L’idiota dell’anarchia [Risposta di C.Cavalleri al blog RadioAzione.noblogs.org]

machorka32145

Riceviamo e inoltriamo:

L‘IDIOTA DELL’ANARCHIA

« … Stiamo facendo il loro gioco!!!

L’ondata repressiva degli ultimi mesi è finalmente servita, a “Lor Signori” (magistratura, sbirri 007, eccetera merda…) a farci distrarre dal loro operato, che tende a distruggere da sempre il movimento anarchico. Le minchiate dell’ultimo periodo estivo, con compagni che si sono scambiati tra di loro il termine “infame” gratuitamente, [….]. Questo è quello che vuole lo Stato con tutti i suoi apparati repressivi. Ed è così che sti pezzi di merda ottengono le loro luride vittorie. Approfittando della mancanza di solidarietà tra noi compagni sferrano altri colpi più duri, e in questi momenti male a chi ci capita di mezzo perché correrebbe il rischio di trovarsi da solo/a.
Sia chiaro, qui nessuno sta dicendo che dovrebbe esisterci una situazione tutta “Peace & Love” (o meglio detto “volemose tutti bene!”), proprio perché tale concetto non mi appartiene. I problemi tra i compagni, se di natura personale, vanno affrontati tra gli stessi medesimi compagni senza pretendere, da una parte o dall’altra, di farli diventare questioni a livello di movimento.
Mentre se problemi con alcuni compagni, fossero di natura politica, ognuno di noi (essendo anarchici) se li dovrebbe gestire individualmente come vuole, evitando, di propagandare con insistenza la calunnia ed infamare l’altro (fin dove non ci fossero prove effettive) creando dei veri e propri “TRUBINALI DELL’INCIUCIO”. … »

JEK
(Da “…A prò di ché?”, in: Affinità, A.0, n.3 (settembre 2002)


Glossarietto necessario per la comprensione del testo
(dal Vocabolario della lingua italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana – Treccani)

Infame: Di persona che, per scelleratezze o turpitudini commesse, si è resa indegna della pubblica stima …
Infamia: Condizione di disonore e biasimo pubblico grave in cui viene a trovarsi una persona che abbia commesso azioni vergognose o conduca vita notoriamente riprovevole, o chi abbia subito pene che portino come conseguenza una diminuzione dell’onore …
Idiota: (2.) Persona di scarso intendimento, stupido, deficiente…
Imbecille: Chi per difetto naturale o per l‘età o per malattia, è menomato nelle facoltà mentali e psichiche…
Dignità: Condizione di nobiltà morale in cui l‘uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch‘egli deve a se stesso …
Dignitoso: Di persona che ha il sentimento della propria dignità e agisce in modo da serbare questa intatta…
Scemo: (2.) Più com., di persona, scarso d‘intelligenza, stupido, sciocco…

Fuori Collana

Testa di cazzo: modo di dire comune per indicare quanti, pur rassomigliando alle persone, scemano di materia grigia, e pertanto di qualsiasi criterio nell‘operare e nel rapportarsi agli altri. Essendo privi di buona parte di tale materia, credono di sostituire la parte mancante con atti di prepotenza, scadendo così nell‘infamia vera e propria.

Cronologia indispensabile (anno 2013)

8 settembre: appare nel blog di “RadioAzione” lo scritto dal titolo „Messico: iniziativa sugli anarchici informali … filosofi in viaggio per riciclarsi“ . Rimando al link:
http://radioazione.noblogs.org/?p=3786

14 settembre: un compagno mi mette al corrente dello scritto apparso su RadioAzione. Mi trovo a centinaia di km di distanza da casa, per cui non posso prenderne visione se non al rientro.

15 settembre: rincasato alle prime ore e letto lo scritto, redigo un primo documento di risposta alle menzogne e insinuazioni che mi vengono sputate addosso e l‘invio all‘indirizzario email in mio possesso, oltre che al solo contatto possibile con RadioAzione (una mail), che ad oggi non ha ancora pubblicato. Di seguito il mio primo documento integrale:

Di fronte a uno o più fantasmi che si celano nell’anonimato, e che per 10 anni se ne sono stati zitti zitti in merito, ed oggi cercano di balbettare e soprattutto di insinuare, rispondo al momento alcune cose semplici semplici:

1) vi sono sempre stati compagni e compagne che si son trovati d’accordo sul non utilizzo dei media padronali, in ogni occasione e situazione; altri/altre, ed io tra questi/e, che hanno valutato luoghi e opportunità, sulla base delle cose che si fanno sul territorio, di accettare o meno possibili interviste, giusto o errato che per gli altri fosse allora e che io oggi la valuti in un modo o nell’altro. Certo è che il silenzio nei miei confronti, pur essendo note la mia residenza e le mie attività di movimento mai dismesse, da parte di “anonimi” che non solo non si firmano e mi negano ogni possibilità di raggiungerli nella loro residenza per un confronto, solleva forti dubbi e sulla reale identità dell’autore, e sulle reali ragioni della sua infame azione, ancor più se costui, ritenendo così infamante il rilasciare interviste ai media (radio-tv-carta stampata) evita in un lungo panegirico e vari gargarismi ad esempio di nominare anche una mia intervista rilasciata (intorno all’epoca di quella televisiva) ad un periodico di regime, in altro paese, nell’ambito di iniziative organizzate da una nota situazione di movimento e da questa propostami; situazione di movimento che il Nostro, se davvero fosse anarchico coerente (ma che prudentemente si para il culo dichiarandosi incoerente – facile no, tentare di scansare ogni responsabilità?) dovrebbe condannare (cosa che si guarderà bene dal fare pure nel più totale anonimato);

2) data l’urgenza della risposta all’infamia e nella situazione particolare immediata in cui mi trovo non posso che riaffermare la mia maniera di intendere e praticare l’intervento anarchico insurrezionalista, che vada bene o meno bene ad altri/e, come l’ho da diversi lustri maturato, senza nascondermi nell’anonimato; e non mi sono di certo smentito nella intervista di cui “mi si accusa”.
«Il concetto di rivoluzione. Si intende col termine rivoluzione il mutamento radicale di uno stato di cose. Rivoluzione sociale indica il mutamento radicale di una data società e, in epoca capitalistica tale concetto afferma la necessità (e volontà) del mutamento radicale della società in funzione di nuovi rapporti materiali e spirituali in cui sia impossibile lo sfruttamento, l’oppressione, la servitù.
«Ritengo che per l’anarchismo il rivoluzionamento sociale così concepito, possa scaturire esclusivamente dalla insurrezione generalizzata.
«Per insurrezione s’intende qui, quel momento distruttivo di legami, ruoli, istituzioni, sedi, uomini del potere costituito. Insurrezione generalizzata esprime quella realtà in cui tale distruzione è operata da parti consistenti delle masse subalterne.
«Risulta pertanto evidente che il momento dell’uso della violenza, anche da parte rivoluzionaria e non solo da parte del potere, è implicito nel concetto medesimo di insurrezione. Ma il ricorso alla violenza, il momento dell’uso delle armi non esaurisce né il processo rivoluzionario né il momento dell’insurrezione, almeno per l’anarchismo. Il progetto d’intervento anarchico insurrezionalista situa l’uso delle armi nel contesto complessivo della lotta, in sincronia ed a sostegno di ogni altro momento dell’intervento …» (Dalla intervista a Conspiracion Acrata).

3) Come minimo sarebbe opportuno pertanto che l’incoerente anonimo non solo precisasse cosa è che gli prude, se la posizione mia che emerge anche dall’intervista, oppure se il fatto in sé di averla accettata, oppure ancora se per entrambe le questioni. Se non altro avremo un preciso oggetto del contendere.

4) Più di tutto, per quanto incoerente sia l’anonimo, è opportuno metterci alla pari, per l’eventuale confronto: il mio nome e cognome è noto e pubblico, il mio indirizzo altrettanto. E il suo?

Ovviamente sarebbe corretto (salvo manifesta incoerenza), che si pubblicassero integralmente queste mie righe, dalla prima all’ultima, NELLO SPAZIO CHE MERITA

Costantino Cavalleri
via mons. Melas, 24 – Guasila (a una 40.ina di km da Cagliari, in Sardegna, regione del pecorino).
(Data la vigliaccata di aver pubblicato l’oscenità fin dall’8 settembre, senza che ne sia venuto a conoscenza fino a ieri sera, questo è quanto al momento ho da ribadire)

17 settembre: su radioazione viene pubblicato un nuovo intervento (che lascio al lettore giudicare anche sul piano grammaticale) dal titolo „Un chiarimento aggiornato“, che viene postato a mo‘ di cappello dell‘articolo precedente.


Impegnato in serie vicende di movimento ho dovuto, per questioni di priorità, rimandare di qualche decina di giorni la risposta definitiva all’infame operazione del blogger di RadioAzione.
Prima di entrare nel merito del contenuto dico due cose sul metodo utilizzato dall’autore degli scritti che mirano ad infamarmi.

– IL TITOLO:  «Messico: iniziativa sugli anarchici informali … filosofi in viaggio per riciclarsi …».
Siccome nell’articolo si parla solo di una “persona”, è evidente che si è operato alla stessa maniera dei media padronali: giocare sul titolo (anche se afferma il falso) per rendere più appettibile la merce. L’evidenza della “discrasìa” fra il titolo e l’articolo, è stata fatta notare all’autore, come afferma egli medesimo in quella sorta di cappello aggiunto il 17 settembre, ma il Nostro, invece di prendere atto della cazzata commessa e porvi rimedio, correggendola, avanza confusamente giustificazioni improponibili, blaterando sul plurale majestatis (ben conosciuto di certo ai filosofi che sanno ovviamente farne buon e corretto uso) che non vi entra assolutamente nulla!

– L’ICONOGRAFIA.
In testa allo scritto, a mo’ di illustrazione didascalica, il Nostro ha pubblicato la foto di una pecora, replicando in tal modo il concetto che dei sardi viene quasi quotidianamente esternato dai più gretti razzisti. Uno degli episodi che mi sovvengono, è l’affermazione pubblica (di qualche anno fa) del Savoia mancato re d’Italia, sputtanato dal meccanico che gli rimise in sesto il suo “barcone”, in un porto del Nord Sardegna, ma al quale non pagò il conto: ebbene il Savoia re fallito nel tentativo di screditare l’onorabilità del meccanico, fece ricorso all’icona razzista secondo cui i sardi puzzano come le loro pecore. Ora, che un sedicente anarchico ricorra a momenti chiaramente razzisti a sostegno dell’operazione finalizzata ad infamare una qualsiasi persona mi pare la dica tutta su di lui. (Posso comunque assicurare il lettore che il fetore di certe merde umane è ben più stomachevole e della puzza delle pecore e della mia).

– L’ANONIMATO.
Rimarco la vigliacca, oltre che infame operazione dell’autore che si nasconde nel più assoluto anonimato, metodo prettamente inquisitoriale tutt’ora in auge presso tutte le istituzioni dello Stato.


– PRASSI STALINISTA
.
La correttezza, non solo degli anarchici per carità, ma di qualsiasi persona onesta, vuole che le accuse rivolte contro chiunque siano contestualmente accompagnate dalle prove; ma ciò non vale per l’infame anonimo di RadioAzione. Il quale in Messico: Iniziativa sugli anarchici … come “prove” della sua insinuazione riporta solo le sue parole e … quelle di “chiunque” parlerebbe male del sottoscritto. In Un chiarimento aggiornato, promette che “appena possibile si renderà pubblica l’intervista su questo blog”, senza che, a distanza di 3-4 settimane ciò sia stato fatto. È il modo di agire tipicamente stalinista: fai circolare su qualcuno la menzogna più infamante, tanto a furia di ripeterla diverrà verità per i più. Ve le ricordate (tra le altre molteplici) le accuse degli stalinisti spagnoli (e non solo) contro i comunisti del POUM, accusati, con tanto di prove che sarebbero state rese pubbliche in un secondo tempo, di essere al soldo dei fascisti e dei tedeschi?

Date queste caratteristiche proprie dell’Anonimo infame, è ovvio che si sia ben guardato dal pubblicare, anche solo come commento al suo scritto, la mia prima mail che inviai pure a RadioAzione.


Dello scritto Messico: iniziativa sugli anarchici informali … filosofi in viaggio per riciclarsi … qui di seguito riporto la parte che interessa il sottoscritto.

«… Senza internet non avremmo mai saputo che dall’altra parte del globo ci sono anarchici che guardano affascinati a qualche “elemento” (mi disturba chiamarlo individuo) che in Italia lascia interviste alle reti televisive nazionali sul come dovrebbero comportarsi o meno gli anarchici “informali” e insurrezionalisti. Tale “elemento” per circa 15 minuti davanti alle telecamenre della TV di Stato (Rai 2) ha criticato gli attacchi della F.A.Informale e di altri compagni all’indomani dei pacchi bomba e dell’attentato vicino alla casa dell’ex premier Romano Prodi.
Ma non solo … perché ha criticato, attraverso la sua saggezza salata come un pecorino, qualunque azione fosse avvenuta in quel periodo in Italia.
Ora tale “elemento” approfitta di una gita in Messico per lavarsi la faccia, perché sa che dall’altra parte del mondo non guardano la TV italiana e quindi va a dare lezioni di filosofia sull’insurrezionalismo o anarchismo informale”. [Le virgolette a chiusura di informale non risultano mai aperte, per cui al lettore indovinare se si debbono togliere o meno].
Certe cose vanno dette ai compagni ignari e non vanno tenute nascoste perché come accade spesso in Italia (parlo solo del “bel paese” perché conosco bene la situazione) si fa buon viso e cattivo gioco.
Chiunque parla male di „elementi“ come questa persona ma chiunque, facendo finta che la cosa non gli riguarda, gli fa richiesta di libri e opuscoli per riempire gli scaffali delle biblioteche anarchiche.
Alla dignità si preferiscono scaffali di saggezza … sic».

Siccome l’Anonimo si limita a sproloquiare senza che a sostenere le sue infamie vi sia uno straccio di prova, credo che faccia riferimento all’unico espisodio ove una mia intervista rilasciata per il circuito regionale TV sia stata rimandata in onda a livello nazionale. Se ne può prendere visione all’indirizzo: http://youtu.be/_Bg-X5aKqQA
Chi prende visione del filmato, anche con un minimo di attenzione si rende conto che il testa di cazzo non sa neppure di che cosa scrive. Al più si basa su nebulosi ricordi di qualcosa che ha visto e sentito ben 10 anni fa (circa), oppure, molto più semplicemente sul sentito dire.
Emergono invece dai suoi scritti, e ben sostanziose, la sua acredine e le molteplici falsità, difficilmente riscontrabili in così poche righe in scritti anche del peggior nemico (questi, servizi segreti inclusi, se non altro, usano studiare le fonti a cui attingono le notizie per costruirvi sopra quel che gli pare). Di seguito l’elenco di tutte le falsità dell’infame:

a) non ho mai, ad alcun media che non fosse a circolazione regionale, rilasciato interviste, RAI nazionale inclusa. È pertanto falso che ne avrei rilasciato a RAI 2;
b) è falso che avrei criticato per circa 15 minuti gli attacchi della F.A.Informale o di chicchessia, risultando invece che mi si è fatto parlare per 1 solo minuto e 24 secondi;
c) è falso che nella intervista da me rilasciata vi entri in qualche modo Romano Prodi, la F.A.Informale e altre situazioni specifiche di movimento;
d) è ancora falso (a maggior ragione) che abbia mai preso anche solo un centesimo o una della vecchie lire per una qualsiasi intervista, come invece con veemenza tipica dei testa di cazzo menzogneri colti con le mani nel sacco, afferma l‘anonimo imbecille, secondo il quale avrei anche intascato «del denaro dato che i signori della Televisioni sono molto caritatevoli nei confronti di chi rilascia interviste così lunghe …» (Ved. “Un chiarimento aggiornato”, cioè l‘aggiunta di menzogne alle menzogne!).

Se invece dell’acredine e fretta di svolgere il ruolo di castigamatti, l‘idiota si fosse comportato correttamente, andando a verificare la fonte delle sue “straordinarie” notizie, avrebbe scoperto probabilmente che l’intervista cui si riferisce venne riproposta su RAI 3 nazionale (non su RAI 2 come asserito), nel corso del programma “Ballarò”, e che essa la rilasciai per un servizio di RAI 3-Regione Sardegna al giornalista Paolo Piras per il servizio “Anarchia in Sardegna” regolarmente andato in onda su Rai Sardegna e replicato nella rubrica del sabato “TG Regione-Settimanale” del 17 gennaio 2004. Eccolo al link: https://www.youtube.com/watch?v=s4E8rgeaDXU

Non posso, a distanza di 10 anni, ricordare esattamente il giorno che rilasciai l’intervista, ma non è affatto improbabile che essa risalga addirittura ad un periodo precedente l’arrivo del plico esplosivo a Romano Prodi (27 dicembre 2003); però è certamente precedente l’arrivo (lunedì 12 gennaio 2004) della busta contenente proiettili e quant’altro al suo recapito e imbucata in Sardegna. Infatti, il programma “Ballarò” di cui si tratta, andò in onda il giorno martedì 13 gennaio 2004, ed avendo attinto al programma regionale la mia intervista (servizio già bell’e pronto chissà da quanti giorni) ne consegue che l’infame è pure un grosso imbecille.

Dica chi legge queste righe e prende visione dell’intera documentazione, se una carogna che agisce in questo modo può vantare anche una sola briciola di dignità!
E per terminare con lui, se davvero volesse riacquistare quel minimo di credibilità per evitare di sprofondare nel letamaio, prenda l’esempio dell’autrice dell’opuscolo contro l’aborto (cui fa riferimento nel suo “Aggiornamento necessario”), che quando si è resa conto di aver attinto a fonti menzognere e a fotomontaggi, ha conseguentemente accettato l’errore e lo ha pubblicamente ammesso! Cfr il link: http://www.informa-azione.info/lettera_di_silvia_guerini_in_merito_alla_non_pi_diffusione_di_aborto_spunti_critici_di_riflessione
Risulterà evidente al lettore che l’infame operazione nei miei confronti è stata tentata da persona poco onesta, peraltro ignorante e infine bugiarda e imbecille, a cui evidentemente nulla importa della propria dignità e ancor meno di quella degli altri.

PERCHE’ INTERVISTE AI MEDIA LOCALI-REGIONALI?

La ragione per cui sono intervenuto, qualora lo abbia ritenuto positivo, nei media locali (“regionali” sardi) non consiste in estemporanei “pruriti” personali, bensì origina nel progetto complessivo d’intervento nella mia terra, tra la gente in mezzo alla quale vivo e mi relaziono da quando sono nato.
Per comprenderla appieno (poi ciascuno può condividerla o meno) è necessario partire dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, dalla particolarità del movimento anarchico in Sardegna nel corso dei decenni (caratterizzato dalla sua incostante presenza operativa a livello collettivo), e dalla specificità isolana per storia, cultura, rapporti sociali e processi di colonizzazione in corso.
Negli anni post sessantotto e in particolare negli anni ’70 vi fu un rigoglio di individui e gruppi operativi in tutto il territorio nazionale sardo. Prese avvio la riflessione, e quindi l’analisi della realtà sociale sarda al fine di operare un anarchismo radicato nei territori ove si era presenti, così che tra la fine di quel decennio e gli inizi del successivo approdai al progetto di massima che ancora coltivo, ampliato e corretto là ove si rende via via necessario.
Dai primi anni ’80, così come altrove, prese avvio quel riflusso generalizzato che interessò pure il movimento anarchico sardo, così che per anni operai all’inizio con pochi compagni, in seguiito quasi completamente solo, e poi in gruppi più o meno consistenti intervenendo in molteplici settori, in pratica in quasi tutte le zone della Sardegna. Fino ad oggi.
Il progetto anarchico insurrezionale, sostanzialmente inserito nell’ambito della lotta per l’autodeterminazione dei singoli e delle comunità (si coniò, in occasione del Primo incontro internazionale anarchico – tenuto a Guasila nel 1985 – il termine anarcoindipendentismo per indicare gli spezzoni di movimento operanti nell’ambito delle lotte di liberazione nazionali), originato negli anni a cavallo dei decenni ’70 e ’80, è stato portato avanti costantemente fino ad oggi nonostante quei saltuari vuoti di presenza collettiva che nell’arco di 40 anni si son succeduti nel nostro movimento. La mia costante presenza in molteplici situazioni sociali di lotta, nella specifica condizione anche soltanto demografica sarda – poco più di 1 milione e mezzo di anime distribuite in quasi 300 centri abitati consistenti in gran parte in paesi e paesini al di sotto dei 3.000 abitanti – ha fatto di me una “persona assai nota” in molteplici località, ove ho potuto conquistare quel minimo di fiducia e stima indispensabile per essere credibili a livello personale, e fungere da possibile referente nell’ambito delle lotte.
Se costante è stato il mio impegno nel corso dei decenni, costante è stata anche l’opera repressiva e mistificante del potere costituito nei miei confronti, mirante a “togliermi di mezzo” senza dubbio, ma preventivamente tentando in tutti i modi di crearmi attorno il vuoto sociale. Magistratura e sbirri di ogni genere, forti dell’esperienza colonialista secolare, preparano anticipatamente le modalità di “bandire” dal consorzio umano, cioè dalla vita “libera” nella propria comunità, gli individui particolarmente refrattari all’ordine sociale imperante. A tale scopo, strumenti utilissimi risultano i media, sempre disponibili a diffondere le tesi e le cosiddette veline di questure e caserme varie. Tuttavia nell’ambito ristretto isolano, anche i media padronali devono se non altro sentire (quando si fanno sentire) le campane di chi cade nella rete repressiva, o di quanti vengono demonizzati allo scopo di renderli invisi alle comunità. Contrariamente a mille altri ribelli sociali, “banditi” per legge e costretti alla latitanza o alla galera, io ho ritenuto valido, in molteplici occasioni, suonare la mia campana anche nei media nazionali sardi in tante di quelle operazioni repressive e giornalistiche che hanno mirato a “clandestinizzare” l’agire anarchico (e me personalmente) che mi ha visto impegnato per 4 decenni. Se non altro qualche rintocco di quella campana arriva anche là ove nell’immediatezza è impossibile arrivare con i nostri strumenti editoriali.
Ho sempre rifiutato, perché non vi ho mai visto nulla di utile per il progetto rivoluzionario, ogni intervento in qualsiasi media non isolano.
Diversi compagni, da tempo, mi hanno in molteplici occasioni manifestato il loro radicale dissenso da questo mio modo di utilizzare anche i media padronali; ma non hanno mai messo in discussione né il mio anarchismo, né la fiducia che si deve ai compagni seri.
Oggi devo riconoscere che nelle mie valutazioni ho fatto un errore madornale: ho sempre tenuto conto soltanto della possibile strumentalizzazione che i media padronali possono fare delle mie interviste, ed ho ritenuto quasi sempre che il gioco valeva la candela. L’errore è consistito nel non aver valutato nella maniera dovuta la malafede, l’arroganza, l’infamia di chi vorrebbe essere dalla stessa mia parte della barricata. Oggi ne devo prendere atto!

Terminato ai primi di ottobre del 2013

Costantino Cavalleri

http://informa-azione.info/hhggg