Domenica 13 aprile 2014 si terrà un presidio fuori dal carcere di Rebibbia durante la protesta promossa dal Coordinamento dei Detenuti nelle carceri italiane.
Attraverso battiture, scioperi della spesa, rifiuto del vitto e altre forme di lotta, i detenuti e le detenute alzeranno la testa e si batteranno per un’amnistia generalizzata, per il miglioramento delle condizioni di vita all’interno delle prigioni e la scarcerazione dei malati cronici, contro l’ergastolo, i regimi speciali e punitivi, i reati ostativi, il sovraffollamento.
Lo faranno autonomamente, in forme tanto incisive quanto il contesto più lo permetterà, senza affidare la propria libertà a politici e partiti vari: “Riporre speranze nei confronti di chi questo sistema lo ha creato e sostenuto non serve a nulla così come lamentarsi o lagnarsi, noi e solo noi possiamo spezzare queste catene e per farlo dobbiamo iniziare dall’interno consapevoli che la lotta ci rende liberi” (dal comunicato di indizione lanciato dal Coordinamento dei detenuti).
Le carceri esistono per terrorizzarci, dividerci, renderci innocui.
Rispondiamo senza paura, creiamo solidarietà, lottiamo contro questo sistema sociale, che è esso stesso carcere.
NON POSSIAMO LASCIARLI E LASCIARLE SOLI/E
LIBERI TUTTI LIBERE TUTTE
Appuntamento domenica alle ore 12 davanti alla sezione maschile
al parcheggio in via Elena Brandizzi Gianni (all’altezza di via tiburtina n 1000)
Resoconto del presidio di domenica 6 aprile davanti il carcere di Rebibbia
Domenica 6 aprile ci siamo radunati/e davanti le mura della sezione maschile del carcere romano di Rebibbia. Come sempre i motivi che ci hanno spinto ad andare lì davanti con cori, interventi al microfono e qualche pezzo musicale sono il voler stare accanto e sostenere chi si trova rinchiuso, ricordare anche alle guardie che i detenuti e le detenute non sono soli nè sole di fronte alle loro divise, ribadire quanto il carcere sia un luogo che vorremmo vedere distrutto.
Ma stavolta c’era un motivo in più: la mobilitazione indetta dal Coordinamento dei Detenuti dal 5 al 20 aprile in tutte le carceri d’Italia. Già qualche giorno prima di questo presidio eravamo passati davanti quelle mura a parlare della protesta di aprile e a leggerne il comunicato. Quel giorno era indetto anche un presidio fuori Rebibbia Femminile per sostenere in particolare Chiara, compagna accusata di un attacco al cantiere del treno ad alta velocità in Val di Susa.
Si sta anche volantinando ai colloqui con i familiari, sia alla sezione maschile che in quella femminile, provando in tutti i modi a raggiungere ed informare più detenuti e detenute possibile. In questi giorni capiremo se qualcuno dei detenuti e delle detenute ha aderito in qualche modo.
Domenica, dopo il presidio alla sezione maschile, ci si è spostati davanti a quella femminile, ribadendo i motivi della mobilitazione e gli indirizzi a cui poterci scrivere.
Continueremo in questi giorni a passare di là ma anche a portare per la città le parole e le rivendicazioni dei detenuti e delle detenute in questi giorni di protesta.
Carcere – Coordinamento dei detenuti annuncia mobilitazione ad aprile 2014
La mobilitazione all’interno delle carceri, proclamata dal “Coordinamento dei detenuti’’ nel mese di settembre 2013 ha visto di migliaia di detenuti partecipare ad una lotta come da anni non si vedeva.
Nonostante le difficoltà riscontrate nel coinvolgere tutti i penitenziari, i tanti aspetti positivi della stessa ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta ed è unanime la convinzione che la protesta sia la sola ed unica risposta contro un sistema inaccettabile; sistema definito da più parti come inumano e degradante, fatto di abusi e pestaggi, che vede tra le sue ultime vittime quella di Federico Perna morto per mano dello stato nel carcere di Poggio Reale. È ora di dire basta!
Noi non ci accontentiamo di aver creato un primo momento di conflitto, noi vogliamo e possiamo fare di più e puntiamo ad una reale modifica di questo sistema carcerario indicendo per il mese di aprile 2014 una nuova mobilitazione con scioperi della fame battiture, rifiuto del vitto e forme di lotta autodeterminate, tanto incisive quanto il contesto più lo permetta, dal giorno 5 al giorno 20 dello stesso mese.
Con questa nuova protesta è nostra intenzione mettere al centro delle rivendicazione l’urgente necessità di un’amnistia generalizzata in nome della libertà e l’abolizione dell’ergastolo.
Ribadiamo il nostro NO a differenziazioni, trasferimenti punitivi e isolamento, rinnoviamo le precedenti richieste quali migliori condizioni di vita, soluzioni alle emergenza del sovraffollamento, il rispetto dei diritti naturali dell’uomo che qui dentro ci vengono negati, l’abolizione dei regimi di tortura legalizzati quali: 41bis, 14bis ed alta sorveglianza dei reati ostativi e la liberazioni di tutti i malati cronici reclusi, riporre speranze nei confronti di chi questo sistema lo ha creato e sostenuto non serve a nulla così come lamentarsi o lagnarsi, noi e solo noi possiamo spezzare queste catene e per farlo dobbiamo iniziare dall’interno consapevoli che la lotta ci rende liberi.
Chiediamo per tanto a tutti i detenuti di non restare indifferenti e contribuire con il massimo delle proprie forze per far si che la mobilitazione del prossimo aprile 2014 sia la più ampia e partecipata possibile.
Ci appelliamo inoltre a tutti i movimenti, alle organizzazioni, ai famigliari dei detenuti e ogni singolo cittadino affinché siano indetti, nelle settimane precedenti la mobilitazione presidi all’esterno delle carceri per fare arrivare il nostro messaggio a quanti più detenuti.
LA LOTTA NON SI ARRESTA
P.S. Consigliamo ai fratelli e alle sorelle reclus* di redigere comunicati da diffondere e chiediamo ai solidali di tutt’Italia di far tuonare il nostro grido di libertà sulla rete e nelle piazze.