Mercoledì 2 aprile ore 19
Circolo anarchico – Via Massaglia 62/b Lecce
Incontro su una lotta anticarceraria a Bruxelles
Il carcere è il pilastro su cui regge l’intero sistema sociale. Esso ci coinvolge tutti, in quanto strumento di coercizione e punizione per coloro che hanno violato le regole della società, e imperituro monito per tutti gli altri che pensano di esserne fuori ma che, di fatto, vivono sottomessi all’ombra che questa istituzione e questa struttura proiettano.
Chi porta nei propri cuori un sogno rivoluzionario, chi concretamente e realmente si pone il problema della distruzione di questa società, sulle cui macerie edificare un mondo diverso, non può fare a meno di porsi il problema della distruzione delle prigioni.
Ne parliamo con una compagna di Bruxelles
Chi porta nei propri cuori un sogno rivoluzionario, chi concretamente e realmente si pone il problema della distruzione di questa società, sulle cui macerie edificare un mondo diverso, non può fare a meno di porsi il problema della distruzione delle prigioni.
Ne parliamo con una compagna di Bruxelles
Lo Stato Belga prevede la costruzione di tredici nuove prigioni, come risposta ad anni agitati da rivolte ed evasioni. La più grande dovrebbe realizzarsi a Bruxelles, questa capitale d’Europa in piena pianificazione per renderla più gradevole agli eurocrati e agli amanti del Capitale. Tutto ciò va di pari passo con una “securizzazione” che rende tutti coloro che vivono in fondo alla società sempre più marginalizzati e prigionieri in un campo a cielo aperto.
La lotta contro la maxi prigione si inscrive in un percorso di lotta contro tutte le prigioni, una storia di diversi anni di solidarietà e azione diretta. È una lotta d’attacco che non cerca di dialogare con alcun difensore (critico o meno) dell’ordine, ma cerca al contrario di seminare questo caos che fa tanta paura al potere. La costruzione di una nuova prigione dipende da molti fattori: i politici che decidono, le imprese che la costruiscono, i media che la difendono, la rassegnazione e l’accettazione della popolazione. Questa lotta si propone di intervenire direttamente contro tutto ciò, mediante l’azione diretta e l’autorganizzazione affinché la costruzione di questa prigione e di questa città-prigione sia ostacolata da un’ostilità diffusa e dal nostro desiderio di libertà.
La lotta contro la maxi prigione si inscrive in un percorso di lotta contro tutte le prigioni, una storia di diversi anni di solidarietà e azione diretta. È una lotta d’attacco che non cerca di dialogare con alcun difensore (critico o meno) dell’ordine, ma cerca al contrario di seminare questo caos che fa tanta paura al potere. La costruzione di una nuova prigione dipende da molti fattori: i politici che decidono, le imprese che la costruiscono, i media che la difendono, la rassegnazione e l’accettazione della popolazione. Questa lotta si propone di intervenire direttamente contro tutto ciò, mediante l’azione diretta e l’autorganizzazione affinché la costruzione di questa prigione e di questa città-prigione sia ostacolata da un’ostilità diffusa e dal nostro desiderio di libertà.