Nuove accuse per gli attivisti che protestano contro la costruzione dell’impianto satellitare Usa: in quindici dovranno rispondere del reato di invasione di suolo militare, in occasione del corteo del 9 agosto. «A quella manifestazione eravamo in centinaia, ma vengono colpiti solo i membri del presidio permanente», sottolineano dal comitato di Niscemi. Anche gli avvocati che li difendono prendono posizione con una nota: «Si reprimono fatti sanzionabili per isolare soggetti ben individuati»
Quindici denunce per invasione di suolo militare sono state recapitate ieri mattina ad altrettanti attivisti No Muos residenti a Niscemi. Inizia così il nuovo anno per alcune tra le centinaia di persone che lo scorso 9 agosto sono entrate nella base americana a Niscemi, in un corteo di solidarietà per i manifestanti che il giorno prima erano saliti su quattro delle 46 antenne radio già presenti nel territorio. E’ a questa manifestazione infatti che si riferiscono le accuse che si aggiungono alle dieci denunce perchi era salito sui tralicci, e alle altre che hanno ricevuto gli attivisti in questi mesi.
Il lavoro per gli avvocati che li difendono si annuncia lungo e complesso, tanto da preparare un documento per denunciare una stategia di «repressione».
«Siamo convinti che questa pioggia di denunce non sia altro che una persecuzione delle persone, peraltro già colpite da atti repressivi a vario titolo, più che dei reati – afferma Fabio D’alessandro dei No Muos di Niscemi -. Ci vogliono tagliare le gambe perché stiamo organizzando nuove iniziative». Le denunce subite, secondo i No Muos, sono dirette solo ai niscemesi del presidio, a fronte di un’invasione di moltissime persone quel giorno nella base Usa, sono dei «veri e propri atti intimidatori per metterci paura. Un evidente attacco politico», continua l’attivista.
Ieri pomeriggio nella sede di No Muos del paese si è svolto un incontro con la cittadinanza «per fare il punto e capire dove vogliamo andare», racconta D’Alessandro. Per giorno 6 il comitato delle mamme No Muos ha già deciso di distribuire carbone all’ingresso della base americana, con un travestimento da befane. Giorno 11, in occasione dell’anniversario del passaggio, nel cuore della notte e scortata da un ingente numero di forze dell’ordine, della gru atta a completare la costruzione delle antenne satellitari militari e che i No Muos hanno aspettato per giorni, sono tante le iniziative previste. «Sarà una giornata importante, ricca di eventi tra cui una grande assemblea in piazza», comunica D’Alessandro.
Gli avvocati che si occupano della difesa dei No Muos accusati di vari reati, sono convinti che ci sia un disegno preciso dietro a questa crescita di denunce. «Si assiste ad una escalation della repressione operata dalle forze di polizia ed in parte dall’autorità giudiziaria nei confronti degli attivisti, in particolare durante le manifestazioni svoltesi nel territorio di Niscemi», scrivono in un documento congiunto gli avvocati Goffredo D’antona, Paola Ottaviano, Emanuela Fragalà, Valentina Buonadonna, Luigi Cinquerruni, Carmelo Picciotto, Nello Papandrea, Giuseppe Carnabuci, Salvo Cannata, Francesco Aurichiella e Nicolò Vignanello. Le denunce, secondo i legali, mirerebbero quindi «a reprimere condotte riconducibili a fatti reati o comunque sanzionabili, ma per indebolire e dividere il fronte degli oppositori. Denunce – continua la nota – a macchia di leopardo per dividere i gruppi, isolando e mettendo in difficoltà soggetti ben individuati».
I legali ribadiscono la disponibilità «all’assistenza legale dei soggetti ai quali vengono contestati azioni di disobbedienza civile contro un atto, che appare assolutamente illegittimo, quale è la costruzione del Muos». Il documento degli avvocati si conclude con un auspicio: «Che la solerzia e la celerità poste in essere da varie autorità giudiziarie per verificare eventuali responsabilità penali e amministrative dei singoli manifestanti durante i vari momenti di protesta, sia applicata ugualmente a tutti gli esposti presentati in questi mesi alle varie Procure competenti». Il riferimento è soprattutto alla denuncia presentata a Palermo dall’associazione antimafie Rita Atria nei confronti di Gaetano Gullo, il dirigente regionale che ha firmato l’annullamento della revoca delle autorizzazioni per l’impianto Usa, che sta andando avanti.
fonte: Ctzen