Quando il giudice diventa giusto

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Il continuo inno alla magistratura greca mi costringe ad uscire di nuovo dal mio silenzio.

Ma facciamo un passo indietro per i più distratti. In seguito alla manifestazione NoExpo del 1 maggio vengono arrestati 5 compagni italiani con l’accusa di devastazione e saccheggio e 5 compagni greci vengono raggiunti da avvisi di garanzia e da richiesta di espatrio da parte dei giudici italiani, con la medesima accusa. I giudici greci rispondo no, niente espatrio. Nel codice penale greco non esiste il reato di devastazione e saccheggio, e non è riconosciuta la responsabilità collettiva, ma solo quella individuale.

Cosa accade allora? Gli anarchici greci rimangono in patria e saranno giudicati singolarmente per come deciderà la magistratura del loro paese.

Ma non è questo quello che mi stupisce, ogni Stato sancisce le proprie leggi in base alle proprie necessità particolari, in base al proprio bisogno particolare. Non per un senso più o meno alto di giustizia, così come a tanti fa comodo credere.

Mi sconcerta come una certa “sinistra” esalti una magistratura a discapito di un’altra: i giudici greci sono buoni e quelli italiani cattivi, per dirla semplicemente.

Come se esistesse un giudice, un codice, una legge migliore rispetto ad un’altra.

Dunque cosa dovremmo fare applaudire ad una pletora di togati solo per l’assenza di una legge in un codice?

Un giudice rimane un giudice: il nemico.

Non possono dargli alcuna attenuante, mai. Neppure se applicasse la più nobile delle leggi. Non riconoscendo io stessa quelle leggi.

Evidentemente ignorate, volontariamente, non vi lascio nemmeno il dubbio della “buona fede” le tante porcate perpetrate in nome della legge a firma dei buoni giudici greci. Perquisizioni a sorpresa nelle carceri, l’ultima risale a pochi giorni fa, l’allungamento spropositato dei tempi di carcerazione preventiva (alcuni compagni hanno avuto una carcerazione preventiva anche di tre anni ).

Se è questo il genere di giustizia che vi piace bene, accomodatevi.

Il termine giustizia ha l’odore della chiesa perché è una concessione venuta dall’alto e dagli scranni più alti si cade, come dai troni. E molti hanno perso la giusta attitudine regicida di un tempo.

La giustizia dei tribunali sa di marcio e putrefatto, ha l’odore del sangue dei compagni chiusi fra le sbarre e prima di questo pestati nelle stazioni di polizia.

Questa è la vostra giusta giustizia, che non potrà mai essere la mia.

S.Z.

Quando il giudice diventa giusto