Cile: Testo del compagno Juan Flores sui recenti avvenimenti nel carcere di Santiago 1 (es/it)

juanynataly

E’ iniziata l’inquisizione!!!

Fratelli: già sono trascorsi circa sei mesi da quel tempestoso e fatidico 18 settembre, in cui siamo stati braccati dai tentacoli del polpo repressivo, in un violento e assordante consenso. Così, insieme ai miei due fratelli Nataly e Guillermo, siamo stati sequestrati e sottoposti al tribunale divino per una inquisitoria di formalizzazione delle accuse, tutte in base alla legge antiterrorismo, e accusati di aver posizionato vari ordigni esplosivi nella capitale, accusa che noi neghiamo per qualsiasi partecipazione. Ancora una volta vediamo come il potere e le sue agenzie repressive ci indicano con il dito e criminalizzano le nostre idee politiche / libertà, facendo del nostro arresto una indiscutibile Pace Sociale davanti alla cittadinanza…

Il nostro fratello Guillermo è stato sottoposto agli arresti domiciliari cautelari, mentre io e la mia amata compagna siamo stati spediti nelle celle del potere, affrontando e combattendo quotidianamente contro l’arresto e la lontananza dei nostri amori…

Storicamente “noi” coloro che non mostrano un’attitudine di sottomessione al potere e il sistema dominante, siamo coinvolti in forti colpi repressivi, e non è chiaramente la prima volta che lo Stato / Capitale avvia un persecuzione politica contro gli uomini e le donne più dignitosi, quelli che non siamo disposti a rimanere collaboratori di un sistema economico capitalista, che ha fatto si che il vero significato e l’essenza della vita sparissero completamente …

Quando si decide di rifiutare qualsiasi figura e/o struttura dominante e/o superiore, e su questo riconoscere la libertà come la cosa più preziosa che potremmo dare a questa triste storia “che ci tocca vivere,” chiaramente e ovviamente questo è indipendente dalla situazione e luogo dato dalle circostanze, tenendo chiare le conseguenze di questo … così come a loro “dirò” che cosa è successo il Lunedi 23 febbraio.

Lunedì 23 febbraio, ore 19:00, dopo la chiusura delle gabbie, un branco di maiali/servi della Gendarmeria entra violentemente nella cella dove sono sequestrato. In primo momento entrano nella cella n ° 1 perché nei loro registri figuravo rinchiuso là, perché in tempi precedenti l’avevo occupata, ma poi decisi di farmi spostare alla cella n° 20 per “problemi vista panoramica”. Così non avendo incontrato la mia presenza nella cella n° 1, e sequestrando un telefono ad un prigioniero, arrivano immediatamente alla cella n° 20, aprono la gabbia e mi tirano fuori nel corridoio.

Ignorando motivi o ragioni di quella procedura, semplicemente dico loro “fate quello che volete, tanto le gabbie sono vostre, ma qui ci sono le mie cose e le mie carte che non voglio che mi vengano tolte o rotte” tutto con calma senza insultarli . Passano circa 5 minuti., E ascolto che iniziano a spulciare tra i gesti di solidarietà che mi hanno inviato i compagni per i quali l’indifferenza non è stata una scelta. La solidarietà è un’arma pericolosa, e su questo non c’è alcun dubbio…

Essendo un po’ irritato, esigo dai carcerieri che escano dalla cella (c’erano circa 25 servi del GARP, gruppo di appoggio e primo intervento agli ordini del capitano Pincheira), e alla richiesta delle ragioni di questa violazione, i carcerieri iniziano a insultarmi con “slogan cantati” dato che la maggior parte sono originari del sud, ignoranti, cresciuti con insulti e bastoni … lontano da una carezza e gesti d’amore …

Trasformandosi il tutto in una discussione inevitabile, lasciando la gabbia uno dei cani, chiaramente preso dalla frustrazione per non aver trovato ciò che cercavano, entra nella cella N° 21, chiedendo al prigioniero “Cosa nasconde Flores?” Chiaramente per un fatto di etica morale mai avrebbe detto qualcosa, ero incuriosito di sapere delle mie lettere, cose, ecc … è così faccio un passo verso la gabbia quando un carceriere blocca il mio braccio, stringendolo a morsa sotto il suo rapidamente!!! Sono codardamente bloccato da vari servi …mentre lotto, li insulto e tiro qualche calcio. Chiaramente non avevo alcuna intenzione di mostrare sottomissione, e fui sopraffatto con la forza e i numeri, ammanettato con due catene ben strette, con una di queste fui colpito alle caviglie, esigendo che mi inginocchiassi li insultai, lasciandoli capire chiaramente che non lo avrei fatto… dopo aver ricevuto molti colpi in diverse parti del mio corpo (gambe, costole, schiena) sequestrano un cavo usb, un chip, mi portano alla guardia interna e poi al centro medico, per trovare lesioni, cosa che non faranno mai. Al ritorno alla guardia interna, trovo il prigioniero a cui hanno tolto il telefono, che viene punito e riportato al modulo. La dichiarazione dei cani del GARP è che avrei detto loro: “Quando sarò liberò verrò a cercarvi e ad ammazzarvi” … minaccia di morte, un nuovo processo, su cui si dovrà indagare e dovrà essere dimostrato. Se avessi fatto queste minacce, lo avrei riconosciuto senza grandi problemi, ma come ho detto, in nessun momento ho fatto minaccie…

Vengo punito con 10 giorni di isolamento, per il possesso di oggetti vietati, senza sapere cosa accadrà dopo la falsa dichiarazione degli sbirri, e vengo trasferito al modulo 88 di castigo e isolamento in mutande come ero stato portato via dalla cella. Erano circa le ore 22. Il giorno successivo un compagno di prigione con cui mi relaziono abbastanza mi porta alcuni vestiti. Quel giorno mi ha visitato il mio avvocato della difesa pubblica a cui ho spiegato la situazione … mi ha detto che avrebbe chiesto un’udienza di cautela e garanzia.

Nel modulo 88, sono stato nella sezione di isolamento: andavo al cortile / cella solo un’ora la mattina e un’ora nel pomeriggio. Il quinto giorno, come è consuetudine, un contingente non passa mai inosservato in questo carcere, composto da 5 carcerieri del TAR (Trasferimento di Alto Rischio), arrivano al modulo 88. Quando raggiungono la sala 15 della Corte di Garanzia, noto la presenza di mio padre, e un amico/fratello, e li vrdo tristi e afflitti, a quanto pare perché erano a cponoscenza… Il giudice stabilì che le giornate di isolamento, per aver trovato in mio possesso articoli proibiti, è una punizione eccessiva e chiese alla gendarmeria COME fanno ad entrare quegli elementi in un modulo di Massima Sicurezza, inoltre che la punizione di 5 giorni era completata, e che tali minacce dovrebbero essere poste sotto indagine…

L’avvocato della gendarmeria, e del comune di Las Condes (denunciante), e il procuratore Claudio Orellana hanno chiesto che venisse rispettata la punizione applicata…

Immediatamente venne ordinato il trasferimento alla cella …

Il rifiuto e il non riconoscere la legge come atto quotidiano della mia vita si basa sul mio desiderio di liberazione totale; i percorsi verso la libertà sono pieni di difficoltà, il potente cefalopode è disposto a qualsiasi cosa tranne quando il suo sistema imperante non viene affrontato o messo in discussione da quelli che rimaniamo irriducibili … Chiaramente il Cefalopodo si è visto vulnerabile e gli fa male questo, la sua pace sociale costruita sulla base dell’incarceramento di noi che rimaniamo ingovernabili e non raggirati dal suo sistema commerciale borghese / ipnotizzatore di massa, è inesistente ma ha solo la forza di addomesticare le nostre vite, creando ancor più risentimento e odio verso il suo regno di menzogne.

“Nessun modulo sarà massima sicurezza né riconoscerò il trasferimento di alto rischio”

Juan Alexis Flores Riquelme
Modulo 1
Santiago 1

Traduzione: RadioAzione

fonte

https://radioazione.org/2015/03/cile-testo-del-compagno-juan-flores-sui-recenti-avvenimenti-nel-carcere-di-santiago-1/#more-8874