchia, arrêtant l’anarchiste Giannis Dimitrakis dans un bar dans la rue Tsamadou où il prenait son café, le transférant ensuite au quartier général de la police d’Athènes. Le compagnon fut relâché après plusieurs heures. Voici un texte qu’il a écrit le jour suivant sa détention :

 

Cet incident ne va sûrement pas surprendre beaucoup de gens – de tels incidents étant devenus une composante de la vie quotidienne qui est pleine d’événements similaires.

Bien sûr je me réfère à encore un incident de violence et de répression, assez agressifs envers moi, qui est une conséquence de l’activité en augmentation des bandes fascistes et des unités à moto DELTA et DIAS dans le centre d’Athènes, mais aussi à jusqu’où le long bras de la loi peut t’atteindre.

L’histoire a des traits hautement vindicatifs. Alors que mon enlèvement dans un café de la place d’Exarchia le 2 août 2012 était censé être une détention préventive “typique” et un contrôle d’identité comme les flics l’ont eux-mêmes prétendu, finalement, dès que nous nous sommes éloignés des regards familiers et retrouvés dans des allées peu fréquentées du coin, il est devenu clair qu’il s’agissait d’anciennes dettes à payer.

Non pas une certaine somme d’argent que je leur devais, mais, apparemment, plus un prix particulier que je devais payer parce que je suis un anarchiste et encore plus – selon eux – une personne qui tire sur les officiers de police.

Donc, exerçant leurs insultes les plus vulgaires et menaces sur moi, une horde des Tagmatasfalites [1] contemporains, couverts par l’État, a cantonné au coin des rues Vassileos Irakleiou et Bouboulinas sous la protection d’une escouade de police anti-émeute [MAT] qui campe quotidiennement là, attendant un véhicule de la police pour m’emmener au quartier général de la police d’Athènes [GADA].

Et si la procédure s’est déroulée plus ou moins de la façon habituelle jusqu’à ce moment, l’usage de violence physique dans de larges proportions et alors que mes mains étaient attachées dans mon dos durant les trois heures de ma détention dans les couloirs de GADA a transformé la scène en épisode de cannibalisme violent digne de la réputation qui précède les bataillons de sécurité.

Et si je me réfère fréquemment à ces forces de répression spécifiques –et à d’autres- en tant que “bataillons de sécurité”, ce n’est pas parce que j’ai l’intention de stimuler le sentiment de quelques personnes en ravivant les images d’atrocités du passé, mais parce que d’un côté ils agissent en fait de la même manière que ces sujets honnis et que, d’un autre côté, ce sont eux qui ont constamment reproduit le sujet de la Guerre Civile de 1946-49 avec leurs répliques.

La 9ème division de bataillons de Commandos de Montagne (LOK) de l’Armée Nationale a paradé devant nous, une division responsable de plusieurs massacres contre les guérillas et d’autres dans la période 1946-49. Grammos et Vitsi aussi comme lieux de défaite écrasant de l’Armée Démocratique [2]. Des références à leur rôle paraétatique et leur action primée -et donc pas véritablement incontrôlable- sont faites avec beaucoup de fierté, etc.

Des détails idiots qui reflètent néanmoins le contexte de polarisation en augmentation qui existe aujourd’hui dans la société mais aussi comment cette polarisation – sans exclure, bien sûr, le facteur subjectif – conduit solidement à la formulation de lignes de division claires et de camps, où chacun est tenu de choisir un côté.

Pour conclure, je voudrais mettre l’accent sur le fait que personne n’a besoin de se référer à un tel incident pour montrer le rôle de la police et de ses ressources humaines à sa disposition, et en aucun cas, personnellement, je ne pense pas que cet incident était au-delà de la logique, sans parler de légalité.

La présentation de cet incident vise à informer, et non protester ou dénoncer la forme que prendra à court terme le conflit entre ceux qui se battent pour le renversement et la révolution et ceux qui défendront becs et ongles leurs intérêts et privilèges dans le régime actuel.

Personnellement, je n’ai pas d’autre réponse à donner aux brimades et menaces des bataillons de sécurité en uniformes et de leurs supérieurs qu’à continuer plus dynamiquement et sans me laisser intimider à travailler pour la défaite radicale et absolue des maîtres de ce monde.

PAS UN PAS EN ARRIÈRE 

Giannis Dimitrakis le 3 août 2012.

Source : Contrainfo.

Notes

[1] Bataillons de sécurité des collaborationnistes durant la Seconde Guerre Mondiale.

[2] Deux montagnes dans le nord de la Grèce où l’Armée Démocratique de Grèce (Dimokratikos Stratos Ellados, DSE) a souffert d’importantes pertes dans les batailles en 1949 ; le reste des forces de l’Armée Démocratique a du par la suite s’enfuir en Albanie alors que la Guerre Civile grecque était finie en termes militaires.