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9 novembre 1918: nell’anniversario della rivoluzione tedesca

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(Cartello della campagna elettorale della SPD nel 1919)

Furio
Guardare i fatti storici dal punto di vista libertario e svelare gli errori e le lacune dei popoli, e quindi le vie che si sarebbero dovute battere è stato sempre un utile lavoro per il genere umano; sarà più utile parmi, dunque, ai rivoluzionari, in quest’alba tragica e luminosa di Rivoluzione Europea.
Perché – è bene confessarlo ancora – mai come e quanto oggi, il conservatorismo ha adoperato ogni forza e ogni arma pur di placare la deprecata onda rivoluzionaria, che lo deve annegare. In molte regioni, esso vi è quasi riuscito, se un ravvedimento popolare non sarà: potrebbe riuscirvi in Italia, ove molti sono – in buona e mala fede – i politicanti, che sono il maggior pericolo delle Rivoluzioni.

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Pamphlet contro il punto di vista di Weimar

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Raoul Hausmann
Era considerato il «Dadasofo» del Club Dada berlinese, ovvero il suo filosofo. Pittore, disegnatore, fotografo, poeta, teorico, prosatore, animatore di riviste, ballerino e performer, Raoul Hausmann (1886-1971) pensava che Dada non fosse un semplice movimento artistico, bensì una «situazione di vita, una forma di mobilità interna». Inquietudine interiore incapace di adeguarsi a qualsiasi convenzione sociale, giacché «l’uomo nuovo deve avere il coraggio di essere nuovo». Sarà per questo che Hausmann nel 1919 pubblicò un articolo su L’Unico – organo degli anarchici individualisti tedeschi animato da Anselm Ruest, studioso di Max Stirner – e nel 1963 entrò in corrispondenza con Guy Debord, arrivando poi a tradurre in tedesco Della miseria nell’ambiente studentesco
Ad ogni modo, ecco qui il celebre testo che segnò il punto di contatto fra Dada ed il movimento anarchico.

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L’ora del pecorismo sovversivo

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Dopo tanto scalpore, dopo tanto frastuono di propositi bellicosi, dopo tanto clamore di trombe rivoluzionarie, dopo lo scrosciare di tanti discorsi insurrezionali e la promessa e la minaccia di tante barricate… socialiste, la parola d’ordine per la rivolta a scadenza fissa è cambiata improvvisamente, la disciplina di partito trionfa, l’obbedienza passiva alla ingiunzione dei santi padri, la rinunzia prudenziale, la rassegnazione e la pace fra gli uomini di buona volontà!
Che cosa è avvenuto di nuovo, perché il 21 luglio dell’anno di grazia 1919, che doveva in qualche modo rassomigliare al 14 Luglio dell’89, il 21 luglio minaccioso dello sciopero internazionale rivoluzionario, il giorno atteso con trepidazione dalle folle proletarie e con terrore dall’odiata borghesia, sorgesse e tramontasse tranquillamente?

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TOWARD THE HURRICANE

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Renzo Novatore

While it is day we will remain
with head high and everything
that we can do we will not leave
before we have done it.
– W. Goethe

We heat our pen in the volcanic fire of our negating spirit. We dip it in our vigorous heart, full of rebellious blood. And in the atheistic light of our mind, we write and write…
So we write, quickly, without literary pursuits, without repugnant theoretical ideologies, without bigoted and sentimental mush from hysterics and political hacks, wrapped only in the cloak of our raging passions.
We write only words of blood, fire and light.
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Anarchist Individualism in the Social Revolution

Samuel Bellamy

Renzo Novatore

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Anarchist individualism as we understand it – and I say we because a substantial handful of friends think this like me – is hostile to every school and every party, every churchly and dogmatic moral, as well as every more or less academic imbecility. Every form of discipline, rule and pedantry is repulsvie to the sincere nobility of our vagabond and rebellious restlessness!

Individualism is, for us, creative force, immortal youth, exalting beauty, redemptive and fruitful war. It is the marvelous apotheosis of the flesh and the tragic epic of the spirit. Our logic is that of not having any. Our ideal is the categorical negation of all other ideals for the greatest and supreme triumph of the actual, real, instinctive, reckless and merry life! For us perfection is not a dream, an ideal, a riddle, a mystery, a sphinx, but a vigorous and powerful, luminous and throbbing reality. All human beings are perfect in themselves. All they lack is the heroic courage of their perfection. Since the time that human beings first believed that life was a duty, a calling, a mission, it has meant shame for their power of being, and in following phantoms, they have denied themselves and distanced themselves from the real. When Christ said to human beings: “be yourselves, perfection is in you!” he launched a superb phrase that is the supreme synthesis of life.

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Atamansha – The life of Marusya Nikiforova

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Malcolm Archibald


Introduction

The Ukrainian anarchist Maria Nikiforova (1887–1919) has sometimes been compared to Joan of Arc. Like Joan she started from humble origins and, improbably, became a ferocious military commander who was captured and executed by her sworn enemies. And, like Joan, she was a fanatic who pursued her goals in a violent, ruthless fashion.

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Revolución del Espíritu (1919)

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A lo largo de la Primera Guerra Mundial, Gustav Landauer había tomado una consistente posición anti-guerra. A comienzos de 1918, comenzaron en Alemania huelgas masivas contra la guerra. Los escritos de Landauer rápidamente tuvieron popularidad, especialmente su publicación de 1911, Por el Socialismo. A fines de Octubre de 1918, rompieron motines navales en Kiel, y en Noviembre se formaron asambleas de obreros y de soldados. Mientras la mayoría Social Demócrata proclamó una república, anticipándose a los socialistas radicales, liderados por Karl Liebknecht y Rosa Luxemburg. Landauer fue a Bavaria, donde el socialista independiente, Kurt Eisner, había ya proclamado una república social. Landauer se unió al anarquista <a
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Ho sognato un mondo in fiamme roteante nell’infinito

Copia di bfilippi

Bruno Filippi
È la sera di domenica 7 settembre 1919. La Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano. Qui le ricchezze solidificate in pietra grigia, il privilegio celebrato dalle volte monumentali, accolgono l’alta borghesia meneghina giunta a riposarsi e a digerire il lavoro settimanale – sfruttare i poveri – ai tavolini di esclusivi caffè. È la stessa borghesia che pochi anni prima ha fatto affari con la Grande Guerra, la stessa borghesia che solo sei mesi prima in quella città ha tenuto a battesimo il fascismo per difendersi dalla minaccia sovversiva sollevata e trasportata dalla rivoluzione russa. All’improvviso, in quella serata di fine estate, un’esplosione squarcia l’aria e semina il panico fra i presenti. Una bomba, destinata forse al ristorante Biffi o forse al Club dei Nobili, è esplosa in anticipo sui tempi. Unica vittima, l’attentatore.
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