L’11 marzo è una data importante per la Zona Universitaria di Bologna; è la data in cui nel ’77 i carabinieri di Andreotti e Kossiga sparavano durante una manifestazione allo studente e militante Francesco Lorusso in via Mascarella, uccidendolo.
Ricordare Francesco, la sua lotta, le sue idee, vuol dire ricordare chi credeva fosse possibile costruire qui e ora un presente differente che si misurasse sulle condizioni di vita degli sfruttati, contro le politiche dei sacrifici, la disoccupazione e la precarietà che proprio in quegli anni cominciava a dilagare.
Oggi siamo di fronti all’università-azienda di Dionigi che smonta, pezzo dopo pezzo, il welfare studentesco e rende sempre più difficoltoso l’accesso all’università e la permanenza a Bologna. Il taglio del medico di base per i fuorisede, la mensa più cara d’Italia, l’impossibilità per i dottorandi di studiare e lavorare insieme a fronte di borse di studio pagate 0 euro, gli stipendi da fame dei lavoratori di portineria, il taglio dei servizi, la riduzione degli appelli d’esame, l’applicazione del numero chiuso, le tasse illegalmente troppo alte, docenti che professano tesi razziste comodamente stipendiati dall’università, 1465 posti letto a fronte di 40.000 fuorisede, la militarizzazione di piazza Verdi sono solo alcune delle scelte scellerate targate Unibo degli ultimi anni.
Ma non finisce qui! Con la cessione da parte del comune dell’area sui viali dell’ex STAVECO all’Alma Mater sta nascendo il teatrino del polo delle eccellenze finanziato ovviamente con la svendita del patrimonio universitario sito dentro porta comprendendo anche alcuni edifici di via Zamboni. Siamo stufi di vedere all’opera processi di speculazione e svendita in nome della meritocrazia che non è altro che la giustificazione teorica della riduzione dell’accesso all’università e della fine dei meccanismi di welfare studentesco che permettevano a tutt* di frequentare l’università di Bologna.
Per questo crediamo sia necessario dare voce ai percorsi di lotta che, a partire dalle giornate del maggio scorso e dalla cacciata della polizia da piazza Verdi, stanno provando a costruire una Zona Universitaria in cui la città si misuri realmente sui bisogni e le esigenze di studenti e precari e di chi vive e attraversa questo pezzo di città scommettendo su una vivibilità differente – aperta, meticcia e solidale – contrapposta a chi specula, privatizza e svende il tessuto urbano al servizio delle finanziarie.
L’11 marzo ci vediamo in piazza Verdi alle 18 per un corteo che ribadisca la nostra sfida nel costruire un rapporto costruttivo tra università precaria e città degli sfruttati, tra studenti, precari e abitanti dei quartieri.Tra migranti, facchini in lottai e lavoratori. Per una Zona universitaria meticcia e solidale, che si misuri sulle esigenze reali di chi l’abita.
I ♥ piazza Verdi
h 18 – Piazza Verdi: I DIRITTI SI CONQUISTANO A SPINTA!