Dall’Aula Bunker

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Non doveva essere un’udienza con particolari colpi di scena, quella che ieri ha aperto il processo d’Appello contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò per il sabotaggio contro la Torino-Lione del maggio 2013. In discussione c’era principalmente la richiesta avanzata dalla Procura di riaprire il dibattimento e poter quindi introdurre una serie di testimoni e documenti. Ma nell’elencarli il procuratore generale Maddalena ha chiesto alla corte di far acquisire agli atti uno scambio di comunicazioni tra Questura e Prefettura relativo all’8 dicembre 2005. Non abbiamo sbagliato a scrivere la data, la Procura si riferiva proprio alla “battaglia di Venaus”, di cui da pochi giorni c’è stato il decennale, e che è stata ricordata in Valsusa con varie iniziative. Il motivo di questa richiesta è presto detto: quel giorno migliaia di NoTav riuscirono ad invadere l’area dove sorgeva l’allora cantiere, danneggiando le recinzioni e altri mezzi da lavoro presenti. Questo spinse le istituzioni ad abbandonare per alcuni anni i lavori e a cercare di intavolare alcune trattative nella speranza di far calmare un po’ le acque. La “battaglia di Venaus” è quindi un esempio preciso di una condotta violenta che ha costretto le istituzioni a non rispettare gli impegni presi in sede internazionale, un esempio preciso di un’iniziativa di lotta che ha costretto le istituzioni ad astenersi dal compiere un determinato atto, come recita l’ormai noto 270sexies. Sarebbe quindi da ricercare in quella giornata l’origine del male di cui sono accusati Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.

Con la sua richiesta, il procuratore Maddalena abbandona il pudore e l’ipocrisia mostrati finora dai suoi colleghi Caselli, Rinaudo e Padalino e dichiara apertamente che ad essere accusati di terrorismo in questa inchiesta non sono quattro anarchici che hanno realizzato un sabotaggio, ma una lotta che si oppone alla costruzione di una ferrovia. E allargando un po’ lo sguardo, ogni lotta che si sforza di dare concretezza al proprio No. Niente di particolarmente nuovo, visto che questa posta in gioco è stata chiara sin da subito a chi si è schierato al fianco dei compagni arrestati, ma certo fa il suo effetto sentirlo affermare tanto candidamente da un procuratore in un’aula di tribunale.

Da segnalare poi che tra i documenti presentati da Maddalena c’era uno studio realizzato dall’Università Bocconi che illustra l’importanza strategica della Torino-Lione per l’Italia. Uno studio che già in altre occasioni la Procura aveva invano tentato di inserire nel processo e su cui non è indicato chi l’ha realizzato. Incuriositi da questo particolare, gli avvocati hanno appurato che a realizzarlo è stato un dipartimento dell’università milanese presieduto da una persona che non lavora più alla Bocconi ma che oggi siede nel consiglio d’amministrazione della Telt, la società che ha sostituito Ltf nella direzione dei lavori della “Torino-Lione”.

L’udienza è terminata nel pomeriggio quando la corte ha respinto tutte le richieste della Procura. Il processo sarà quindi molto breve: lunedì prossimo, 14 dicembre, ci saranno le requisitorie e richieste di condanne dell’accusa, venerdì 18 le arringhe degli avvocati e lunedì 21 dicembre la sentenza. Tutte le udienze si terranno nell’Aula Bunker del carcere delle Vallette a partire dalle 9 e 30, visto che la corte non ha accettato la richiesta di uno degli avvocati di ritrasferire il processo al Palazzo di Giustizia di Torino.

macerie @ Dicembre 12, 2015