Trieste, Italia: Presenza solidale agli anarchici imprigionati in Grecia

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Uno striscione e uno volantino distribuito questa mattina a Trieste in occasione di una presenza solidale agli anarchici greci imprigionati sotto il consolato ellenico:

PER CHI LOTTA LA DEMOCRAZIA SI SVELA DITTATURA

Tutti i giorni sentiamo al telegiornale parlare di crisi economica in Grecia, ma quasi mai della risposta determinata che si è opposta alle politiche di austerity e a tutti i vari governi, che hanno cercato con la loro “democrazia” di addolcire la pillola per mantenere la pace sociale, presentandosi, se serve, anche sotto forma di sinistra riformista come Syriza, che è infatti salita al potere.

C’è invece chi a questo teatro della politica non risponde con la logica del voto e del “meno peggio”, ma sceglie la Lotta, mettendosi in gioco e mettendo in gioco la propria libertà e la propria vita. Contro di loro e contro chi veramente va a minare il potere costituito, lo Stato rivela la propria natura dittatoriale, riproponendo metodi vendicativi e autoritaristi (per esempio “suicidando” durante il suo arresto, lo scorso 20 maggio, il compagno Spiros Dravilas: metodo Pedro a Trieste nel 1985).

Siamo qui oggi, davanti al consolato ellenico, proprio per denunciare il metodo repressivo e vendicativo…

…contro i parenti
che è andato a colpire oltre ai nostri compagni, addirittura i loro familiari, arrestando la madre di due anarchici prigionieri (Christos e Gerasimos Tsakalos) e la ragazza di quest’ultimo. A questa vendetta di stato, diversi anarchici incarcerati, tra cui i fratelli Tsakalos, hanno risposto con uno sciopero della fame (accompagnato fuori dalle galere da solidarietà con attacchi incendiari, occupazioni, sabotaggi, cortei, presìdi, scontri di piazza e interventi inaspettati), che è stato sospeso al 32° giorno, avendo ottenuto la liberazione dei familiari sequestrati.*

…contro la possibilità di studio in carcere
il prigioniero anarchico Nikos Romanos, a dicembre, ha affrontato 31 giorni di sciopero della fame, ottenendo i permessi di studio fuori dal carcere dalle autorità greche, che a pochi mesi di distanza si rimangiano la promessa, vietando nuovamente i permessi di studio.

…contro la salute e la dignità dei carcerati
con leggi dure, vecchie e nuove, che, ancora una volta, con uno sciopero della fame dal 2 marzo al 18 aprile la Rete dei Prigionieri in Lotta (Dak) è riuscita a contrastare, ottenendo la possibilità di uscire di galera per i prigionieri che hanno passato in carcere 10 anni e il cui grado di invalidità supera l’80%, il ritiro del quadro legislativo che stabilisce il funzionamento delle prigioni speciali (di tipo C), l’abolizione dell’aggravante di azione realizzata a viso coperto per manifestazioni, dimezzamento della stessa aggravante in caso di rapina, la presenza di un esperto indipendente fin dalla prima fase di raccolta del materiale genetico.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e complicità con Nikos Romanos e tutti i prigionieri in lotta, perché la legalità non è sinonimo di giustizia, perché nelle carceri greche, come in quelle italiane e in tutte le altre, si tortura e si picchia, perché istituzioni come galere e tribunali sono solo strumenti a difesa del privilegio e del dominio!

Viva l’Anarchia!
Coordinamento contro il carcere e la repressione – Udine

*Nota di Contra Info: Evi Statiri è ancora in prigione. Leggere qui

 

Grecia: Familiari dei membri incarcerati della CCF tenuti in ostaggio

Secondo gli ultimi aggiornamenti (Giugno 2015), a Evi Statiri – compagna del prigioniero anarchico Gerasimos Tsakalos – è stato negato il rilascio già tre volte dal giudice d’appello speciale Eftichis Nikopoulos (lo stesso bastardo che ha ripetutamente respinto le richieste di permesso per motivi educativi del prigioniero anarchico Nikos Romanos).

Evi Statiri rimane in detenzione predibattimentale sulla base della sua relazione sentimentale col compagno Gerasimos Tsakalos, membro del gruppo anarchico di guerriglia urbana Conspirazione delle Cellule di Fuoco. Nei prossimi giorni un consiglio giudiziario esaminerà un’altra mozione di rilascio presentata da Evi Statiri.

Allo stesso tempo, un consiglio giudiziario presieduto da Isidora Poga ha respinto la richiesta di Athena Tsakalou, madre dei fratelli Tsakalos, per la revocazione delle misure restrittive che le vietano di lasciare Salamina (Isola di Salamina). Quindi non solo Athena Tsakalou al momento non ha la possibilità di rendere visita ai suoi due figli nella prigione di Koridallos, ma non ha nemmeno il permesso di sottoporsi ai necessari esami medici (è affetta da un grave problema di salute, e nelle vicinanze di Salamina non ci sono le strutture ospedaliere appropriate).

in inglese

http://it.contrainfo.espiv.net/2015/06/26/grecia-familiari-dei-membri-incarcerati-della-ccf-tenuti-in-ostaggio/