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Paolo e Toshi ai domiciliari, Erika libera

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Dopo quasi tre mesi anche Paolo e Toshi sono finalmente fuori dal carcere. Ieri, infatti, c’è stata una nuova udienza di appello contro le misure cautelari e i giudici di turno – è Estate, e a comporre le corti al Riesame non ci sono i soliti magistrati pronissimi ai voleri della Procura – hanno deciso di mollare un po’ la presa disponendo il trasferimento dei due agli arresti domiciliari e la liberazione di Erika, che dovrà però firmare tre volte alla settimana. Una buona notizia, ma a metà: chiusi a casa, Paolo e Toshi non potranno vedere nessuno a parte i propri conviventi (come succedeva fino alla settimana scorsa a Marco, Luigi ed Erika) anche se potranno scrivere e telefonare. In più, a dar conto del clima, a casa non hanno potuto andarci con le proprie gambe – come era successo agli altri tre, e come succede frequentemente di questi tempi – ma chiusi nella gabbia di una camionetta della Polizia penitenziaria. Per Marco e Luigi purtroppo la situazione non cambia: rimangono ai domiciliari.

Tutti trasferiti

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In seguito alla decisione del Tribunale del Riesame di tenere Paolo, Erika, Toshi e Marco in carcere, è stato disposto il trasferimento dei compagni dal carcere delle Vallette.

Purtroppo non sappiamo ancora dove siano stati portati tutti, per adesso l’unico indirizzo sicuro è quello di Erika, alla quale potete scrivere a Vercelli:

  • Erika Carretto – c/o C.C. Via del Rollone, 19 – 13100 Vercelli.

 

Aggiornamento. Ecco anche i nuovi indirizzi di Marco, Paolo e Toshi

  • Marco Pisano – c/o C.C. Corso Vercelli, 165 – 10015 Ivrea (TO)
  • Paolo Milan – c/o C.C. Via Sforzesca, 49 – 28100 Novara
  • Toshiyuki Hosokawa – c/o C.C. Viale dei Tigli, 14 – 13900 Biella

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Ancora in carcere

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È arrivato questo pomeriggio, un po’ prima di quando lo si aspettasse, l’esito dell’udienza di giovedì durante la quale i difensori di Paolo, Erika, Toshi, Luigi e Marco hanno chiesto al Tribunale del Riesame la revoca delle misure cautelari emesse contro di loro in seguito all’opposizione alla retata del 2 febbraio scorso. E l’esito è pessimo, a conferma, tra le altre cose, di quanti siano numerosi i dipendenti del Palazzo di Giustizia completamente proni ai voleri della Procura: Paolo, Erika, Toshi e Marco rimangono in cella, mentre per il solo Luigi la carcerazione preventiva si svolgerà da oggi ai domiciliari (ma con tutte le restrizioni, per cui non potrà comunicare con nessuno se non con i propri conviventi). Non cambia neanche la situazione per l’unico compagno con divieto di dimora del quale si è discusso durante l’udienza di giovedì. Le motivazioni della decisione del Tribunale saranno rese note invece nei prossimi giorni.
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Immaginare la Citta’

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Ancora una iniziativa in solidarietà con Toshi, Erika, Luigi e Paolo questa mattina. Un gruppone di compagni è andato a disturbare il lavoro degli impiegati di Urban Barriera di Milano, l’agenzia comunale che si è data l’incarico – lucroso – di gestire la riqualificazione, o per meglio dire l’imposizione di un nuovo volto al quartiere da sempre proletario di Barriera di Milano. Un rumoroso volantinaggio dentro agli uffici di Corso Palermo 122, i manifesti attaccati alle vetrine, qualche discorso al megafono, alcune accese discussioni, poi al vicino mercato a volantinare.

 

Sul luogo del delitto

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Ieri pomeriggio decine di complici e solidali con Erika, Paolo, Luigi e Toshi si sono ritrovati in una parte specifica delle strade di Aurora: quella in cui tante volte si svolgono retate contro i senza-documenti. Proprio per uno di questi episodi i nostri compagni sono stati arrestati, per aver provato ancora una volta a ostacolare il lutulento lavoro di deportazione che la polizia svolge meticolosamente in tutto il quartiere. L’incrocio tra Corso Giulio Cesare e Corso Emilia, il posto scelto per l’iniziativa, è tuttavia un punto ancor più sensibile nella mappa quotidiana di chi vive da queste parti. E se è vero che crocchi di persone tutti i giorni si radunano là vicino per far due chiacchere davanti ai vari mini market internazionali, kebabbari e frullaterie, lo è anche il fatto che molti tra loro, quelli senza carte in regola, devono sempre tener alta l’attenzione. Il pericolo di trovarsi all’improvviso la via serrata dai cellulari delle forze dell’ordine, di finire reclusi nel Cie, è sempre dietro l’angolo.
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Le carte e le lotte. Ancora sugli arresti di questa mattina

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A qualche ora di distanza siamo in grado di dirvi qualche cosa di più dettagliato intorno agli arresti di questa mattina. I dati, i nomi e le accuse, intanto: la polizia è riuscita ad arrestare Erika, Paolo, Toshi e Luigi mentre Marco, fortunatamente, è uccel di bosco. Qualcuno è stato preso a casa propria, qualcun altro – pedinato, evidentemente, dagli scorsi giorni – a casa di amici. La polizia ha fatto irruzione anche nella casa occupata di via Lanino a cercare chi mancava e a notificare il divieto di dimora a un suo coimputato. Non sappiamo ancora se saranno portati alle Vallette o, come è già successo in passato in casi analoghi, in altre carceri più lontane: ve lo comunicheremo appena possibile. I divieti di dimora, cinque in tutto, sono da Torino e provincia. L’episodio che viene contestato ai compagni ve l’abbiamo già raccontato al tempo qui su Macerie: i fatti di quella sera sono stati riassunti dall’accusa nei capi di imputazione di resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata, con tutte le aggravanti del caso (il numero di persone intervenute, e il fatto che qualcuno degli intervenuti fosse “travisato”). Loretta Bianco, il Gip che ha convalidato gli arresti, ha firmato le carte esattamente tre settimane fa rimandandole al Pm – che secondo quanto dicono i lanci di agenzia sarebbe il solito Rinaudo – per l’esecuzione. Ad arresti convalidati, dunque, bisognerà aspettare qualche settimana per avere novità da un punto di vista giudiziario.
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