Contro le prigioni di Tipo C in Grecia!

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Pubblichiamo un documento in merito ai recenti trasferimenti di alcuni rivoluzionari prigionieri nella prigione di Domokos in Grecia. A conclusione del testo alleghiamo anche un manifesto in solidarietà ai compagni prigionieri.

 

Il 30 dicembre 2014 il militante dell’Organizzazione Lotta Rivoluzionaria (L.R.) N. Maziotis è stato trasferito nella prigione di Domokos. Nei giorni successivi sono stati trasferiti, sempre a Domokos, altri quattro compagni, K. Gournas (L.R.), D. Koufodinas (Organizzazione 17Novembre), G. Naxakis e G. Sarafoudis, e con tutta probabilità ne seguiranno altri. Infatti, questo carcere è stato appositamente predisposto per tutti i prigionieri politici e i detenuti che si ribellano.

Questi trasferimenti sono un primo effetto di un progetto di riforma del sistema carcerario, divenuto definitivamente legge nel luglio del 2014.
Gli elementi principali di questa riforma consistono nell’istituzione di tre tipi di regime detentivo: A­-B-­C. Le prigioni di Tipo C sono destinate ai prigionieri politici, ai detenuti che si ribellano, a quelli ritenuti “pericolosi”. Questo regime detentivo prevede isolamento, pesanti limitazioni dei colloqui e delle telefonate, censura della posta, eliminazione dei permessi esterni e permanenza dentro il carcere di forze di polizia con poteri speciali. Questo trattamento è finalizzato all’annientamento e alla differenziazione dei detenuti, politici e non.
Appena si è venuti a conoscenza di questo progetto, nelle carceri e fuori si è sviluppata un’intensa mobilitazione: già da marzo 2014 i detenuti hanno cominciato a lottare contro questa riforma, lotte culminate con lo sciopero della fame iniziato il 23 giugno, che ha coinvolto ben 4.500 prigionieri (su un totale di 12.000 circa) in tutte le carceri greche e si è concluso il 1° luglio. Contemporaneamente all’esterno si sono formate assemblee di solidarietà ai detenuti, si sono organizzati cortei, presidi e azioni militanti. Anche all’estero sono state promosse iniziative di solidarietà con i prigionieri in lotta in Grecia, con mobilitazioni, dibattiti e azioni di propaganda, non solo in Europa, ma anche negli USA e in Sudamerica. Inoltre, anche in alcune carceri, in Germania e Svizzera, diversi prigionieri hanno aderito alla mobilitazione tramite scioperi della fame, fra cui i compagni Marco Camenisch, Oliver Rast del “Militante Gruppe” e compagni turchi.
Con l’acutizzarsi della crisi e il rischio di default dello Stato greco, la Troika, con la complicità della frazione ellenica della borghesia imperialista europea, in questi anni ha imposto al proletariato e alle masse popolari pesanti politiche basate su tagli della spesa sociale: riforma delle pensioni, riduzione dei salari operai e degli stipendi del pubblico impiego, licenziamenti, privatizzazioni, aumenti delle rette universitarie e scolastiche, ecc. Contro questo attacco i lavoratori, i disoccupati e gli studenti non sono rimasti a guardare, ma hanno anzi risposto mobilitandosi massicciamente con scioperi generali, occupazioni di fabbriche e autogestioni di ospedali e uffici pubblici. Nonostante i vertici sindacali abbiano tentato di contenere le agitazioni, la Classe ha saputo dimostrare e mantenere almeno in alcuni momenti unità nelle lotte e una radicalità espressasi più volte anche con scontri violenti con la polizia.
Ad alzare il livello dello scontro hanno contribuito il movimento antagonista e le organizzazioni rivoluzionarie, attaccando le logiche riformiste, revisioniste, parlamentariste e concertative anche con azioni mirate contro rappresentanze istituzionali, economiche e repressive.
L’Esecutivo di Atene, da alcuni mesi a questa parte, sta negoziando con la Troika (UE, BCE e FMI) un “piano di divorzio consensuale” dal Memorandum per poter così tornare a rifinanziare lo Stato sul mercato obbligazionario. L’obiettivo dell’attuale Governo uscente di centro-destra (guidato dal Partito di maggioranza relativa Nuova Democrazia del Primo ministro Samaras e sostenuto dai socialisti del PASOK e dai socialdemocratici di Dimar) è quello di qualsiasi altro partito borghese, di destra quanto di sinistra: con le elezioni politiche ormai alle porte che si terranno il 25 gennaio, le forze politiche borghesi di maggioranza e opposizione hanno l’urgenza di recuperare un qualche margine di controllo sulla spesa pubblica, strumento in grado di liberare risorse finanziarie allo scopo di comprarsi letteralmente quote di consenso elettorale e tentare di contenere così le tensioni sociali nel Paese.
Per il governo Samaras, tornare a rifinanziarsi sui mercati internazionali significa garantire quel livello di stabilita politica interna e di ordine pubblico e sociale richiesto dai mercati finanziari e dagli organismi internazionali. Secondo questa logica, il governo di grande coalizione inaugurato dal Presidente della repubblica greca a seguito delle elezioni politiche del giungo 2012, è stato costituito allo scopo di blindare l’azione dell’Esecutivo. La Troika e le agenzie di rating internazionali potrebbero non fidarsi delle garanzie offerte da Samaras e rimandare un eventuale piano di rientro dal Memorandum solo ad elezione concluse. Questa mossa orienterebbe l’elettorato verso una rielezione del governo di larghe intese. Anche con un eventuale vittoria di Syriza, la Troika sarebbe più tutelata di quanto non si pensi: non solo perché Tsipras non ha mai rappresentato gli interessi delle masse popolari e del proletariato,  ma perché  ormai ha definitivamente gettato la maschera, impegnato com’è a rendersi sempre più credibile agli occhi della borghesia imperialista. Che la Grecia continui a essere governata da forze di destra o di sinistra, che esca o no dal Memorandum, la Troika e le agenzie di rating continueranno a imporre i loro diktat facendo pressione attraverso un costante monitoraggio del Paese
In particolare, per quanto riguarda l’ordine interno c’è una precisa volontà da parte di USA, UE e naturalmente del Governo greco di neutralizzare la lotta delle organizzazioni rivoluzionarie e del movimento antagonista all’esterno e la resistenza dei prigionieri politici e non, nelle carceri.
Ovviamente la pratica dell’isolamento non è una strategia “inventata” dallo Stato greco in questi mesi, bensì trae le sue origini da più lontano. I principali Paesi imperialisti l’hanno individuata come elemento determinante per l’annientamento dell’identità del detenuto già a partire dagli anni sessanta: negli Stati Uniti, applicato massicciamente contro le organizzazioni armate Nere di liberazione (come il Black Panther Party) e contro le organizzazioni antimperialiste; in Europa, la Germania è stata la prima a sperimentare questa strategia, in particolare contro i militanti della Rote Armee Fraktion (RAF) negli anni settanta e ottanta; per giungere così all’Italia, che dalla fine degli anni settanta utilizza questi regimi di isolamento contro i prigionieri militanti delle Organizzazioni Comuniste Combattenti (OCC), con le carceri speciali e il famigerato art. 90 di allora e l’art. 41 bis di oggi; anche la Gran Bretagna con gli H­Block contro i prigionieri dell’IRA, la Spagna con i “FIES” contro i rivoluzionari prigionieri e la Turchia con le celle di tipo F contro i militanti delle Organizzazioni comuniste rivoluzionarie e di liberazione nazionale curde. Tale pratica in tutti questi Paesi continua ad essere messa in atto tuttora.
Per tornare ai giorni nostri, la lotta dei prigionieri in Grecia va sostenuta per contrastare questi progetti messi in atto dal Capitale e dal suo Stato nella loro guerra infame contro il proletariato e le sue avanguardie. In tal senso va sviluppata ed estesa la solidarietà militante e di classe verso i rivoluzionari prigionieri in Grecia e in tutto il mondo, intesa come parte integrante della più generale lotta contro l’imperialismo. Questa solidarietà non è mossa da scopi umanitari, ma è intesa a sostegno della lotta per la difesa della propria identità politica di rivoluzionari e, inoltre, ha l’obiettivo di valorizzarne i rispettivi percorsi politici.

Contro l’isolamento e la differenziazione!

Solidarietà ai rivoluzionari prigionieri in Grecia e nel mondo!

Abbattere il capitalismo!

Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)

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