Frittura senza paura – Benefit NO TAV
Sabato 28 Marzo 2014 al Balon: Frittura senza Paura.
Dalle 11 fritture di ogni genere per le vie del Balon.
Benefit spese processuali per il maxi procedimento contro 53 No Tav.
http://www.tuttosquat.net/frittura-senza-paura-benefit-no-tav/
26 Marzo Venaus (Val Susa)
Presidio di Venaus “COME IL FUOCO SOTTO LA BRACE”
ORE 21 Presidio NOTAV di Venaus
“COME IL FUOCO SOTTO LA BRACE”
con la partecipazione del regista Giuseppe Firrincieli, NOTAV , No Muos Torino.
E’ un film documentario completamente autoprodotto che racconta l’esperienza NOMUOS che vivono uomini, donne, giovani, anziani e bambini di Niscemi, insieme ai comitati nomuos che si sono formati in Sicilia.
La protesta non violenta che negli anni è diventata una lotta di tutti coloro che si oppongono agli accordi presi tra il governo degli Stati Uniti, il Governo Italiano e la Regione Sicilia, riguardo l’installazione, all’interno della base Militare Usa, del sistema radar MUOS (Mobile User Objective System), sia del devastante sistema di 46 antenne N.R.T.F. (Naval Radio Transmitter Facility), che dal 1991 viola la riserva naturale della Sughereta di Niscemi (Sito di Interesse Comunitario) e alla militarizzazione dei nostri territori.
Il documentario è lo sguardo attivo su un ”presidio permanente fatto di persone, voci, canzoni, coperte, sedie, tavoli, legna che arde, pentole per cucinare ogni giorno. E ogni notte il fumo della stufa sale in alto a manifestare la presenza della vita che resiste sullo sfondo della mega antenna, la più alta ma non l’unica, un simbolo di oppressione e di morte che nasconde dietro la collina l’ancora più opprimente MUOS in costruzione”(cit.).Ma qualè la verità sul muos?”
https://www.facebook.com/events/219132668282444
Sabotaggio. Dalle lotte operaie alla Val Susa
Giovedì 27 marzo ore 21
Introducono il dibattito Cosimo Scarinzi della Cub e Maria Matteo del comitato No Tav Autogestione.
Sul tema ascolta la chiacchierata con Cosimo di qualche puntata fa di anarres
Sabot, in francese, significa “zoccolo”. Una calzatura che ormai usano in pochi. A cavallo tra l’Otto e il Novecento era molto diffusa tra contadini ed operai.
Gettare il proprio sabot in una macchina era un buon modo per incepparla, per “sabotarla”, per interrompere la produzione, per mettere i bastoni tra le ruote al padrone che sfruttava la tua vita per farsi ricco.
In tutta la storia delle lotte operaie c’è stato sabotaggio. A volte era pratica individuale o di un piccolo gruppo di lavoratori, che magari volevano solo guadagnarsi una pausa, altre volte era mezzo di lotta esplicito nei confronti del padrone.
In una società che difende la proprietà privata come fosse un bene comune, il sabotaggio è un gesto illegale.
Quando la diseguaglianza è sancita dalla legge, chi lotta per l’uguaglianza è considerato un fuorilegge.
In una società dove alle comunità locali è sottratta la facoltà di decidere di decidere sulla propria vita, chi si batte per la libertà è considerato un sovversivo.
Durante l’occupazione nazifascista il sabotaggio era pratica usuale delle formazioni partigiane. Per le truppe di occupazione i partigiani, i ribelli, erano considerati banditi, dopo la guerra divennero eroi di un’epopea di liberazione, che venne subito imbalsamata, perché i poveri e gli oppressi ne perdessero la memoria viva.
Da tre anni in Val Susa ci sono le truppe di occupazione. I governi hanno militarizzato la Valle per imporre con la forza un’opera inutile, costosa, dannosa per la salute e per l’ambiente.
Decine di migliaia di persone, della valle e solidali, si sono messe di mezzo per inceppare la macchina, per cacciare gli occupanti.
Centinaia di No Tav sono stati pestati, gasati, feriti. Sono quasi mille i procedimenti penali contro chi ha lottato contro il Tav.
Quattro No Tav sono in carcere accusati di “attentato con finalità di terrorismo”. Nel mirino della Procura un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte dello scorso maggio. Quella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assunse come propria.
La Procura si avvale di un articolo del codice che stabilisce che chi si oppone attivamente ad una decisione del governo è un terrorista.
Fermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav.
Ogni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.
Con la logica della Procura gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi.
Banditi, ribelli, partigiani della libertà
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