BANDITI DALLA VALLE, BANDITI IN VALLE

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La Val Susa che resiste al TAV e alla militarizzazione è un luogo che continua ad attrarre solidali d’ogni dove, incrociando e intrecciando idee, pratiche, sensibilità, esperienze.

E’ proprio questo intreccio che l’Apparato vuole colpire.

La trasformazione del cantiere della Clarea in sito militare, gli arresti, le denunce e la guerra psicologica condotta dai mass media hanno lo scopo di dividere e di demoralizzare.

Il movimento ha invece saputo respingere il ricatto della paura e rifiutare le divisioni (tra buoni e cattivi, tra valligiani pacifici e sobillatori foresti).

Un altro strumento usato dal nemico è quello dei fogli di via notificati dalla Questura a chi partecipa alla lotta senza essere residente in Valle.

Una variante democratica della vecchia “ammonizione” fascista.

Basta una violazione della zona rossa istituita dal prefetto attorno al cantiere, la partecipazione a un blocco autostradale o un semplice fermo in occasione delle giornale di lotta…e il questore decide che tu, in Valsusa, non ci puoi più venire.

Se prima i Comuni da cui bandire i solidali erano quelli vicini al cantiere, ora il divieto si estende praticamente a tutta la Valle, trasformata in un’unica zona rossa.

Non avendo mai accettato le loro truppe, le loro ruspe, il loro filo spinato, è del tutto logico che non accetteremo queste misure repressive preventive. I loro divieti sono per noi carta straccia. La Valsusa ribelle, come tutti i luoghi in cui si lotta e si condividono esperienze di libertà, è casa nostra.

Qui abbiamo percorso strade e sentieri, diviso pane e fatica, costruito rapporti e barricate. Qui abbiamo respirato i gas lacrimogeni e la voglia di riscossa. Qui ci siamo dati liberi accordi senza curarci delle leggi e dei loro manganelli. Qui ci hanno arrestato fratelli e compagni. Qui abbiamo violato recinzioni e ordinanze. Insomma, qui abbiamo vissuto.

Tutto finito con una firma del questore?

La carta non basta. Dovranno arrestarci tutti….e vedremo che succede.

Qui siamo. Qui restiamo.

Fuori le truppe dalla Valle.

 

Alcuni NO TAV banditi.