Cremona – Arrestati due compagni per devastazione e saccheggio

nonazis

Nella sera di lunedì 30 marzo, la polizia di Cremona, ha arrestato due ragazzi contestando la pesantissima accusa di devastazione e saccheggio per la manifestazione antifascista del 24 Gennaio a Cremona.

Nella giornata di oggi Tide e Sbob sono stati portati nel carcere di Cremona e giovedì mattina il Gip si pronuncerà sulla convalida dell’arresto.

L’accusa di devastazione e saccheggio emerge ancora per criminalizzare momenti di ribellione, come successo nel 2001 a Genova e a Roma per la rivolta del 15 Ottobre 2011.

Si cerca di reprimere una manifestazione antifascista e quello che è successo attraverso la solita formula di “devastazione e saccheggio” proveniente dal Codice Rocco, legislazione fascista.

Questo è uno dei tanti attacchi repressivi avvenuti nell’ultimo periodo nella città di Cremona e non solo.

Chi devasta e saccheggia le nostre vite è lo Stato in tutte le sue forme.

Chi si rivolta non è mai solo.

Tide e Sbob liberi!
Libere/i tutte/i!

Amici e compagni
Per scrivere ai prigionieri:

Mattia Croce – Via Palosca 2- 26100 Cremona (CR)

Aioub Babassi – Via Palosca 2- 26100 Cremona (CR)

da Csa Kavarna

 

Antifascismo – Considerazioni sul corteo di Cremona dopo l’aggressione al CSA Dordoni [NUOVI CONTRIBUTI]

Riceviamo alcuni contributi sul corteo tenutosi sabato 24 gennaio a Cremona, in seguito all’aggressione fascista contro i militanti del CSA Dordoni e in solidarietà con Emilio, ancora ricoverato in gravi condizioni:

Sappiamo da che parte stare: abbasso le spie viva la rivolta!

Sabato 24 Gennaio, è stata indetta a Cremona una grande manifestazione
antifascista in risposta all’agguato squadrista di domenica scorsa, dove Emilio è stato mandato in coma a seguito delle sprangate inferte dai militanti di Casa Pound. Nonostante il terrorismo mediatico, la partecipazione al corteo è stata davvero consistente: per portare solidarietà attiva ad un compagno in fin di vita sono accorsi gruppi e individui da più parti, per esprimere la propria rabbia nei confronti dell’agguato fascista ai compagni del c.s.a. Dordoni.

Ad un dispositivo di sicurezza da guerra creato dalla polizia, con il solo obiettivo di difendere la sede di Casa Pound, rendendo ancora più visibile il legame indissolubile fra fascisti e polizia, il corteo ha risposto con uno dei tanti modi per comunicare: la rivolta.
La rabbia per quello che è successo ad Emilio, per la presenza di Casa Pound a Cremona, per il mondo soffocante in cui viviamo, non può essere controllata da nessuno: quando esplode si deve scegliere da che parte della barricata viversi questi momenti.

Qualcuno può dire che l’antifascismo non sia ribellione contro ciò che opprime? Solo coloro che fanno delle istituzioni il grimaldello delle proprie attività culturali possono avere l’interesse a mistificare le differenti tensioni di lotta. Per questo troviamo aberrante il tentativo di egemonizzare la lotta antifascista presentando il pacifismo come l’unica pratica corretta. Con buona pace di Anpi (qui a Cremona diretto dal PD), Arci (organizzazione che dall’alto della sua coerenza antimafia e No Tav è da un mese che sta vendendo i biglietti dell’EXPO nella sua sede), Cgil (chiedete ai lavoratori e ai disoccupati che ne pensano in questo momento dei sindacati) e associazioni varie (a braccetto con tutti i partiti responsabili della devastazione e del saccheggio delle nostre vite e dei territori), l’antifascismo, non appartiene solo a coloro che ne vorrebbero fare un corredo da museo; ma appartiene a tutti coloro che desiderano metterlo in atto – come tanti antifascisti hanno fatto nella rivolta di sabato.

Quante pratiche diverse usarono i partigiani per tentare di liberarci dai fascisti di ieri? In corteo si è urlato l’antifascismo è anticapitalismo. Il resto viene da sé.
Davvero curioso come dei vetri infranti facciano più scalpore di un compagno in fin di vita.

Solidarietà a tutte/i le/i compagni sotto attacco
Emilio Resisti

kavernicole e kavernicoli
Segue comunicato da Padova:
Risposta al comunicato precedente:

Leggendo il comunicato degli “incontrollabili” di Padova per l’ennesima volta mi sono venute in mente le stesse cose.
A me piacciono le vetrine delle banche infrante, i bancomat fuori uso ed ogni attacco al sistema che realmente ci opprime tutti i giorni.
Queste azioni però non sono così complesse ed ognuno può gratificarsene direttamente nella strada sotto casa sua (magari dove fa bancomat la mamma). Ma a me non piace chi si nasconde per attaccare, mi sa di vigliacco e di vile, altro che rivoltoso, i rivoltosi ed i ribelli si affermano nello scontro e lo fanno proprio, non si nascondono dietro la folla per tirare un sasso o un petardo usando altri manifestanti contrari (o perlomeno ignari) rispetto al loro modo di agire.
Sabato a Cremona non è successo niente di imprevedibile e sicuramente chi indice una manifestazione nazionale MILITANTE, AUTODIFESA E DETERMINATA sa a cosa va incontro e non può lamentarsi di qualche vetrina infranta ma…
se gli “intoccabili” indicessero un qualunque presidio o manifestazione e qualcuno si presentasse in loco con la bandierina della pace o peggio con la bandierona dell’URSS da nostalgici stalinisti cantando “bandiera rossa” non sentirebbero il diritto di allontanarli perchè divergenti dalle proprie pratiche anarco-rivoluzionarie? E perchè allora dall’altra parte in un corteo di stampo dichiaratamente autonomo qualcuno non può sentirsi infastidito da pratiche che non sono sue o che semplicemente in quel momento non trova adeguate.
La risposta è semplice, alcuni sono abituati ad organizzare iniziative di nicchia nelle quali se non sei molto COMPLICE E SOLIDALE non ne vieni neppure a conoscenza quindi il problema di pratiche distanti dalle proprie non si pone, mentre partecipano a tutte le iniziative di movimento cercando di sovradeterminarle ogni qualvolta hanno i numeri per farlo accusando contemporaneamente gli organizzatori (qualunque essi siano ma i preferiti sono area disobba) di essere al servizio del potere solo perchè pensano (visto che ci mettono la faccia, i permessi e i rapporti con i territori) di poter decidere che piega dare agli eventi.
Organizzate, non rompete i coglioni a chi organizza un corteo e vi da due sberle se sfasciate una vetrina nascosti dalle vecchiette del quartiere.

Saluti Gualandri Giuliano
SE TOCCANO UNO, TOCCANO TUTTI!
Sabato 24 gennaio migliaia di antifascisti/e da tutta Italia si sono radunati a Cremona per portare solidarietà ai compagni e alle compagne del Csa Dordoni, che domenica 18 gennaio hanno subito un vile attacco squadrista da parte di 60 militanti di CasaPound, provenienti da diverse parti del nord Italia, riducendo un compagno, Emilio, in condizioni gravissime.

Al grido di “Chiudere subito tutti i covi fascisti”, la manifestazione ha voluto esprimere la propria rabbia per l’ennesima aggressione ai danni dei compagni che lottano e denunciare come i fascisti in questo periodo di crisi economica abbiano sempre più agibilità e protezione a dimostrazione ancora una volta del loro ruolo storico di servi dei padroni.

Il corteo si è mostrato da subito militante, organizzato e autodifeso, e per più di tre ore ha cercato di raggiungere la sede locale di CasaPound per fare ciò che tutti i compagni presenti a Cremona volevano: CHIUDERE IL COVO FASCISTA. Covo difeso da un’ingente presenza di sbirri e blindati che hanno tenuto lontani gli antifascisti con un massiccio lancio di lacrimogeni, dimostrando chiaramente da che parte stanno polizia e istituzioni.

Durante la giornata sono stati colpiti anche diversi simboli del capitalismo, per rilevare che il fascismo non è solo quello in camicia nera, ma è anche chi specula sulle nostre vite, chi sgombera, chi licenzia, chi sfrutta e affama i lavoratori e i proletari, chi bombarda i popoli in nome del profitto. Le banche, le agenzie interinali, gli sbirri, sono tutti complici dello sfruttamento di classe e dell’immiserimento di sempre più persone ed è in questo contesto che i fascisti sono riabilitati e trovano spazio. Perché il fascismo è sempre stato il principale strumento della classe dominante usato per reprimere il conflitto sociale e il movimento operaio.

La vera violenza è quella che parte dai palazzi del potere, sono i continui attacchi portati avanti contro i proletari, i lavoratori, gli studenti, gli immigrati, i tagli alla sanità, all’istruzione, la repressione sempre più feroce nei confronti di chi lotta per una società diversa senza più divisione di classe e sfruttamento. La vera violenza è indignarsi per qualche vetrina spaccata invitando alla repressione e non dire nulla per una vita umana appesa a un filo.
La vera violenza è quella del sindaco di Cremona del PD che il 24 gennaio ha concesso agli assassini di CasaPound una sala comunale per il loro tesseramento e che ha mandato solidarietà a “tutti i feriti” di domenica scorsa, coprendo così gli aggressori e mettendoli sullo stesso piano degli aggrediti.

Per questo sabato a Cremona c’eravamo tutti a portare in piazza i valori dell’antifascismo, dell’anticapitalismo e dell’antimperialismo, che devono vivere in ogni lotta, in ogni città, in ogni quartiere.
La determinazione dimostrata è stata la risposta più adeguata agli squadristi, a chi li protegge e a chi li finanzia: se toccano uno, toccano tutti!

CON IL COMPAGNO EMILIO SOLIDARIETA’
FUORI I FASCISTI DALLE CITTA’!
Assemblea della Mensa Marzolo Occupata
Sabato 24 gennaio 2015 a Cremona, si è portato in piazza un antifascismo
determinato, forte, numeroso e comunicativo su quanto necessita in
questi tempi.

In un momento storico in cui istituzioni,
associazioni e massmedia sono sempre pronti a proteggere i nuovi
fascismi piuttosto che liberarsene, l’aggressione ai compagn* del
Dordoni, che ha portato in coma Emilio, avvenuta il 17 gennaio da parte
di una 60ina di camerati legati a CasaPuond, non è episodio isolato o
nuovo.
Noi sappiamo da che parte stare!

Durante la seconda
guerra mondiale i nazi-fascisti hanno massacrato civili e combattent*
partigian*, oggi il neofascismo continua ad esistere, purtroppo,
arrivando a sottrarci amic*, compagn* o familiari.

Resistere ieri come combatterli oggi, con ogni mezzo possibile!

Onore alla lotta di Liberazione.
A Dax, Abba, Clement, Renato, Carlos, Tommaso, Pavlos e tutt* coloro uccisi
da fascismo, razzismo e intolleranza.
Ad Emilio, famiglia e compagn* del Dordoni. #EmilioResisti.

Mai un passo indietro! No Pasaran!

Antispecisti Antifascisti Milano
L’antifascismo non è un mero residuo del passato,
difatto negli ultimi tempi i gruppi neofascisti stanno uscendo sempre più allo scoperto, vengono socialmente accettati e spalleggiati dalle autorità di uno stato che, nella sua falsa morale, non accetta il fascismo ma nei fatti lo incentiva e lo legittima, condividendone velatamente gli ideali.

I neofascisti agiscono su due fronti, uno istituzionale di “legalità” in cui si muovono attraverso candidature, rappresentanze ed associazioni, ed uno più concreto, fatto di violenza squadrista e ronde fra le strade atte a intimidire ed aggredire chiunque esca fuori dai loro schemi mentali. Azioni omofobe e razziste da sempre pilastri portanti della loro “ideologia” e sistematicamente distorte dall’azione dei mass media.

Siamo convinti che la lotta ai fascismi sia una pratica quotidiana da diffondere giorno per giorno nelle strade, nei quartieri, nelle scuole.
Non è possibile rimanere fermi di fronte alla violenza gratuita e all’odio perpetrato, come successo ultimamente nelle città di Trento, Roma e Cremona. Quest’ultima recentemente luogo di un agguato squadrista nei confronti dei compagni del CSA Dordoni, in cui uno dei membri è rimasto gravemente ferito (attualmente in coma farmacologico) e dove il movimento antifascista per pronta risposta ha indetto un corteo determinato e militante che ha portato alla chiusura del covo fascista.Come sempre succede, i media di potere hanno prontamente criminalizzato il corteo, definendolo come una semplice espressione di pochi “violenti” e spianando la strada alla repressione che seguirà.

Anche in questi giorni, a Lecce, 38 dei nostri compagni sono indagati per i cortei antifascisti del 25 Aprile e del 6 Settembre, quest’ultimo tenutosi in concomitanza del raduno di Casapound nella provincia salentina. Non ci stupiamo del fatto che gli scribacchini a braccetto con la questura, abbiano preso la palla al balzo per diffondere la solita informazione marcia e malsana finalizzata a criminalizzare, agli occhi dell’opinione pubblica, qualsiasi forma di lotta non istituzionalizzata che parte dal basso. E’ paradossale il fatto che la cittadinanza benpensante in generale e ancor di più le realtà di sinistra democratiche, si indignino e si dissocino di fronte alle “violenze” e alle “intemperanze” di questo corteo, sottovalutando l’effettiva minaccia della feccia fascista in città; noi invece rivendichiamo queste pratiche, determinate e militanti, e riteniamo che sia necessario qualsiasi mezzo per distruggere il fascismo.
Ne è dimostrazione concreta il corteo di Cremona che, trasudando rabbia e determinazione, è riuscito a far sentire la propria pressione a fascisti, istituzioni e polizia, portando alla chiusura della sede di Casapound. Quel che paga è solo l’amore per la libertà, la lotta, la rabbia praticata nelle strade ogni giorno, non le vie istituzionali e di delega, che non hanno mai portato a nulla.

E a proposito di ciò, ci preme ribadire la nostra solidarietà e complicità ai compagni recentemente colpiti da 140 anni di condanne per essersi opposti alla devastazione del territorio portata dal TAV in Val Susa, e contro lo sfruttamento e i soprusi che lo Stato perpetra costantemente sulle vite di tutti noi.

Sappiamo bene che il potere mira ad intimorire ed a disgregare le lotte, ma questo non accadrà!

Tutte le denunce, gli arresti e le condanne non potranno mai fermare la nostra voglia di combattere ed opporci alle ingiustizie di questa società malata e sempre più alla deriva.

CONTRO I FASCISTI IN CAMICIA NERA E IN DOPPIO PETTO…NON UN PASSO INDIETRO!

Solidarietà con Emilio e la sua famiglia – Solidarietà ai condannati per la lotta al TAV

BINARIO 68 OCCUPATO

f.i.p. Via la polizia, 1312 – Lecce