Ricevo e doffondo i seguenti scritti dei compagni Chivo e Fallon arrestati insieme ad Amelie il 5 gennaio scorso in Messico. Tra l’altro mentre un gruppo d compagni, tra cui Mario Lopez “El tripa”, si trovava a parlare in un parco sull’arresto dei compagni è arrivata una squadra di sbirri che ha arrestato Mario.
Il compagno è stato portato a colloquio con il comandante della polizia il quale ha riferito a Mario che anche lui doveva essere tra gli arrestati del 5 gennaio perchè la PGR voleva far risultare che era stato trovata un’arma nel suo zaino. Il compagno poi è stato rilasciato:
Con un sacco di energia e di rabbia scrivo queste poche righe per far conoscere la mia condizione attuale riguardo al mio sequestro da parte del Governo del Distretto Federale anche per parlare un po ‘su alcuni aspetti, che ora penso di aver capito.
La mia situazione politica non è stato decisa, quindi per ovvie ragioni non posso approfondire i dettagli in modo da non ostacolare la mia difesa.
Domenica sera 5 gennaio, le compagne Fallon, Amelie ed io siamo stati arrestati da parte dei membri delle forze di polizia come presunti responsabili degli scontri con bottiglie molotov fatte alla Segreteria di Comunicazioni e Trasporti ed anche di aver dato fuoco a diverse auto nella concesionaria della NISSAN, al tribunale federale ed al comune, rispettivamente.
Ad oggi, Mercoledì 8 gennaio, siamo accusati di terrorismo, criminalità organizzata e danni alla proprietà altrui.
Nonostante tutto stamo bene, forti e uniti e siamo arrivati al terzo giorno di prigionia tra le domande, intimidazioni e del del montaggio di scene da telenovelas comeil curioso caso di un falso gruppo di diritti umani che vollero parlare da soli con me e che erano stati mandati da una compagna, di cui mi hanno dato il suo nome e le caratteristiche, ed inizialmente gli ho creduto ed iniziai a parlare con uno di loro che era molto interessato a al caso, ma è stato molto facile identificare il metodo da porci (con tante scuse ai suini) utilizzato, e capii che era un poliziotto.
Nella sua presunta intenzione di difendermi, mi ha mostrato diverse foto in cui io appaio insieme ad un’amica, e “amichevolmente” mi ha chiesto il suo nome ed altre specifiche e pensai subito, come può un poliziotto voler agire come un amico se nel tuo cuore non esiste e la dignità?
Per nella sua formazione intrinseca viene addomesticato come un cane da caccia al servizio del padrone, per obbedire e non chiedere, solo agire e non sentire, dando loro una forma unica di sbavare e seguirli con gli occhi in maniera lucida e maliziosa.
Personalmente mi rivendico come anarchico insurrezionalista di prassi, chiarendo con questo, la rottura con tutte le forme di dominazione attraverso la lotta quotidiana, pensando e ripensando a metodi e obiettivi, partendo dalla libera volontà dell’individuo all’organizzazione dei rapporti sociali
in modo orizzontale, in grado di decidere sulle nostre vite, iniziando con la distruzione dei nostri paradigmi mentali associato all’obbedienza e sottomissione a prescindere dal conflitto permanente e informale.
Sia la solidarietà tra gli anarchici forte come una quercia, e non una semplice parola.
Solidarietà con Gustavo Rodríguez, Mario Gonzalez, Amelie Truedeau, Fallon
Poisson, Gabriel Pombo. Felicity Ryder e tutti i compagni nella situazione di deportazione, prigionia o fuga.
Carlos López “El Chivo”
Separos Procuraduría General de la República, Camarones, Distrito Federal.
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Ciao amici!
Siamo giunti qui, noi da questo lato e voi dall’altro. Nel linguaggio statale sono anni o km che ci separano ma la cosa che condividiamo è molto più grande di tutte le miglia o anni. Lo Stato prevede di creare una distanza tra noi, ma contrariamente, saremo più uniti che mai!
Oggi è 8, e sono circa 60 ore che siamo in viaggio nelle auto della polizia e dei centri federali e provinciali, anche se decidono di tormentarci qui altre 48 ore, non otterranno nulla perchè il silenzio è più forte della repressione.
La cosa più importante per me in questo momento è quello di costruire una forza più grande del
carcere. Abbiamo la possibilità di avere delle relazioni internazionali. Per me la solidarietà è quella degli amici, perchè non sono una vittima o una detenuta politica, voglio usare la realtà che viviamo in questo momento per costruire l’amicizia più forte e più grande. Sono pronta a combattere le autorità qui e fuori, non smetterò mai.
Il carcere è una realtà normale e userò questa esperienza e sperando anche di sviluppare una forza individuale più forte ogni giorno.
Noi siamo qui e saremo sempre qui per affrontare tutta la realtà in carcere e fuori.
Un abbraccio grande a tutti.
Contro l’autorità qui e fuori!
Fallon
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Ulteriori aggiornamenti sul caso:
Per ora si è a conoscenza tramite il compagno Carlos della decisione del PGR di tenerli detenuti per 40 giorni.
Siamo consapevoli che questa è una misura disperata della PRG per detenere i compagni e cercare più elementi per la sua accusa, ma è anche chiaro che
vogliono continuare ad interrogarli, far loro firmare dichiarazioni accusatorie, torturarli per iottenere nformazioni altri compagni. Ma allo stesso momento è anche il modo per convincere le famiglia ad abbandonare la difesa legale dei compagni, perché l’interesse del governo di avere un avvocato d’ufficio o comune per poter essere in grado di sfinirli invece di una difesa giuridica e politica. Il non PGR non ha le prove ma le stanno cercando.
A Montreal i compagni si sono riuniti davanti al consolato messicano in
sostenere i compagni Amellie, Carlos e Fallon!
http://radioazione.noblogs.org/?p=4912
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CARTA PUBLICA DE LA COMPAÑERA FALLON POISSON
Hola amigos y amigas!
Estamos aquí juntxs, nosotrxs de este lado y ustedes del otro quizás. En la lengua del Estado hay años o kilómetros que va a separar nosotrxs, pero la cosa que compartimos es bastante más grande que todos los kilómetros o años. El estado piensa crear una distancia entre nosotrxs, pero es el contrario, ¡Vamos a estar más juntxs que nunca!
Hoy es el 8, hay más o menos 60 horas que estamos viajando entre los carros de la pinche policía y los centros federal y provincial, aunque ellxs deciden que vamos aquedar aquí otras 48 horas, ellxs tienen nada porque el silencio es más fuerte que la represión.
Lo más importante para mí ahorita es construir una fuerza más grande que la cárcel. Tenemos el contexto de hacer relaciones internacionales. Para mí la solidaridad es de amigxs, no soy una víctima o una detenida política, yo quiero utilizar la realidad que vivimos ahorita para construir amistad más fuerte y más grande. Estoy lista a combatir la autoridad aquí como afuera, nunca me voy a parar. La cárcel es una realidad normal y voy a utilizar esta experiencia y espero que ustedes también para desarrollar una fuerza individual más fuerte cada día.
Estamos aquí y siempre vamos a estar aquí para afrontar toda la realidad en la cárcel y afuera.
Un abrazo grande a todos y todas. ¡Contra la autoridad aquí y afuera!
Fallon
CARTA PUBLICA DEL COMPAÑERO CARLOS LOPEZ “EL CHIVO” (GOAT)
Con mucha energía y rabia escribo estas breves líneas para dar a conocer mi actual condición de secuestro por parte del Gobierno del Distrito Federal, asimismo para divagar un poco sobre algunos aspectos, creo que ahora me vienen bien.
Mi situación política aún no se decide, así que por obvias razones no puedo adentrarme tanto en los detalles para no entorpecer mi defensa. La noche del domingo 5 de enero, las compañeras Fallon, Amelie y yo fuimos detenidxs por elementos de la policía como supuestos responsables de unos disturbios con bombas molotov realizadas a la Secretaría de Comunicaciones y Transportes y también del incendio de varios autos a una concesionaria de la NISSAN, de fuero federal y común respectivamente. Hasta hoy miércoles 8 de enero se nos acusa de terrorismo, delincuencia organizada y daño a la propiedad ajena.
A pesar de todo nos encontramos bien, fuertes y unidxs y hemos llegado al tercer día de encierro entre preguntas, amedentraciones y telenoveleras escenas de montaje como el curioso caso de un falso grupo de derechos humanos que al estar a solas conmigo dieron haber sido enviados por una compañera, me dieron su nombre y características, como en un principio les creí, empecé a ´platicar con uno de ellos que se mostró muy interesado en el caso, pero es bien fácil identificar los métodos utilizados por un puerco (con el perdón de los cerdos) y enseguida supe que era un policía. En su supuesta intención de defendernos, me mostró varias fotos donde aparezco yo y unxs amigxs, y “amistosamente” me pedía nombres y especificaciones y enseguida pensé, ¿cómo puede un policía querer actuar como compañero si en su corazón no existe ya la dignidad? Pues en su formación intrínseca se les domestica como perros de caza al servicio de un amo, al son de obedece y no cuestiones, sólo actúa y no sientas, dándoles una singular forma de babear y un brillo de acoso malicioso en sus miradas.
En lo personal me reivindico como anarquista de praxis insurreccionalista, entendiendo por esto, la ruptura con toda forma de dominación mediante la lucha diaria, pensando y repensando métodos y objetivos, partiendo de la libre voluntad del individuo a la organización de las relaciones sociales de manera horizontal, capaces de decidir sobre nuestras propias vidas, empezando por la destrucción de nuestros propios paradigmas mentales que nos asocian a la obediencia y sumisión, para trascender a la conflictividad de manera permanente e informal.
Sé que la solidaridad entre anarquistas es fuerte como un roble, como el que va más allá que la simple palabra.
Solidaridad con Gustavo Rodríguez, Mario González, Amelie Truedeau, Fallon Poisson, Gabriel Pombo. Felicity Ryder y todxs lxs compañerxs en situación de deportación, fuga o cárcel.
Carlos López “El Chivo”
Separos Procuraduría General de la República, Camarones, Distrito Federal.