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…e gli altri predicatori della morte!

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Due sono le categorie dei predicatori della morte. Alla prima appartengono i religiosi, coloro che credono ad una seconda vita, ad una vita eterna fatta di gioia. Costoro, naturalmente, cercano di dimostrare la vanità e la mediocrità della nostra vita terrena, per esaltare la vita che troveremo al di là della nostra morte fisica. La gioia è un peccato! La lotta, la rivolta, il piacere, la conoscenza sono peccati; vanità è ogni nostro sforzo per elevarci, vanità e peccato è ogni nostro tentativo per liberarci dalla schiavitù, per appropriarci del benessere.
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“Die Aktion”: Appello per la formazione del KAPD (1920) e Linee di orientamento dell’AAU-E (1921)

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Appello per la formazione della KAPD (4-5 aprile 1920)

Al Proletariato Tedesco!

La KPD-Spartakusbund, fondata da Rosa Luxemburg, Franz Mehring e Karl Liebknecht è ormai giunta al fallimento politico-morale più completo. Una cricca di dirigenti assetati di potere, è riuscita, dopo la morte di questi grandi combattenti della causa proletaria internazionale manovrando con tutti i mezzi della corruzione a sabotare (nell’interesse dei propri fini egoistici) la teoria della rivoluzione proletaria.
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Insurgent Makhnovists (3 texts) 1920

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Pause! Read! Consider!

Insurgent Makhnovists

Comrade in the Red Army! You were sent by your commissars and commanders to capture the insurgent Makhnovists. Following orders from your chiefs, you will destroy peaceful villages, search, arrest and kill people you don’t know but whom they have pointed out to you as enemies of the people. They tell you that the Makhnovists are bandits and counter-revolutionaries.
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Errico Malatesta e la violenza rivoluzionaria

 

Alfredo M. Bonanno

Nota introduttiva

Niente come la lettura di questi miei interventi al Convegno anarchico di Napoli su Malatesta del dicembre 2003 può dare l’idea di come ogni tentativo di fornire giustificazioni o condanne riguardo il concetto di violenza rivoluzionaria sia soltanto un tentativo fallito in partenza. La violenza rivoluzionaria non abbisogna delle mie giustificazioni e non può essere intaccata da qualsiasi tipo di condanna, anche se quest’ultima proviene dalle fila stesse degli anarchici.

In fondo il pacifismo è anch’esso un falso problema e non merita di essere confutato ricorrendo a molte parole.

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Bruno Filippi – Arte libera di uno spirito libero.

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Falange di tisici cronici più moralmente che fisicamente, microcefali, zoppi, gobbi, ciechi, visi orrendi, scolpiti dal vizio, dalla sifilide, dall’alcool.

Bocche sdentate, gialle, bavose, a che vomitate contro me orrendi improperi?

Tutto l’odio che vi gorgoglia nella strozza, che vi fa colare due rivoletti di bava agli angoli della bocca, non mi smuove dalla mia indifferenza.
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A Renzo Novatore

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Novant’anni fa, il 29 novembre 1922, in un conflitto a fuoco con i Regi Carabinieri veniva ucciso a Teglia (Ge) l’anarchico individualista Abele Ricieri Ferrari, più noto come Renzo Novatore. Giovane iconoclasta al tempo delle proteste contro la persecuzione di Francisco Ferrer, antimilitarista condannato a morte per diserzione durante la prima guerra mondiale, ladro e rapinatore, assalitore di polveriere durante il «biennio rosso», attentatore di fascisti e dinamitardo delle loro sedi, Novatore non si rassegnò mai ad «un mondo in cui l’azione non è sorella del sogno». Autore di moltissimi testi, la sua opera ha sempre fatto storcere il naso sia ai militanti della prassi politica che ai cultori del cicisbeo letterario.
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A Life

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To the friends of Nichilismo

 

Memories

 

“My youth was just a dark hurricane

passed through here and there by brilliant suns;

the lightning and the rain wreaked so much havoc,

 that few vermilion fruits were left in my garden.”

—Charles Baudelaire

    In a distant spring, gleaming with green and sun, my youthful spirit wandered gently through the divine forests of the sky. One day, a sad day in autumn, it came back to me, disconsolate, weeping. A groups of Angels with large, black wings accompanied it silently. It told me: “God is dead! The great Pan is dead!” The Sun went dark, rivers filled with mud, and plants trembled. Darkness wrapped the Earth in her funeral shroud. Then at my back I heard the satanic thunder of a hellish laugh. It was the laughter of the for whom I had waited, perhaps unaware, for so long: the Demon. He told me: “Come with me!” He brought me into the corrupt city where the true sun has never laid its kiss.
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Old Man Diogenes

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Han Ryner (1920)

A few years ago the University of Plantopolis had a professor of foreign literature who was considered unusual. The body of a young giant, formidable and rudimentary; large, irregular, even violent traits; a passionate physiognomy, at times lightened with malice or elevated by lyricism, at other times heavy with a reflective seriousness. Long brown hair, shaggy and standing upright, an abundant and hairy beard that met it; black sparkling eyes, buried deep beneath his bushy brows; and a mouth large as a laugh or eloquence was not the thing about him that surprised most strongly or lastingly.

Dressed in a barely decent fashion he lived, in the working class quarter, in a room that a poor student would have disdained.
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