[8 Marzo – Spagna] Riassunto della prima sessione di giudizio nel processo contro i compagni Monica Caballero e Francisco Solar

juiciopanchoymonicaespac3b1a

All’inizio dell’udienza, uno degli avvocati della difesa interviene per ricordare alla sala che era stato presentato un testo in cui si esprimevano dubbi sull’imparzialità del tribunale richiedendo il cambio dei giudici. Si sollecita anche un’altra forma di giudizio, nel quale gli accusati possano parlare per ultimi, dopo tutti i testimoni ed i periti.

Davanti al rifiuto del tribunale di entrambe le richieste, l’udienza inizia con le dichiarazioni di Francisco e Monica, che rifiutano di rispondere alle domande dell’accusa, rispondendo solamente a quelle dei propri avvocati.
Entrambi rivendicano le proprie idee anarchiche, hanno negato la responsabilità dell’attacco alla Basilica del Pilar, così come l’appartenenza ad alcuna organizzazione, che, secondo la stessa letteratura sbirresca, consta di leader e gerarchie. Francisco ha dichiarato, prima di essere interrotto dal giudice del tribunale, Angela Murillo: “Sì, sono anarchico perché intendo la libertà priva da ogni costrizione. Penso che la creatività individuale sorga quando non vi è autorità, né ordini né comandamenti dall’alto, che non fanno che atrofizzare e degradare la condotta umana. Lo Stato implica subordinazione ed è contrario ad ogni impulso di libertà; implica anche l’esistenza di usurai e sfruttatori”. E sulle organizzazioni… “limitano la libertà individuale e riducono l’iniziativa delle persone alle norme prestabilite”. E Monica: “Qualunque base gerarchica è incompatibile con la mia ideologia e forma di pensiero, poiché ogni cupola di Potere è dannosa e limitante per l’essere umano”. E rispondendo ad una delle domande del suo avvocato, ha approfittato per riaffermare i propri vincoli di affinità e solidarietà con altri compagni arrestati. Dopo le dichiarazioni dei compagni, è la volta dei testimoni, a cominciare da diversi membri della Polizia Nazionale, nove in tutto, che avevano partecipato in qualche modo alle indagini. In queste dichiarazioni incorrono in alcune contraddizioni sulla collaborazione e sul flusso di informazioni fornite dallo Stato cileno e su come questo fatto può aver influito in modo che le indagini si incentrassero su Monica e Francisco. In questo senso uno degli avvocati della difesa ha presentato come prova una nota di stampa della Direzione Generale della Polizia Nazionale, nel quale a suo tempo si informava dell’operazione e la si assumeva come un risultato della collaborazione tra Stati. Senza dubbio il tribunale non ne ha tenuto conto. E’ stata anche messa in dubbio la metodologia impiegata per l’identificazione degli accusati e perciò la veridicità dei suoi risultati. Subito dopo si procede ad ascoltare i testimoni presenti al momento dell’esplosione nel tempio religioso. In primo luogo, la donna che avrebbe riportato lesioni ad un orecchio ha dichiarato come, mentre pregava, due persone le si avvicinarono avvertendola di abbandonare il luogo. Comunque non può confermare nemmeno se si trattasse di due uomini o di un uomo ed una donna. Semplicemente vide il profilo di un uomo che non potrebbe identificare. Gli altri due testimoni sono una guardia di sicurezza e un portiere della Basilica del Pilar, che a parte descrivere il momento dell’esplosione si sono sforzati di trasmettere la sensazione di grave pericolosità dell’ordigno.
Vale la pena dire che alcuni giorni prima del processo il Concilio Ecclesiastico di Saragozza si è ritirato come parte in causa.

Fonte: Publicacion Refractario

[8 Marzo – Spagna] Riassunto della prima sessione di giudizio nel processo contro i compagni Monica Caballero e Francisco Solar