Abbiamo ricevuto la circolare di Gaetano Di Bartolo per la costituzione del partito anarchico (?). Quantunque pregati, non la inseriamo, perché crediamo sia meglio che sia pubblicata sui giornali che seguono un’altra condotta dal nostro.
Premettiamo subito però che il Di Bartolo è conseguentemente più logico e sincero di quelli che continuano a permanere sotto il velo dell’equivoco, ma che nella realtà sono più partitisti del lanciatore dell’appello.
Ora discutiamo. Può essere anarchico un partito? Anarchia significa ribellione, autonomia, libertà, assenza di vincoli disciplinari, coscienza pura alla volontà di tutti i sacrifici spontanei e non imposti da un numero e da una tessera. Se l’uomo per essere anarchico ha bisogno di essere un automa nelle mani di un altro uomo, io dichiaro esplicitamente di non essere più anarchico… Ma la filosofia della storia mi ha insegnato che l’anarchismo trae la sua logica d’essere dall’assenza di ogni pratica e dall’integrazione di tutte le libertà che negano l’ordine dei capi indossanti le feluche di qualsiasi potere. Il comando e l’obbedienza non possono essere anarchici. Si accomodi pure, chi ha bisogno di essere diretto, di diventare una tessera, un numero, chi ha bisogno di questo miserabile orgoglio per essere anarchico (?) si sollazzi pure… io non bevo.
Ma poi, per fare? Per la relazione degli elementi? Ma occorre proprio costituire il partito? Per sposare quella che è la zavorra? L’esperienza e la débacle di tutti gli altri partiti cosiddetti proletari non hanno insegnato nulla? A cosa gli è valsa la disciplina? Il partito è l’ambiente adatto per la soddisfazione degli ambiziosi, arrivisti, in vena di scroccare fama di arrivare… all’apogeo per poi voltare casacca quando il vento non è più in… poppa. I partiti sono gli ambienti dove gli uomini si corrompono la coscienza e seminano le rivalità; le masse cieche, stupide ed incoscienti seguono i capi, che di esse ne fanno stame per lo sfogo dei loro rancori, per l’arrivismo delle loro ambizioni. Io sono convinto che, se nel movimento operaio non fossero esistiti i partiti, il potere dei capi e l’ubbidienza dei gregari, non si sarebbe in questa situazione. Meditate su uomini e cose.
Si vuole ancora presentare lo specchietto dell’inquadramento delle forze sane? Ma l’esperienza del Partito Comunista non ha dimostrato nulla? Cosa ha fatto questo partito? Se non ci fosse ancora un’attività giornalistica sovvenzionata — si sa da chi… — anche questo partito sarebbe finito solo sotto l’egemonia di qualche ambizioso ed arrivista che vorrebbe imporre la propria dittatura e ordinare agli… altri di fare.
«Ma noi scamperemmo tutte le vie torte seguite dagli altri» sembra che vogliano dire gli ultimi arrivati del… partito anarchico (?). Già, come se l’esperienza non ci dimostrasse che il partito anarchico finirebbe nello sbocco di essere egemonia e bottega di pochi. Chi scrive, nell’ultimo decennio ha preso parte a diversi convegni e congressi ed ha smesso di andarci — ad… Ancora… Ebbene che filastrocca, che scena e che briga, sempre i soliti… intelligenti, i grandi Senussi. Uno propone, osserva o critica? Vade retro Satana! e vieni qui tu sul proscenio o cannone da… cento e spara. Magari per la platea devi dire qualcosa di differente da quello che dici nei conversari degli intermezzi di congresso. E chi ha la posa più rodomontesca emerge e sembra diventare un uomo di… Stato. Del resto nessuna meraviglia! Non ci sono già gli ambasciatori anarchici(?). E così non ci si stupirebbe se domani costituito il partito si tentasse di sopprimerci. Del resto, al congresso di Firenze, non ci fu chi fece la proposta, in vista dell’uscita del quotidiano anarchico, di sopprimere tutti gli altri giornali anarchici?
Che si è fatto poi di pratico colle commissioni di corrispondenza? Fare la bella figura in occasione del fatto del Diana? Andare a farsi prendere in giro nei comitati di alleanza e dei fronti unici? A stare eternamente in coda ai partiti autoritari? A me sembrerebbe davvero ora di finirla. Chi vuol diventare un’autorità od ubbidire, di partiti che si prestano a questo ce ne son di già perfino troppi. Ci vada chi vuole. Ma far degenerare quest’idea che è rimasta integra e sfolgoreggiante per il sacrificio volontario di tanti suoi martiri, oltre che un’incoscienza, sarebbe un’ignominia.
Ripeto: libertari o autoritari. Autoritari, se logicamente si vuol arrivare perfino ad indossare la feluca del ministro del re. Libertari, se si vuole lo scardinamento di tutte le archie, di tutti i poteri, dell’incisione di tutte le menzogne ed ipocrisie.
Premettiamo subito però che il Di Bartolo è conseguentemente più logico e sincero di quelli che continuano a permanere sotto il velo dell’equivoco, ma che nella realtà sono più partitisti del lanciatore dell’appello.
Ora discutiamo. Può essere anarchico un partito? Anarchia significa ribellione, autonomia, libertà, assenza di vincoli disciplinari, coscienza pura alla volontà di tutti i sacrifici spontanei e non imposti da un numero e da una tessera. Se l’uomo per essere anarchico ha bisogno di essere un automa nelle mani di un altro uomo, io dichiaro esplicitamente di non essere più anarchico… Ma la filosofia della storia mi ha insegnato che l’anarchismo trae la sua logica d’essere dall’assenza di ogni pratica e dall’integrazione di tutte le libertà che negano l’ordine dei capi indossanti le feluche di qualsiasi potere. Il comando e l’obbedienza non possono essere anarchici. Si accomodi pure, chi ha bisogno di essere diretto, di diventare una tessera, un numero, chi ha bisogno di questo miserabile orgoglio per essere anarchico (?) si sollazzi pure… io non bevo.
Ma poi, per fare? Per la relazione degli elementi? Ma occorre proprio costituire il partito? Per sposare quella che è la zavorra? L’esperienza e la débacle di tutti gli altri partiti cosiddetti proletari non hanno insegnato nulla? A cosa gli è valsa la disciplina? Il partito è l’ambiente adatto per la soddisfazione degli ambiziosi, arrivisti, in vena di scroccare fama di arrivare… all’apogeo per poi voltare casacca quando il vento non è più in… poppa. I partiti sono gli ambienti dove gli uomini si corrompono la coscienza e seminano le rivalità; le masse cieche, stupide ed incoscienti seguono i capi, che di esse ne fanno stame per lo sfogo dei loro rancori, per l’arrivismo delle loro ambizioni. Io sono convinto che, se nel movimento operaio non fossero esistiti i partiti, il potere dei capi e l’ubbidienza dei gregari, non si sarebbe in questa situazione. Meditate su uomini e cose.
Si vuole ancora presentare lo specchietto dell’inquadramento delle forze sane? Ma l’esperienza del Partito Comunista non ha dimostrato nulla? Cosa ha fatto questo partito? Se non ci fosse ancora un’attività giornalistica sovvenzionata — si sa da chi… — anche questo partito sarebbe finito solo sotto l’egemonia di qualche ambizioso ed arrivista che vorrebbe imporre la propria dittatura e ordinare agli… altri di fare.
«Ma noi scamperemmo tutte le vie torte seguite dagli altri» sembra che vogliano dire gli ultimi arrivati del… partito anarchico (?). Già, come se l’esperienza non ci dimostrasse che il partito anarchico finirebbe nello sbocco di essere egemonia e bottega di pochi. Chi scrive, nell’ultimo decennio ha preso parte a diversi convegni e congressi ed ha smesso di andarci — ad… Ancora… Ebbene che filastrocca, che scena e che briga, sempre i soliti… intelligenti, i grandi Senussi. Uno propone, osserva o critica? Vade retro Satana! e vieni qui tu sul proscenio o cannone da… cento e spara. Magari per la platea devi dire qualcosa di differente da quello che dici nei conversari degli intermezzi di congresso. E chi ha la posa più rodomontesca emerge e sembra diventare un uomo di… Stato. Del resto nessuna meraviglia! Non ci sono già gli ambasciatori anarchici(?). E così non ci si stupirebbe se domani costituito il partito si tentasse di sopprimerci. Del resto, al congresso di Firenze, non ci fu chi fece la proposta, in vista dell’uscita del quotidiano anarchico, di sopprimere tutti gli altri giornali anarchici?
Che si è fatto poi di pratico colle commissioni di corrispondenza? Fare la bella figura in occasione del fatto del Diana? Andare a farsi prendere in giro nei comitati di alleanza e dei fronti unici? A stare eternamente in coda ai partiti autoritari? A me sembrerebbe davvero ora di finirla. Chi vuol diventare un’autorità od ubbidire, di partiti che si prestano a questo ce ne son di già perfino troppi. Ci vada chi vuole. Ma far degenerare quest’idea che è rimasta integra e sfolgoreggiante per il sacrificio volontario di tanti suoi martiri, oltre che un’incoscienza, sarebbe un’ignominia.
Ripeto: libertari o autoritari. Autoritari, se logicamente si vuol arrivare perfino ad indossare la feluca del ministro del re. Libertari, se si vuole lo scardinamento di tutte le archie, di tutti i poteri, dell’incisione di tutte le menzogne ed ipocrisie.
Armando Diluvi
http://individualismoanarchico.blogspot.com/2012/06/verso-il-partito.html