Io commercio in porci e troie

perleaiporci

Luigi Adanti
Ho cambiato mestiere. Cosa ci volete fare? Per anni mi sono macerato e l’animo e il cervello negli uffici; un giorno lo Stato m’ha imposto cortesemente di levarmi di mezzo e per premio mi ha regalato una attestazione di scarso rendimento.
Voi dite: lo Stato è il peggiore dei padroni!
Protesto: mai lo Stato ebbe ragione come nel caso mio; anzi s’è dimostrato fin troppo magnanimo se mi ha donato tanto indennizzo da campare la vita per un anno.
Nella mia razza, originariamente ebrea, vi sono stati, e nel ramo mio cristianizzato vi sono ancora, fabbri e agricoltori. Mio padre fu lui a troncare, per primo, la tradizione; ma glien’incolse male, ché si procurò un accidente per le scartoffie d’ufficio.
Io ho ricalcati i suoi passi, ma l’intuizione affettuosa del Governo m’ha risparmiato il saluto di S. Andrea.
Meglio così; sono risalito alle origini.
Poiché la circoncisione, seppure la perduta verginità non avesse fatto ostacolo, non avrebbe potuto cancellare il battesimo, ho dovuto rinunziare all’ebraismo; mi sono però attenuto al commercio.
Con i porci e con le troie mi ci trovo bene; direi quasi come in casa mia. Eccoli al trogolo i miei gioielli.
Taluni, tutti neri come i satrapi del tempio, tali altri bianchi e rosei come frati domenicani.
Hanno un appetito formidabile. Queste mie bestiole, non crediate badino solamente a mangiare: ma no!; s’occupano un po’ di tutto: di politica e di scienza, di religione e d’arte; e la fanno da precettori, ai piccini.
Le femminucce poi sono sagge e graziose: s’interessano ai ricami e ai pettegolezzi, ai profumi e ai teatri. S’amano tra loro — i maschiacci e le femmine — così intensamente ch’è un piacere ammirarli nei dolci sdilinquimenti.
Libero amore in libero accordo; dove gli uomini non arrivano e malgrado le loro teorie più avanzate, arrivano i miei porci, pure ignorando le umane raffinatezze.
Nessuno dei maschi, però, cederebbe per proprio tornaconto la troietta che ama all’altro amico o parente, neanche per lasciarla semplicemente baciare. Veruna delle femmine si lascerebbe convincere a grattare il groppone al più idealista dei maschi, per comodità dell’amante sfruttatore.
Tutto questo nel campo degli affetti più intimi — per quanto i porci ignorino la santità della famiglia e la conoscenza dell’etica e antica e moderna — ché in quello delle singole attribuzioni, di governanti e governati, essi agiscono come perfetti galantuomini, dignitosi del loro nome di porci. Perciò fanno a meno delle leggi.
Questi, i miei porci e le mie troie; e poiché io, uomo, commercio su di essi, voi, uomini sapienti e moralisti, affrettatevi ad acquistarli: avanti, ve li offro ai prezzi correnti della piazza.
Crudelmente faccio scempio della loro vita per voi, perché il sangue d’un porco, penso, possa rigenerare il sangue di un uomo.
Poiché penso soltanto dai porci possa venire bene all’umanità.
Ecco perché io commercio in porci e in troie.
[Vita, n. 2, aprile 1925]