Presidio a Rebibbia in Solidarieta’ con la protesta dei detenuti/e

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Domenica mattina 6 aprile 2014 si terrà un presidio fuori dal carcere di Rebibbia in concomitanza con i giorni di inizio della protesta promossa dal Coordinamento dei Detenuti a livello nazionale.
Attraverso battiture, scioperi della spesa, rifiuto del vitto e altre forme di lotta alzeranno la testa si batteranno per un’amnistia generalizzata, per il miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle prigioni e la scarcerazione dei malati cronici, contro l’ergastolo, i regimi speciali e punitivi, i reati ostativi, il sovraffollamento.


Lo faranno autonomamente, in forme tanto incisive quanto il contesto più lo permetterà, senza affidare la propria libertà a politici e partiti vari: “Riporre speranze nei confronti di chi questo sistema lo ha creato e sostenuto non serve a nulla così come lamentarsi o lagnarsi, noi e solo noi possiamo spezzare queste catene e per farlo dobbiamo iniziare dall’interno consapevoli che la lotta ci rende liberi” (dal comunicato di indizione lanciato dal Coordinamento dei detenuti).

Le carceri esistono per terrorizzarci, dividerci, renderci innocui.
Rispondiamo senza paura, creiamo solidarietà, lottiamo contro questo sistema sociale, che è esso stesso carcere.

NON POSSIAMO LASCIARLI E LASCIARLE SOLI/E

LIBERI TUTTI LIBERE TUTTE

Appuntamento domenica mattina alle ore 11.30 davanti alla sezione maschile

al parcheggio in via Elena Brandizzi Gianni (all’altezza di via tiburtina n 1000)

 

Carcere – Coordinamento dei detenuti annuncia mobilitazione ad aprile 2014

 

fonte: Informa-azione

La mobilitazione all’interno delle carceri, proclamata dal “Coordinamento dei detenuti’’ nel mese di settembre 2013 ha visto di migliaia di detenuti partecipare ad una lotta come da anni non si vedeva.
Nonostante le difficoltà riscontrate nel coinvolgere tutti i penitenziari, i tanti aspetti positivi della stessa ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta ed è unanime la convinzione che la protesta sia la sola ed unica risposta contro un sistema inaccettabile; sistema definito da più parti come inumano e degradante, fatto di abusi e pestaggi, che vede tra le sue ultime vittime quella di Federico Perna morto per mano dello stato nel carcere di Poggio Reale. È ora di dire basta!
Noi non ci accontentiamo di aver creato un primo momento di conflitto, noi vogliamo e possiamo fare di più e puntiamo ad una reale modifica di questo sistema carcerario indicendo per il mese di aprile 2014 una nuova mobilitazione con scioperi della fame battiture, rifiuto del vitto e forme di lotta autodeterminate, tanto incisive quanto il contesto più lo permetta, dal giorno 5 al giorno 20 dello stesso mese.
Con questa nuova protesta è nostra intenzione mettere al centro delle rivendicazione l’urgente necessità di un’amnistia generalizzata in nome della libertà e l’abolizione dell’ergastolo.
Ribadiamo il nostro NO a differenziazioni, trasferimenti punitivi e isolamento, rinnoviamo le precedenti richieste quali migliori condizioni di vita, soluzioni alle emergenza del sovraffollamento, il rispetto dei diritti naturali dell’uomo che qui dentro ci vengono negati, l’abolizione dei regimi di tortura legalizzati quali: 41bis, 14bis ed alta sorveglianza dei reati ostativi e la liberazioni di tutti i malati cronici reclusi, riporre speranze nei confronti di chi questo sistema lo ha creato e sostenuto non serve a nulla così come lamentarsi o lagnarsi, noi e solo noi possiamo spezzare queste catene e per farlo dobbiamo iniziare dall’interno consapevoli che la lotta ci rende liberi.
Chiediamo per tanto a tutti i detenuti di non restare indifferenti e contribuire con il massimo delle proprie forze per far si che la mobilitazione del prossimo aprile 2014 sia la più ampia e partecipata possibile.
Ci appelliamo inoltre a tutti i movimenti, alle organizzazioni, ai famigliari dei detenuti e ogni singolo cittadino affinché siano indetti, nelle settimane precedenti la mobilitazione presidi all’esterno delle carceri per fare arrivare il nostro messaggio a quanti più detenuti.

LA LOTTA NON SI ARRESTA

P.S. Consigliamo ai fratelli e alle sorelle reclus* di redigere comunicati da diffondere e chiediamo ai solidali di tutt’Italia di far tuonare il nostro grido di libertà sulla rete e nelle piazze.