“Perché se gli ultimi devono essere i primi, non potrà essere se non dopo uno scontro a morte tra i due protagonisti. Quella volontà affermata di far passare gli ultimi in testa alla fila, di farli ascendere ad un ritmo (troppo rapido, dicono alcuni) sui gradini che definiscono una società organizzata, non può trionfare se non quando vengono messi sul piatto della bilancia tutti i mezzi inclusa, ovviamente, la violenza…”
Frantz Fanon (I dannati della terra)
Aachen, 27 maggio 2009
Caro Mauri,
oggi,
un compagno in comune è venuto a darmi la notizia della tua morte…
Sapere che non sei più fisicamente tra noi è un qualcosa che mi ha
profondamente colpito…
Certo, la mia commozione non è “identica”
a quella dei tuoi genitori (i quali abbraccio e accompagno nel loro
dolore), in quanto i nostri genitori desiderano che sopravviviamo ad
essi, che continuiamo a vivere, che costituiamo una famiglia… cose
del genere. L’amore di una madre non si cura delle
condizioni/condizionamenti di natura politica… Ma vivere è ben più
che sopravvivere, perdurare, “riprodursi” e così via. Vero?
Non è la tua morte quella che ci spinge ad agire, ma quel che hai incarnato
in vita: un’esistenza ribelle e solidale, anarchica e
internazionalista, compagno dei compagni: prigionieri e/o “liberi”…
La tua morte è un “incidente”… avviene in tutte le “professioni”, in
tutti i lavori, da tutte le parti… ed è anche una disgrazia…
La tua bomba non era rivolta contro il Popolo, contro la buona gente, contro la gente povera o “innocente”…
Il tuo ordigno artigianale era rivolto contro un simbolo/struttura del
dominio e della repressione: dominio e repressione che colpiscono noi
tutti; anche se siamo in pochi quelli che scegliamo di colpire chi ci
opprime con “qualcosa in più” dei seri discorsi da “anarchismo
accademico”…
La complicità non scaturisce da “sentimentalismi
sbavanti”, ma dal nostro riconoscerci in tutti quelli che, come noi,
lottano/lottiamo per giungere alla fine del dominio partitocratico e
capitalista, del controllo sociale e di questa abominevole
rassegnazione politica…
Trovare complici che combattano (e
comprendano teoricamente) tutto lo spettro del dominio (non solo gli
aspetti “parziali”… anch’essi importanti) e farlo con tutti i mezzi è
un qualcosa di raro in questi tempi d’alienazione, conformismo,
annichilimento… ma ce ne sono; e tu ne sei un esempio.
Non è strano che i pennivendoli (nemmeno è un “caso”) scrivano nei loro
giornalacci del tuo “corpo martoriato”, delle “viscere sparse”, ecc. …
per descrivere la tua morte. La tua morte “deve” servire per intimorire
gli “altri”, per screditare le idee, per negare l’azione contro la
reazione… La tua morte “deve” essere investita politicamente e
ridotta ad un “avvenimento”: cose che “accadono”… come se la
dittatura capitalista e l’oppressione non possano esser messe in
discussione… solo le nostre morti/detenzioni/torture devono essere
“avvenimenti” perché noi siamo esclusi dalla condizione di “soggetto”;
perché siamo nulla/niente… Ma è proprio così?
Tutti noi, i nessuno, gli annullati, i “radicali”, che non valiamo nemmeno il prezzo
di una pallottola, siamo pienamente coscienti di tutto, del ruolo che
svolgono i media e tutte le istituzioni dello Stato/Capitale.
No… non ci spaventa vivere o morire con dignità, perché è proprio questo (e
molte altre cose) che ci differenzia sostanzialmente da tutti i
“tele-colonizzati”, gli “zombi”, i “transfughi”, i “mercenari”, i
“venduti”, ecc., ecc. …
Non ti piangeremo (anche se soffriamo per
la tua perdita) ma ti emuleremo. A proseguire sul tuo sentiero, a
continuare nell’impegno per la solidarietà ed il mutuo appoggio, ad
organizzarci in maniera informale e a diffondere le idee!
Inutile dire che là dove si fabbrica la “opinione pubblica”, là dove si
traffica/specula con quel che è in comune per privatizzarlo; là dove si
commercia/regola/amministra la nostra esistenza; là dove si sperimenta
sugli atomi e sulle nanotecnologie, ecc., ecc., là saranno/saremo tutto
noi che abbiamo la stessa idea/intenzione che ha animato la tua vita
compagno Mauri… sempre presente!
Gabriel
Aachen, Germania
Gabriel Pombo Da Silva
c/o JVA Aachen
Krefelderstrasse 251
52070 Aachen
Deutschland