traduzione da non-fides.fr di un volantino trovato per le strade di Parigi, 18 febbraio 2014
Che la rabbia esploda come un fuoco d’artificio!
La notte del 13 febbraio, nella prigione per stranieri di Vincennes [Parigi, NdT] scoppia una rivolta per impedire l’espulsione di un detenuto. Telecamere, porte, mobilio ed estintori sono distrutti o lanciati sugli sbirri. Due detenuti verranno condannati a due mesi di prigione. L’indomani, alcuni/e compagni/e vanno ad esprimere la propria solidarietà davanti alle mura del CIE, con fuochi d’artificio e grida di libertà; subito dopo cinque persone vengono arrestate. Tre vengono messe in libertà vigilata e due incarcerate a Fleury-Mérogis (il loro processo è previsto per il 24 marzo), tutti/e sono accusati/e di “adunata sediziosa armata e a viso travisato” e del rifiuto di farsi schedare (DNA, impronte digitali, foto), alcuni anche di aver dichiarato un’identità fittizia, per rallentare il lavoro degli sbirri.
Questa repressione non arriva dal nulla. Da quando sono stati creati, i CIE non hanno lasciato tutti indifferenti, poiché sono spesso il teatro di rivolte all’interno e di risposte all’esterno (manifestazioni, attacchi diretti contro i gestori della macchina delle espulsione e quelli che ne traggono profitto, etc.). Questo caso è soltanto l’ennesima vendetta dello Stato ai danni di quelli e quelle che cercano di rendere ingestibili tali prigioni, lottando senza mediazioni.
Una cosa è sicura: non ci interessa per niente sapere se questi/e rivoltosi/e, all’interno come all’esterno, sono innocenti o colpevoli, perché non ragioniamo con il loro codice penale, ma con la rabbia nei nostri cuori. Oggi, indignarsi non serve a nulla, essere solidali significa contribuire alla distruzione della macchina delle espulsioni e della reclusione.
Se la repressione ha come scopo quello di paralizzare le volontà instillando la paura di agire, essa non fa che aizzare il nostro odio verso questo esistente fatto di denaro, di sbirri e di filo spinato.
La libertà è fare la guerra a questo mondo.
Politici, giudici, sbirri, capitalisti, non dormirete più in pace, mucchio di carogne!
18 febbraio 2014
Alcuni/e anarchici/e.
Per i contatti dei prigionieri scrivere a questa mail (anche in italiano): fouldega@riseup.net