Paese di grandi contraddizioni: cerchiamo di accennarne ad alcune.
Ci sono settori che si oppongono allo spreco della Copa, al di là della mobilitazione della classe media: per esempio gli insegnanti… ma addirittura lo sciopero dei poliziotti, che ha dato preoccupazioni anche alla gente, terrorizzata dai poliziotti, ma paradossalmente resa insicura pensando ai narcos: i salari sono stati aumentati proprio oggi (lo spavento era collegato alla enorme corruzione dei poliziotti sottopagati) e possono proseguire i patti di pacificazione che regolano la vita delle favelas e le impressionanti esibizioni di forza e repressione, di convivenza e di “traffico”: un clima di estrema tensione.
Altro aspetto riguarda il pattume con puzze spropositate, condizioni sanitarie disperate, fogne a cielo aperto, autobotti di acqua una volta ogni due settimane… ma è soprattutto nei campus universitari che si può trovare ancora qualche resistenza, da cui potranno uscire manifestazioni e scontri duri: alcune manifestazioni sono già indette (in particolare il 12 giugno a San Paolo per l’inaugurazione e poi per la finale al Maracanà).
Sentiamo da Stefano cosa significa vivere in una favela fatta di amianto alle pendici di una montagna solcata dal rio Maracanà, su cui svettano le antenne di Red Globo, il vero cancro, una droga accesa nella notte carioca
http://radioblackout.org/2014/06/nelle-favelas-brasiliane-la-rete-globo-e-un-cancro-peggiore-dellasbesto/