Torino, sgomberati i bagni pubblici occupati

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Torino: dalle prime ore di questa mattina decine di camionette della polizia circondano i bagni occupati di via Conte di Roccavione per procedere allo sgombero.

L’edificio, di proprietà del Comune e abbandonato da più di quattro anni, era stato occupato pochi giorni fa da alcune famiglie senza casa in risposta allo sgombero della palazzina di via Spano dalla quale era state buttate fuori con un primo sgombero all’inizio della scorsa settimana. All’interno dei bagni pubblici erano già iniziati i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’edificio e alcune famiglie, in assenza di qualsiasi altra alternativa, vivevano già all’interno. Tra di loro anche una giovane coppia con un neonato. Fin dal primo giorno numerosi abitanti del quartiere avevano espresso solidarietà ed appoggio all’occupazione, che dopo un lungo abbandono tornava a vivere dando un tetto sopra la testa a diverse persone.

In questo momento le famiglie si trovano ancora all’interno dell’occupazione che risulta però inaccessibile ai solidali e agli attivisti dei movimenti di lotta per la casa che sono subito accorsi sul posto per difenderla: tutt’attorno all’edificio ci sono infatti decine di agenti della celere schierati che impediscono di avvicinarsi, mentre camionette e blindati hanno bloccato le vie tutt’attorno. Un intero quartiere militarizzato per procedere allo sgombero e lasciare nuovamente le famiglie che occupavano l’edificio in mezzo alla strada.

Gli eventi di questa mattina mettono ancora una volta sotto gli occhi di tutti quali siano le politiche abitative del sindaco Fassino di fronte alla città italiana col più alto numero di sfratti annui e viene da chiedersi quale sarà la giustificazione che verrà data dalla giunta per una tale rapidità di sgombero dopo che quell’edificio è stato lasciato per anni all’abbandono più totale, senza che vi fosse alcun progetto di ristrutturazione…

Se da un lato il succedersi di due sgomberi violenti in poco più di una settimana testimonia la volontà del Comune e della Questura di mostrare i muscoli di fronte alla pratica sempre più diffusa delle occupazioni, dall’altro siamo certi che (come dopo lo sgombero di via Spano) la risposta delle famiglie sfrattate e dei movimento di lotta per la casa locali non tarderà ad arrivare.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/10625-torino-sgomberati-i-bagni-pubblici-occupati

 

Torino, famiglie sgomberate occupano gli ex bagni municipali

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Torino: dopo lo sgombero della palazzina occupata di via Spano avvenuta martedì mattina, questo pomeriggio le 13 famiglie lasciate in mezzo ad una strada in pieno inverno hanno dato vita ad una nuova occupazione abitativa.

Già nella partecipata assemblea tenutasi martedì pomeriggio in seguito allo sgombero era stato detto chiaramente che la risposta a quanto avvenuto in via Spano non avrebbe tardato ad arrivare e così è stato: poco fa le famiglie, assieme alle realtà che portano avanti la lotta per il diritto alla casa sul territorio torinese, hanno occupato gli ex bagni municipali di via Conte Roccavione. Si tratta di un edificio di proprietà del Comune abbandonato da tempo e che da oggi tornerà a vivere dando un tetto sopra la testa alle famiglie sgomberate due giorni fa. In questo momento gli occupanti sono riuniti in assemblea dopo aver informato il quartiere di quanto avvenuto e invitato tutti a portare solidarietà attiva alla nuova occupazione.

Quello degli ex bagni occupati quest’oggi è solo uno dei tanti esempi di edifici (pubblici e privati) lasciati all’abbandono e al degrado in una città che da un lato conta 50mila casa vuote e dall’altro detiene l’infelice primato di capitale degli sfratti. Di fronte a questa situazione e all’indifferenza di un Comune incapace di dare alcun tipo di risposta all’emergenza abitativa cittadina (se non quella di svendere pezzo a pezzo il patrimonio pubblico per tentare di coprire i debiti dell’amministrazione), sono sempre più le persone che decidono di riprendersi il diritto ad un’esistenza dignitosa occupando edifici sfitti.

Dopo lo sgombero di martedì mattina (la cui responsabilità va imputata non solo alle sollecitazioni del palazzinaro che possedeva lo stabile ma anche a Comune e Questura torinesi che continuano ad affrontare l’emergenza abitativa come mero problema di ordine pubblico), l’occupazione di oggi costituisce la miglior risposta di chi senza casa non è più disposto a stare e all’arroganza di sfratti e sgomberi oppone la solidarietà e la determinazione nel riprendersi il diritto all’abitare un pezzo alla volta.

 

Torino. Sgomberata occupazione abitativa di via Spano

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Questa mattina la polizia ha fatto irruzione in uno degli stabili occupati il 17 gennaio scorso nell’ambito della settimana nazionale di mobilitazioni indetta dalla rete Abitare nella crisi dal 15 al 22 gennaio e che già nei giorni precedenti aveva visto numerose città in mobilitazione. In quell’occasione, nella città di Torino, sono state effettuate 3 occupazioni in diversi punti della città, tra cui una palazzina in via Spano che dava un tetto a 13 famiglie. Intorno alle 8.30 di questa mattina, la polizia ha effettuato lo sgombero entrando all’interno della palazzina e sfondando le porte degli appartamenti e obbligando tutti e tutte le occupanti a permanere all’interno dello stabile.

Singolare, quanto meno ignobile, il modo in cui la polizia ha condotto questa operazione: nelle prime ore del mattino la digos ha infatti seguito un occupante che si recava al lavoro, per poi fermarlo e portarlo in questura, dove è stato trattenuto per diverse ore. Lì è stato privato delle chiavi dello stabile che ha permesso a polizia e digos un primo accesso all’interno dello stabile. Che la polizia si serva di nuovi espedienti beceri per praticare uno sgombero è sicuramente una novità ma non ci soffermiamo più di tanto sulla questione, se non rilevando l’assurdità del gesto.

A richiedere lo sgombero, il proprietario della palazzina che dopo aver lasciato il palazzo abbandonato per anni, ora tira fuori dalla tasca un fantomatico progetto di residence. Polizia, questura e proprietario quindi hanno dato il via allo sgombero, lasciando da oggi in mezzo alla strada 13 famiglie, tra cui alcuni bambini. Tra le  occupanti anche una donna incinta, in questi giorni in ospedale per l’imminente parto. Non crediamo sia un caso che lo sgombero effettuato sia stato fatto proprio in sua assenza, di fronte alla difficoltà mediatica (nel gestire la situazione) che altrimenti questo avrebbe comportato. Ma di certo questo non cambia lo stato delle cose, a trovarsi in mezzo alla strada non solo da oggi ci sarà una donna con un neonato, ma le molte famiglie che cercano di appropriarsi di un diritto, quello all’abitare, e di darsi delle risposte, laddove istituzioni e compagnia non sono in grado di dare.

Intanto oggi è prevista un’assemblea alle 17 nell’occupazione di corso Traiano per decidere la risposta allo sgombero.

Ascolta la diretta con Luca e con Anna (ex) occupante di via Spano (Radio BlackOut)

 

Torino: tris di occupazioni

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Oggi a Torino prendono vita tre nuove occupazioni nell’ambito della settimana nazionale di mobilitazioni indetta dalla rete Abitare nella crisi dal 15 al 22 gennaio e che già nei giorni scorsi ha visto numerose città in mobilitazione.

Aggiornamento ore 20: nell’occupazione di via Spano le camionette e le forze dell’ordine se ne sono andate e la situazione è tornata tranquilla: i movimenti per il diritto all’abitare calano il tris!

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Nella provincia torinese ci sono circa 50 mila alloggi vuoti e più di 10 mila famiglie sotto sfratto, dunque è essenziale una moratoria degli sfratti, l’immediato abbandono della pratica dello sfratto a sorpresa (articolo 610) e un piano abitativo popolare. La giornata di oggi ha inaugurato un tris di occupazioni: una casa per le famiglie, una casa per i rifugiati e una riappropriazione studentesca.

La prima occupazione si trova in via Madonna delle Salette, 12 A, in uno stabile abbandonato del 2008, appartenente all’ordine dei missionari salettini. Diverse famiglie migranti troveranno casa e ridaranno vita a questo stabile, lasciato fino adesso al degrado.

altLa seconda occupazione si trova in via Spano 41 bis, in un edificio abbandonato dal 1986, il quale era di proprietà di un vecchio palazzinaro ormai mancato. L’iniziativa è stata portata avanti da quaranta nuclei familiari sotto sfratto affiancati dallo Sportello per il diritto alla casa Zona San Paolo, dal collettivo Prendocasa e dal comitato di quartiere di San Salvario. Poco dopo, sul posto si sono presentati i figli del vecchio proprietario e hanno chiamato le forze dell’ordine. Al momento i futuri abitanti sono barricati dentro e gli agenti con diverse camionette presidiano gli ingressi e le vie circostanti.

Chi può, vada per dare una mano e portare solidarietà alla nuova occupazione!

Leggi comunicato

IMG-20140117-WA0005La terza occupazione si trova in via Legnano, 5: si tratta di un’iniziativa messa in campo da studenti e precari che ridaranno vita agli ex Bagni municipali.

Con la giornata di oggi decine di famiglie italiane e immigrate colpite dalla crisi hanno avviato una settimana di mobilitazioni per ridare diginità e un tetto a tutti e tutte, riappropreandosi di edifici abbandonati e lasciati al degrado.

Invitiamo tutt* a passare dalle occupazioni per conoscere e portare la solidarietà agli occupanti.