Parla la dinamite. Bruno Filippi

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Dopo l’esplosione nel tribunale una serie di attentati ha gettato lo scompiglio e la paura nella grassa borghesia milanese. Il primo ad essere attaccato fu l’ingegnere Giovanni Breda titolare dello stabilimento omonimo e noto pescecane.

Esso sfuggì a un tentato vetrioleggiamento e a una bomba esplosa nella sua villa. Poi fu la volta del senatore Ponti, presidente della Società

mecc. lombarda. Anche contro la sua abitazione fu lanciata una bomba. Tutto però si limitò ad esplosioni formidabili e a danni alle abitazioni. La fortuna protegge i pescicani! Altra bomba alla dinamite, inesplosa però, fu trovata nella stazione centrale.

La consegna degli esplosivi prosegue alacremente! Soltanto essa vien fatta a domicilio.

È naturale che mille voci corrano sul movente di questi attentati. Il fatto che gli sconosciuti dinamitardi abbiano scelto gli alti papaveri dell’industria metallurgica, fa supporre si tratti di rappresaglia per la veramente ributtante tracotanza padronale. Mentre i signori pescicani se la spassano al Cova e al Biffi, il povero scioperante ingozza poco riso e stringe la cintola. Il capitale non si combatte a braccia incrociate e l’attesa per chi ha fame, è una lenta agonia. Ma i padroni voglion così e nascosti dietro i revolver omicidari dei carabinieri del re, fanno le fiche alla miseria.

Intanto da parte della stampa forcaiola si comincia la caccia all’anarchico, e si chiedono le solite leggi capestro. Noi non apparteniamo al numero dei pseudo sovversivi pantofolai, pronti a rinnegare ogni fede per la paura della galera. Ma a chi oggi ci accusa di avere, noi, provocato questi attentati, rispondiamo con cifre e domande lineari:

Chi seminò durante quattro anni di carneficina l’odio e il dolore? Furono i varî Graziani, luridi assassini gallonati.

Finita la guerra la belva borghese perennemente assetata di sangue, malgrado i 507,193 morti immolati al trust e alla banca, volle e vuole ancora uccidere.

Dal 13 Aprile a oggi (eccidio di Lainate, morti 3) 54 persone furono assassinate dal piombo regio. Ecco la propaganda dell’odio! Gli incettatori affamano, gli industriali mettono al bivio fra lo sfruttamento più nefando e la fame. E si grida: Bisogna produrre! Leggevo l’altro giorno che un giovane (diciotto anni!) si suicidava per mancanza di lavoro. Io domando: che cosa si deve produrre? casse da morto? Dunque la provocazione viene dall’alto. Sono i varî Breda protetti dalla camorra di stato, sono i Centanni cinici, livragatori di folle, sono i “gros bonnet” dell’esercito, lordi di sangue e furenti di libidine.

Reazione? Ben venga. Gli anarchici non la temono, troppo l’hanno affrontata.

Ormai la borghesia si è fatta il deserto intorno a sè. E ne subirà la pura legge.

dall’ICONOCLASTA!

 

Bruno Filippi