Report udienza 14 Novembre del “Processone per i fatti del 15 Ottobre 2011″ e Presenza solidale alle udienze del 3 e 12 Dicembre alle ore 9

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La libertà non si paga, si strappa giorno dopo giorno!

 

Giovedì 14 novembre si è svolta la settima udienza del processo in primo grado per i fatti del 15 ottobre 2011.


 

In un aula sempre troppo piccola per contenere i numerosi avvocati delle parti civili e soprattutto dei 18 imputati più tuttii compagni e le compagne presenti all’udienza e le numerose forze dell’ordine si è svolta una lunga udienza durante la quale sono stati sentiti 3 testi del Pubblico Ministero Minisci.

 

In particolare in questa udienza è stato sentito il Sostituto Commissario della Digos di Cosenza, Cassano.
Poi è stato sentito Rago, anche egli in forza alla Digos della Questura di Cosenza e poi doveva essere ascoltato Ajello, sempre della Digos di Cosenza ma alla fine ha rinunciato per motivi che spiegherò inseguito.

Poi è stato ascoltato a lungo Mirko Palozzi, della Digos di Roma.

 

E’ stata una udienza molto complessa durante la quale sono state poste dai legali della difesa numerosi eccezioni, valutate e respinte praticamente tutte (tranne mezza) dai giudici della nona collegiale, segno di quanto siano prevenuti e di quanto l’idea che la sentenza sia già stata scritta per processo.

Cassano ha parlato a lungo del compagno e amico Gaetano Azzinnaro, affermando di conoscerlo per la sua militanza nel CPO Rialzo Occupato e nel Comitato Prendocasa e anche per il suo essere un ultras del Cosenza calcio. Cassano non era a Roma il 15 Ottobre, ha detto di aver ricevuto la foto accluse nel fascicolo già segnate con un cerchio rosso, riguardanti Gaetano, segno evidente di un lavoro investigativo non svolto da lui stesso, ma basato su un lavoro pregiudiziale. In queste foto di riconoscimento, quello che la Procura accusa essere Gaetano Azzinnaro non compie nessun reato: si trova semplicemente con in mano una volta un sampietrino, una volta uno specchietto. L’avvocato Crisci ha svolto un significativo controesame sul perché la Digos ha inviato foto già segnate con un cerchio rosso indicante Gaetano Azzinnaro, e ne ha discusso l’attendibilità in merito alla zainetto da lui indossato, la marca, ecc ecc
Ha posto domande sul lavoro politico del Rialzo e del Comitato Prendocasa evidenziando che svolgono appunto un lavoro politico, sociale e culturale nella città di Cosenza.
Romeo ha chiesto all’agente se era in grado di riconoscere i luoghi i cui il soggetto indicato come Gaetano Azzinnaro sia stato riconosciuto ma Cassano ha detto che non era a Roma quel 15 Ottobre.
Poi, il colpo di scena: l’avv Romeo ha chiesto alla Giudice di mettere a verbale che il secondo agente della Digos di Cosenza, Rago, che doveva testimoniare dopo Cassano era in aula contravvenendo alla legge che dice che i teste non possono assistere alle udienze del processo in cui devono testimoniare. In quel momento l’agente Ajello, anch’egli presente in aula esce silenziosamente ma in diversi segnaliamo la sua presenza durante la testimonianza di Cassano.
La difesa ha chiesto l’annullamento di questa testimonianza ma anche stavolta la Corte respinge l’istanza della difesa e permette all’agente Rago di testimoniare limitandosi a mettere a verbale la stessa.
Rago ribadisce che le foto son arrivate già cerchiate dalla Digos di Roma a quella di Cosenza, parla di Azzinnaro e di Parise, segnala che Parise solitamente ai cortei gira da solo, con un grande bandierone rosso, sempre a volto scoperto. Più volte si lascia andare a valutazioni invece di attenersi ai fatti ma Romeo e Crisci contestano questo suo atteggiamento facendolo notare più volte alla Corte (che se ne frega, comunque).
Rago risponde sempre in modo impreciso alle domande svolta dalla difesa. Dice di conoscere bene Parise da anni lasciandosi andare a diverse valutazioni sul soggetto ma poi non sa nemmeno che lavoro svolge.
Emerge un pregiudizio della Digos di Cosenza nei suo confronti e la cosa viene sottolineata dalla difesa ma la Corte, incredibilmente non ne tiene conto…
Infine il PM Minisci rinuncia al terzo teste Ajello, presente in aula durante la testimonianza di Cassano, con la scusa che tanto direbbe cose già dette…

Sale sul banco dei testimoni il pezzo forte della Digos di Roma, Mirko Palozzi.
Paolozzi è preparato, a pappagallo, sulla sua relazione assai lunga ma assolutamente impreciso quando deve rispondere alla domande della difesa.
Inizia dicendo che il lavoro investigativo, questa volta come raramente accade, è stato svolto in coordinazione con il Gabinetto della Polizia Scientifica e i ROS.
Ha parlato a lungo del lavoro di individuazione attraverso video e foto dei diversi manifestanti da lui definiti violenti. Ha incredibilmente nominato più volte anche alcuni manifestanti che non solo non sono stati rinviati a giudizio per alcun reato ma che neanche sono stati indagati, evidenziando un pregiudizio investigativo notevole.
Ha ricostruito lo svolgimento, secondo il suo punto di vista, del corteo nella prima parte, in particolare in merito ai fatti contestati ad alcuni imputati davanti al supermercato Elite.
Ha sottolineato spesso che il camion presente in quella circostanza era del “Centro sociale Acrobax” (cosa che andrebbe contestato sia fuori che dentro l’aula poiché in realtà era il camion di uno spezzone politico-sociale assai più ampio del Loa Acrobax).
C’è stata una lunga analisi dei fotogrammi che ha pesantemente puntato il dito contro alcuni degli imputati del processo. L’individuazione è stata fatta in diversi momenti, a partire dal 18 ottobre 2011 per proseguire fino al 3 Novembre 2011 e continuare fino al 8 maggio 2012.
Romeo ha richiesto l’inutilizzabilità malapartem dei fotogrammi estratti dal video di Sky TG 24 in data 18/10/2011 poiché il materiale non è stato accluso agli atti e non è stato depositato. Più volte la difesa ha chiesto questo materiale ma la Procura non lo ha consegnato.
Dopo una breve consultazione interna la Corte ha deciso di accludere comunque i tre fotogrammi estratti dal video in questione in cui è possibile riconoscere gli imputati. Accantonando, per ora, la decisione se accludere l’intero video oppure no.

Mentre dopo un’ennesima eccezione la Corte accettava di mettere agli atti solo i fotogrammi e le didascalie e non tutta la relazione di servizio firmata da Palozzi ed altri fatta sulla base del video di Sky. 
Vi è stata una chiara opposizione della difesa all’analisi dei fotogrammi esposta da Minisci e da Palozzi, che hanno contestato l’ipotesi sostenuta dall’accusa che gli imputati abbiamo tentato di travisarsi ripetutamente prima e dopo i fatti dell’Elite.
Dopo il controesame si è passato alla posizione di Ceccarelli.
Sempre Paolozzi ha parlato del riconoscimento dello stesso avvenuto in due tempi.
Sono stati analizzati diversi fotogrammi (ben 16) relativi alla manifestazione del 15 Ottobre 2011 e quella di Milano e infine quella di Roma, della Fiom, del 9 marzo 2012.
L’avvocato Rossi Albertini ha contestato fotogramma per fotogramma il modo in cui è stato fatto il riconoscimento.
In questo caso Palozzi ha parlato di 40/50 violenti attenzionati.
Sulla vicenda di Ceccarelli anche l’avvocato della BPL è interventuto con diverse domande.
Infine si è parlato di Luigi De Santis, del suo riconoscimento, di come è stato svolto dalla Digos, in merito al quale il suo avvocato non ha eseguito nessun controesame.
Alla fine il Tribunale ha ribadito di aver rigettato tutte le opposizioni svolte dalla difesa.

Al termine dell’udienza sono stati programmati i testi per le prossime udienze ovvero quelle del 3 e 12 dicembre nelle quali verranno ascoltati:nella prima Messina, Di Prete, D’Andrea, Brachetta, De Angelis.

L’invito quindi è quello alla presenza in aula anche alle prossime udienze del 3 e 12 dicembre alle ore 9  e di continuare a seguire lo svolgimento di tutto il processo le cui udienze sono state già fissate sino ad aprile 2014

E infine serve il sostegno di tutti e tutte per sostenere le spese legali organizzando iniziative e inviando benefit tramite:

 

Bonifico bancario intestato a: Cooperativa Culturale Laboratorio 2001
Codice IBAN: IT15 D076 0103 2000 0006 1804 001
Causale: “15 Ottobre”

 

Libere tutte Liberi tutti

http://www.inventati.org/rete_evasioni/?p=1154

 

Considerazioni sul processo alla sommossa del 15 ottobre 2011

Riceviamo e pubblichiamo:

Considerazioni sul processo alla sommossa del 15 ottobre

Le aule di tribunale sono asfissianti e ignobili. A volte capita di doverci passare del tempo perché le proprie aspirazioni, le proprie scelte sfuggono all’incasellamento nel quale il sistema capitalista vuole farci vivere. A volte dei nostri compagni e delle nostre compagne, o dei complici di strada, si trovano ad essere messi sotto processo e si sente l’esigenza di non lasciarli soli e sole nell’affrontarlo.
Per questo ribadiamo l’esigenza di seguire lo svolgimento delle udienze del processo del 15 ottobre. Per non lasciare soli i compagni che sono privati della loro libertà e vengono in aula per incontrare uno sguardo complice e amico, alla faccia della magistratura e della polizia che li vorrebbe isolare.

Prossime udienze:

3 dicembre, ore 9:30
12 dicembre, ore 9:00
Tribunale, Piazzale Clodio – Roma

Anche per chi vorrebbe fare di ogni tribunale un cumulo di macerie fumanti appare chiaro che alcuni processi hanno un valore fortemente propagandistico per lo Stato, e sono una sorta di investimento repressivo: togliersi un po’ di grane di torno, dare l’esempio, oliare una macchina giudiziaria affinché sia sempre più efficace nello scongiurare l’incubo di una generalizzazione del conflitto sociale, dell’insurrezione. In questo quadro i processi per le sommosse assumono un’importanza centrale. Con le condanne di Genova 2001 si è sdoganato l’uso politico del reato di devastazione e saccheggio, sperimentato per anni in situazioni di scontro negli stadi. Il processo per la sommossa del 15 ottobre 2011 è un’altra mossa nella loro scacchiera. Ma dentro lo stesso disegno c’è il processo per il 3 luglio in Val di Susa. Abbiamo letto un contributo di alcuni compagni e compagne che hanno presenziato a questo processo e non possiamo non notare delle somiglianze per quanto riguarda il comportamento dei giudici e dei PM. I primi non fanno che assecondare i secondi. In
entrambi i processi l’accusa prende più volte parola al posto del giudice, interrompe gli avvocati della difesa. Vengono ammessi teste e prove nonostante incongruenze palesi che sfidano qualsiasi logica, anche giurisprudenziale. E l’utilizzo di materiale fotografico proveniente da fonti anonime che hanno collaborato, volenti o nolenti, ad alcuni arresti, i “frame”, le immagini e i video presi dai giornali ci mostrano come sia pericolosa la presenza di giornalisti e reporter tra le fila dei manifestanti, se ce ne fosse ancora bisogno.
Il Pm Minisci prende spesso la parola al posto del presidente della corte, interrompe gli avvocati difensori e imbocca le risposte ai teste, per la maggior parte operatori di polizia o funzionari di piazza. Capita che alcuni di essi siano docili e mansueti, facilmente gestibili dal PM Minisci; altri zelanti ed accorati servitori dello Stato, si lasciano sfuggire valutazioni personali, rancori e impazienza, e vanno redarguiti e riportati sulla retta via, quella della strategia d’accusa, ben studiata ed evidentemente dettata dall’alto.
Se scriviamo ciò non è sicuramente per rivendicare il rispetto della legge da parte del nemico che ci giudica. Suo il codice
giuridico-morale, sua la facoltà di modularlo come necessita, anche se ciò rappresenta un’eccezione che conferma la regola. Che ciò lo faccia da sempre non è neanche una novità.
Ma è importante sottolineare, studiare ed approfondire le strategie giudiziarie, monitorare l’asticella di ciò che “si consentono di fare” volta per volta, situazione per situazione. Per non trovarci spiazzati di fronte agli attacchi repressivi, per comprendere come funzionino a livello giudiziario e propagandistico. Cosa significa in questo momento di forte tensione sociale l’accelerazione delle date di questo processo? A cosa mirano i continui riferimenti che l’accusa, la DIGOS e il ROS fa nei confronti di Genova 2001? Qual è ancora una volta il ruolo dei giornalisti, con i loro articoli ad orologeria, che vanno a ripescare foto e testimonianze di quella giornata? E il ruolo delle parti civili, i soliti avvoltoi alla ricerca di un ennesimo profitto/saccheggio o componente imprescindibile per caricare a molla un reato del genere?
Le risposte a tali domande potrebbero risultare delle banalità di base, delle ovvietà, ma nel formularle insieme potrebbero indicarci la via da percorrere per far rivivere la conflittualità di quelle giornate. Di tutti i giorni che possono diventare 15 ottobre.

COMPLICI E SOLIDALI

http://www.inventati.org/rete_evasioni/?p=1152