1 MAGGIO 1986-1 MAGGIO 2016: 30 ANNI DI FORTE PRENESTINO

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Il 1 maggio a Roma è da 34 anni “festa del non lavoro”. Altro che concertone di piazza San Giovanni. Il 1 maggio del 1986 vennero aperti i cancelli del Forte Prenestino, e dal 1986 il Forte Prenestino è un centro sociale occupato e autogestito restituito alla città e alla cittadinza. E dal quel 1986 la sede della festa del non lavoro. 

Oggi grandi festeggiamenti e la presentazione di un libro collettivo sulla storia del Forte.

Ne parliamo con Graffio, del Forte Prenestino oltre che uno dei compagni che ha curato il libro Fortopia

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A seguire il comunicato di lancio della 34esima Festa del non lavoro e dei festeggiamenti per i primi 30 anni di Forte Prenestino

 

C.S.O.A. Forte Prenestino
30 anni di occupazione e autogestione e 34° Festa del non lavoro
Esce “Fortopìa – Storie di amore e autogestione” TrentAnniForti – il libro

Come se nulla fosse tutti/e noi andiamo avanti disarmati contro la loro guerra.
“MORTACCIVOSTRI”, Roberto Perciballi

Il PRIMO MAGGIO E’ LA NOSTRA FESTA
La vogliamo fare per dodici ore, TEN to TEN,
dalle dieci del mattino alle dieci di sera.
Dodici ore di spazio e tempo liberati alla nostra maniera.

L’entrata è stata memorabile.

Sfilata la catena il risuonare di corpi gioiosi, vocianti, un canto o forse solo, ritmato, uno slogan; una energia travolgente.
Le immagini e i ricordi sono andati sfumando negli anni. Restano impressioni ad acquerello e qualche emozione di quel 1 maggio 1986.
( Pinilla, “Fortopía – Storie di amore e autogestione”)

Chi quel giorno ruppe la catena mai poteva pensare che questa storia sarebbe durata abbastanza da parlarne trent’anni dopo in un libro.
Una storia, la nostra, che è fatta di ricerche, culture, scoperte, iniziative, laboratori, autogestione, amori, desideri e resistenza. Una storia fatta di esperienze che hanno reso questa città viva, vitale, solidale.

Attraversare il ponte, oltre le sbarre del grande cancello,
è stato come uscire da una apnea e respirare a pieni polmoni.
( Pinilla, “Fortopía – Storie di amore e autogestione”)

L’architettura del Forte era il polmone ultra-viola, inspirava controcultura ed espirava progetti, linguaggi, storie e personaggi. Indipendenza da stato e mercato si trasformava in un poltergeist di giustizie sociali, diritti civili, antiproibizionismi, femminismi, politiche delle sessualità, diritti digitali, antispecismi, suoni, concerti, produzioni musicali, visioni, teatri, produzioni invisibili, incontri. Ma soprattutto cani .
I valori, 100% D.I.Y. . La comunicazione, Assembleare. Una metodologia del confronto strutturata in quell’ordine del giorno che mi emozionava sul piano della discussione. Sintesi. Il dibattito che include tutti e tutte. La ritmica del discorso. Il senso della parola. La fisicità del confronto. L’unanimità della scelta in un corpo aperto. (znort, “Fortopía – Storie di amore e autogestione”)

“Fortopía – Storie di amore e autogestione” non è un punto di arrivo ma il gradino da cui ripartire per continuare a costruire insieme mille mondi possibili. Perché la Fortopía non è un’utopia, qualcosa che si allontana sempre più. La Fortopía è un’eterotopia, un luogo che una volta passato il ponte e superato il cancello è reale, presente e pulsante; un luogo dove il possibile si espande nel potenziale senza allontanarsi dal reale, divenendo concreto e praticabile.

Tutto ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata negli anni la partecipazione di tanti e tante che con la loro presenza hanno dato senso a questa esperienza, rendendola patrimonio di tutt*.
Una storia collettiva. Il punto di vista di centomila pazz*, tante prospettive che illuminano un unico grande cuore pulsante. E un senso che, dai sotterranei alla torretta, sorridente ci viene a cercare. Molte delle persone che ci hanno attraversato oggi non ci sono più ma rimarranno sempre con noi, nei muri di questo posto, nel vento che scuote gli alberi e che ci dona un po’ di freschezza, nei ricordi e nella gioia che accompagnerà ancora questo “folle” esperimento.
Il primo maggio è la festa del Forte. Vogliamo festeggiare con tutt* questi trent’anni di occupazione e autogestione nella 34° festa del non lavoro, perché ancora pensiamo sia necessario opporci in modo netto a chi usa il lavoro come arma di ricatto sociale dentro e fuori i posti di lavoro e a chi chiude le frontiere costruendo muri e recinzioni, impedendo la libera circolazione in un mondo che è di tutt*.
Il nostro bellissimo mondo, che stanno distruggendo da nord a sud devastando ecosistemi con il tav, il muos, il tap; perforando i fondali marini con le trivelle per estrarne oro nero, togliendoci l’acqua ed il diritto a godere con tutte le altre specie di una terra sana e accessibile.

Abbiamo fatto dell’autorganizzazione e dell’autogestione una pratica di vita possibile e indispensabile.
Dopo trenta anni siamo ancora qui e siamo sempre più convint* che questo sia necessario soprattutto in una Roma che cerca di resistere al tentativo di cancellare chi, col cuore e col sudore, si è sporcato le mani e ha valorizzato spazi abbandonati dando vita a questa città. Tentativo ideato dal governo Renzi, messo in atto prima dal ministro Lupi poi da Marino e ora dal commissario Tronca il cui obiettivo è chiaro: vendita e alienazione del patrimonio pubblico.
Un patrimonio che consideriamo comune, che va ben oltre gli stabili e le strutture che si vogliono sgomberare e vendere e che prende vita e senso dalle tante storie di passione e impegno di chi vuole rendere Roma una città aperta, antifascista, antisessista, antirazzista, accogliente e partecipata.
Per questo vantiamo crediti e non certo debiti nei confronti di Mafia Capitale e di tutti i poteri che vogliono distruggere il nostro meraviglioso mondo.

Invitiamo tutt* a partecipare al primo maggio come in ogni altro giorno alle mobilitazioni nei territori, nelle citta, nei quartieri, nelle strade e nelle case. Convogliando la giusta rabbia che ci rende viv@, l’amore che ci rende irripetibil@ e la vita che ci rende liber@, senza cedere alle ingiustizie e ai poteri e senza morire nelle galere di tutto il mondo. Guardando sempre dritto davanti avendo memoria, con le mani libere per tenersi stretti@ strett@ con la testa piena di lucida follia, costruendo mondi solidali e imperfetti .

Sottoscrizione: 3 – dalle 10:00 alle 14:00  5 – dalle 14:00 alle 21:00

https://www.forteprenestino.net/