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Nuovo numero CNA

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Croce Nera Anarchica

E’ disponibile il nuovo numero stampato di Crocenera,per richiesta copie croceneranarchica@autistici .org

costo 2 euro a copia+  1.30 euro spese di spedizione

 

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EDITORIALE

Usciamo dopo diversi mesi con un nuovo nume­ro stampato, vedendo crescere e concretizzarsi il progetto editoriale che stiamo portando avanti: attraverso il dibattito abbozzato durante le pre­sentazioni in giro per l’Italia, attraverso la pub­blicazione di informazioni ed azioni di cui si cerca di dar conto puntualmente sul blog, attraverso i contributi esterni alla redazione oltre che a quelli dei compagni in carcere, effetti­vi redattori non semplici oggetti della repressione da supportare: questo lo dimostrano sia gli arti­coli di approfondimento storico che quelli di analisi e critica su argomenti e scelte processuali più attuali che arrivano dall’AS2 di Ferrara, così come da altri con­testi repressivi. Inoltre si concre­tizza la proposta di una cassa di solidarietà ai prigionieri anarchi­ci, di cui diamo conto nella prima pagina di questo numero.

Prima di proseguire cogliamo il pretesto che ci è stato offerto dalla lettura della Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2014: in pratica la re­lazione annuale dell’ “intelligence” (con tutte le virgolette del caso…) al Parlamento sui vari peri­coli “eversivi”, interni ed internazionali, riguardo alla loro convinzione che Crocenera sia nata per ”ricompattare l’area intorno alla solidarietà rivo­luzionaria nei confronti dei compagni in carce­re, prefigurando una sorta di progetto offensivo aperto”. A noi poco importa se queste chiacche­re dei segreti servizi siano volte o meno a voler ridurre il progetto editoriale di Crocenera ad un misero (e comunque, si auspica, indigesto) boc­cone appetibile per la repressione… a noi poco importa, visto che ciò non rappresenta niente di particolarmente nuovo o eclatante, nasce piut­tosto dal loro periodico aggiornamento/travisa­mento (non potrebbe essere altrimenti) in base a quanto riescono a leggere in giro. Cogliamo in­vece questo pretesto per ribadire con forza che non ci limitiamo ad essere un misero bocconcino, vorremmo piuttosto essere quell’osso che gli si conficca nella strozza. Non solo uno strumento semplicemente volto a creare un circuito solidale nei confronti di alcuni compagni caduti nelle maglie della repres­sione, ma uno strumento in grado di offrire una panoramica su pra­tiche e prospettive dl movimento anti-autoritario ed anarchico, con la registrazione continua e pun­tuale di quanto accade su questi ed ignoti lidi – dai ragionamenti alle note pratiche conseguen­ti – nell’agire e nelle tempeste repressive, spazio aperto alla di­scussione alle differenti (e litigio­se) componenti dell’opposizione allo status quo, insomma uno specchio della bellezza e della forza che il pensiero e l’azione dei refrattari contribuiscono a costru­ire e che le schegge e le vampate della sovversione continuano ad offrire.

Di fatto non ci stancheremo mai di ribadire che il progetto è nato per essere luogo di discussione (… e di scontro) aperto, tra anarchici, accomunati da una visione viva e vitale dell’anarchia, benché animati da diverse sensibilità e tensioni. Insom­ma non abbiamo “cartelli” da sostenere, né posi­zioni, più o meno ortodosse, da difendere: sola­mente… un’esagerata idea di libertà per cui ora e sempre varrà la pena di battersi.

Il tentativo di chiudere la tensione anarchica, le tensioni di sovversione dell’esistente nel casel­lario giudiziario… non è niente di nuovo sotto il sole… e le risposte da offrir loro sono le solite.

Un’altra questione su cui spendere qualche paro­la è il fiorire di un dibattito, benché troppo spes­so abortito, su quello che si è facilmente ridotto a scambio di comunicati sulla delazione e dissocia­zione, a Milano o Torino… o Genova che dir si vo­glia, che in realtà è un dibattito abortito su quelle che sono state, potrebbero essere e saranno le prospettive, le alleanze, le progettualità, l’incisività, del movimento anarchico in questi anni, in questi lidi. Non tanto per i concetti di delazione, compli­cità rivoluzionaria, ”omertà rivoluzionaria” che do­vrebbero essere interiorizzati da anni da chiunque si definisca antiautoritario, ma per le conseguenze che questo tipo di discussioni dovrebbero instillare in qualsiasi cuore e fegato non ancora inaridito dal­le secche del “realismo” politico.

Vorremmo anche approfondire lo spinoso discor­so sul concetto di terrorismo e di violenza rivolu­zionaria, perché ci sembra che molti, anche tra gli anarchici, ne siano intimoriti, forse proprio in base a come tali concetti ci vengono periodicamente sputati contro, in forma di meri spauracchi repres­sivi. Guardando al piccolo orto di “movimento”, questo riflette e si fa condizionare dai mutamenti in atto nella società in senso lato, dalle convenzio­ni culturali e comunicative in atto, a volte la since­rità di giudizio viene scambiata in nome di un faci­le adeguamento al “sentire comune” imperante in un determinato momento storico.

Per questo riteniamo fondamentali sia i contri­buti storici (Pinelli e Bertoli come controcanto di due visioni dell’anarchismo, entrambi strumenta­lizzati e travisati sia da nemici che da “amici”) che quelli attuali, per arginare le derive mediatiche (vedi sindrome Je suis Charlie/Je ne suis pas Char­lie) e le ingenuità interpretative di movimento.

Nella stessa ottica si collocano le definizioni, troppo spesso limitanti, o le travolgenti simpa­tie… che troppo presto si tramutano, alla velocità della luce, in corrispettive delusioni, verso qualsi­asi campo di suggestione più aperta, si crei…

Sul finire dell’ubriacatura di consensi valsusina, che ormai mostra in maniera evidente la cesura tra un sogno sociale/sovversivo ed una realtà di limitato orizzonte cittadinista… si creano nuovi fronti di suggestione, per cercare di ancorarsi al sociale, quasi a voler perdere la consapevolezza che il discorso prettamente rivoluzionario esista e sia ben radicato in alcuni effettivi e seri contesti di lotta come l’esperienza di lotta di Kobane, ma a conti fatti costruire carovane umanitarie per il Rojava non è molto differente dalla mobilitazio­ne del decennio scorso per il Chiapas, o del de­cennio precedente per la Palestina. In tutti e tre i casi c’era o c’è tuttora un contesto di lotta armata rivoluzionaria in atto, il ruolo dei refrattari negli avamposti dell’occidente dovrebbe essere quel­lo di nemico interno, non di carovana umanitaria internazionale.

Siamo anarchici (e continuiamo a non credere questa una definizione riduttiva o quantomeno limitante) nemici di qualsiasi potere, refrattari ed attivi combattenti dello status quo, sia quel­lo istituzionale che quello che si sedimenta nelle risacche del “movimento”, in questo senso con­tinueremo a fomentare la discussione, a gettare semi di disordine dentro e fuori il solco del mo­vimento… che questi semi germoglino sovversio­ne nella teppa e si incistino, velenosi, nelle carni degli ignavi.

Estate 2015, i redattori della Crocenera

Teoria e pratica dell’insurrezione — Alfredo M. Bonanno

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Introduzione alla terza edizione

Introduzione alla seconda edizione

Introduzione alla prima edizione

Distruzione e coscienza

Del lavoro fatto

L’elemento contraddittorio

Del porre e del risolvere

Parte prima

I. Che cos’è l’insurrezione

Prima approssimazione essenziale

La limitatezza del movimento di massa

La struttura insurrezionale

L’obiettivo

Il progetto

La decodificazione dell’obiettivo

La violenza dell’attacco

L’occupazione

La parzialià della struttura del potere

II. Lotta rivoluzionaria e insurrezione

La necessità della prospettiva insurrezionale

III. La ribellione

Lo scettico

L’adeguarsi

La rottura

La marginalizzazione

La ribellione disordinata

La ribellione cosciente

Elementi di differenziazione

IV. La logica dell’insurrezione

V. Strategie e metodi insurrezionali

Lo sfruttamento

Strategie e metodi repressivi

Strategie e metodi rivoluzionari

Il problema della strategia

Il rapporto con il livello dello scontro

Le cose fatte a metà

Le cose ben fatte

L’autorganizzazione delle lotte

Un possibile progetto organizzativo

Di alcune porte aperte

Nessuna illusione

Parte seconda

I. “Sinistra Libertaria”

Il nostro programma

Repressione poliziesca e disponibilità rivoluzionaria

Un volantino contro le elezioni

Feltrinelli

Valpreda

Risposta al Gruppo anarchico “Franco Serantini” di Catania

Costruzione nella lotta dell’organizzazione insurrezionale

Risposta alle critiche

Un documento dei gruppi friulani di “Sinistra Libertaria”. Per i contratti

Bozza di un volantino realizzata nel corso dell’occupazione delle case a Milano

La politica come scienza del mantenimento di uno stato di malattia non estremamente grave

Il coraggio delle proprie azioni

II. I nuclei autonomi di base

Un chiarimento necessario

Uno strumento minimo di intervento per ricucire il tessuto delle lotte

Movimento autonomo di base ferrovieri del compartimento di Torino. Organizzazione del nucleo autonomo di base

III. Per l’organizzazione specifica

Chiarimenti necessari

Proposta organizzativa della Federazione Anarchica Scozzese

Schema di discussione per la stesura di un documento organizzativo della Federazione Anarchica Siciliana

IV. La lotta insurrezionale a Comiso contro la base missilistica

Premessa necessaria

La costruzione della base missilistica a Comiso si può impedire

Il movimento anarchico italiano e la lotta contro i missili a Comiso

Documento organizzativo delle Leghe Autogestite

Volantino agli operai dei servizi. (ENEL, SIP, Acquedotto e Nettezza urbana)

Lotta a Comiso e proposta di un Convegno Nazionale Anarchico

Verso l’occupazione della base missilistica

Lettera aperta al movimento anarchico da parte dei compagni anarchici attivi all’interno delle Leghe autogestite contro la base missilistica di Comiso

Insurrezionalismo e organizzazione di massa a Comiso. La lotta contro la base missilistica

Per un’occupazione di massa della base

Cosa bisogna fare per Comiso

Perché siamo per l’occupazione

Gli anarchici e la base del Partito comunista

Cosa significa occupazione di massa

Gli Americani sono già arrivati

La mafia è già a Comiso

Sindacati e lavoro pulito

Pacifismo non vuol dire attesa e rassegnazione

La realtà delle Leghe autogestite

Discorso al PCI

Tutti a Comiso. Volantino per l’occupazione

La lotta a Comiso. Elementi di critica e autocritica

V. A noi il papa non piace

Introduzione necessaria

Comizio tenuto a Trento. Piazza Fiera, 22 aprile 1995

Comizio tenuto a Trento. Piazza Battisti, 23 aprile 1995

Comizio tenuto a Pergine. 24 aprile 1995

Comizio tenuto ad Ala. 25 aprile 1995

Comizio tenuto a Rovereto

L’idea di Dio come fondamento dell’autorità

Chiesa e potere

Preti neri preti rossi preti gialli

Sulla carne di gesso

Inchiesta sull’esistenza degli angeli custodi

Tra Washington e Campo de’ Fiori

La sbirraglia clericale

Il fantasma che garantisce e uccide

Gentili redattori di “Canenero”

Proclama

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[Italia] La pobreza del cálculo

Con este artículo quiero tratar de abrir un debate que vaya más allá de la palabrería, sobre algunas reflexiones que últimamente me encuentro haciéndome y que provienen de la observación más o menos cercana de ciertas predisposiciones dentro de la galaxia anarquista que, en mi opinión, han limitado la capacidad teórica/práctica de esta. Quiero aclarar, vistos los tiempos que corren, que me interesa discutir con quien está contentx y es consciente de su singularidad y no con quien razona sin base incluyendo consideraciones y reflexiones en cualquier debate alimentando discusiones superficiales. Por eso, he utilizado la palabra “galaxia” y no movimiento, ya que este último parece un fantasma cada vez más.
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Terrores

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El Estado, con el fin del control y la represión social, no solo utiliza los instrumentos más obvios (vetos y prohibiciones, cárcel y otras formas de coerción), sino que busca difundir su normativa no escrita, su vocabulario, de cara a inmovilizar y golpear a lxs que, de forma individual o no, se oponen activamente, con ideas y con prácticas consecuentes, al estado de cosas existente.
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Presentazione cna Napoli 12 novembre

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Non abbiamo piccoli orti da difendere, ma un intero sistema di dominio autoritario che vogliamo concorrere a distruggere e gli spunti in questo senso non può che offrirli l’azione in primis. Tantomeno vogliamo scambiare un mezzo, questo giornale come utile elemento di informazione combattiva, con il fine da perseguire, ben più ampio ed ambizioso, per cui questo sarà uno strumento utile fintanto che non venga surclassato dalle urgenze della realtà. Siamo anarchici, con differenti visioni, tensioni e prospettive magari, ma comunque un certo tipo di anarchici, quelli partigiani di una visione viva, attiva e critica della propria progettualità e potenzialità, per cui privilegiamo indubbiamente le esperienze, le idee che si fanno azione -passate, presenti e future- che in questo solco si pongono.   Presentazione CNA a Napoli, mercoledì 12 Novembre, ore 16,30, Terzo Piano Autogestito, Facoltà di Architettura, Napoli. Clicca qui per scaricare la locandina.

Croce Nera Anarchica