Germania | Svizzera – Azioni dirette e sabotaggi contro sorveglianza e repressione (it/en)

becco

Riceviamo alcune traduzioni realizzate da Marco Camenisch riguardanti comunicati e rivendicazioni di azioni e sabotaggi, alcuni dei quali non proprio recenti, ma precedentemente non diffusi in lingua italiana.
INTERRUZIONE DELLA SORVEGLIANZA: SABOTATO TRALICCIO RADIO VODAFONE

Nella notte di mercoledì/giovedì (27/28.11.2013) abbiamo sabotato un nodo nella rete della comunicazione elettronica. All’altezza di 7 m abbiamo bruciato due maggiori fasci di cavi di un impianto di trasmissione-ricezione del gruppo Vodafone a Adlershof (Berlino). Inoltre abbiamo piazzato vari ordigni incendiari a tempo in due canali di collegamento tra l’annesso edificio ed il traliccio radiomobile/radiofaro. Abbiamo escluso ogni danno alle persone. Si sono prodotti dei gravi danni al radio traliccio. A suo dire la compagnia reagì al nostro danneggiamento di un loro importante punto/nodo infrastrutturale deviando i flussi dei dati. Ma due settimane fa, solo la recisione di un cavo di fibre ottiche a Adlershof (Berlino) provocò un black out della rete per varie ore, coinvolgendo potenzialmente 50.000 clienti.
Vodafone connecting people
Connessx con tuttx-alleatx con nessuno
300 amicx e nessun amicx.
Però un grande fratello.
Ti tiene d’occhio.
Salvo quando gli distruggiamo l’infrastruttura.
E’ ora di allearci!
Like or dislike?

Il nostro sabotaggio è diretto contro la sorveglianza totale da parte dei governi, servizi segreti ed aziende e anche contro il buon funzionare della metropoli.
Da quando grazie ad Edward Snowden diventò di pubblico dominio in quali dimensioni i servizi segreti spiano la gente -tutta la gente- capiamo che stiamo vivendo un cambio epocale. Si tratta del tentativo totale di controllare ogni persona ed ogni società, per renderle manovrabili; di appropriarsi ogni singolo giorno, ogni minuto, ogni millisecondo di ogni esternazione umana, di ogni opinione, sentimento, racconto, di ogni vissuto, lutto, di ogni gioia. Hanno nel loro collimatore addirittura il grado di rifornimento del nostro frigo. Mai finora una dittatura poteva penetrare così profondamente e totalmente nella vita di tuttx, come oggi è possibile farlo con il controllo “democratico” delle vie di comunicazione digitale.
La tendenza, che si sta apertamente palesando, verso una realtà di sorveglianza totale nasce dalla fantasia, caratterizzata dal disprezzo dell’umanità, di una manovrabilità totale della società.
Osserviamo un mutamento epocale dove i servizi segreti, nella loro paranoia, preveggente d’insurrezioni globali imminenti, di fiumi di profugx e rivolte della fame, vogliono ottenere il controllo di ogni comunicazione e movimento. Sono già all’attacco: i servizi esteri tedeschi (BND) forniscono i dati che aiutano gli U.S.A. a macellare della gente con i loro droni, e le postazioni d’intercettazione U.S.A. presso Wiesbaden e Bad Aibling continuano a funzionare benissimo malgrado ogni crisi diplomatica. Da lì e da altrove sorvegliano, insieme, le conseguenze sociali della loro politica; miseria, guerra, lotte per l’acqua e per le risorse in dimensioni mai viste. Analizzando l’intero traffico in rete e delle telecomunicazioni vogliono rendere conoscibile tutto ciò che ritengono pericoloso prima che si realizzi. Pericoloso, detto per inciso, per il loro dominio, poiché, per esempio, contro la scarsità dell’acqua la sorveglianza totale serve a ben poco.
I sevizi calcolano dei campioni della normalità per poi paragonarli alle attitudini concrete quando vogliono scoprire se potresti avere intenzioni fuorviate, prima che lo sai tu stessx. Vogliono intercettare preventivamente le minacce per il dominio e lo sfruttamento per poter contrastare anzitempo e con i mezzi adatti i movimenti politici e le attività resistenziali. Tra integrazione e smantellamento militare, all’uopo ci sono centinaia di variazioni per mettere in sicurezza il dominio. Quale sia la più promettente, si vuole poter dedurre dalla relativa situazione dei dati!
La sorveglianza totale neanche ce la impongono. Poiché tuttx partecipiamo, che sia per un soggettivo senso di necessità quotidiana o anche per comodità, noia oppure divertimento. Tuttx telefoniamo, usiamo internet, mandiamo mail, chattiamo, mandiamo dei post, like, cinguettiamo o scriviamo lettere, paghiamo con la carta, passeggiamo in mezzo a una giungla si videocamere… e ci mancherebbe se senza smart-phone, che diventa la pulce onnipresente, il congegno per farsi tracciare apposta, la camera di sorveglianza dal basso. Ogni espressione vitale confluisce in digitale nel grembo del potere occulto. Sostituiamo le nostre strutture sociali con l’associazione in rete, reti che meritano nulla di meno se non l’attributo “sociale”: dove con un click “l’amicx” te lx fai… o lx mandi in quel paese.
Ci si può, oggi, sottrarre alla rete, a far parte della perversa Realtà-Big Brother, è possibile difendersi? La comunicazione è umana. Ma per farlo non dobbiamo affatto partecipare ad ogni cagata che ci rende ancora più controllabili, prevedibili e mansuetx, dove l’autocensura diventa premessa e condizione se si vuole evitare che qualcunx cominci a sospettare di te, ossia dove la macchina nota ed annota automaticamente “l’anomalia”. Per comunicare tra di noi, non solo non abbiamo bisogno dello Stato, non ci servono nemmeno le multinazionali delle telecomunicazioni e d’internet. Poiché queste ci organizzano la comunicazione solo ed esclusivamente per sfruttare e vendere le informazioni, le abitudini ed i profili così ottenuti. Vogliono diventare più utili ai loro clienti pubblicitari, che poi tentano di appiopparci ancora di più di tutta quella merda che già prima non ci serviva affatto. Il controllo totale funziona così bene solo perché partecipano le imprese come Vodafone.
Abbiamo scelto Vodafone per la sua collaborazione particolarmente zelante con il servizio britannico GCHQ. E questi, a sua volta, con la NSA. E questa, a sua volta, con il BND. Tuttavia, la collaborazione delle imprese con i governi ed i servizi è inevitabile, poiché hanno un interesse comune: la multinazionale dei servizi ed i servizi delle multinazionali s’assicurano a vicenda le proprie condizioni per dominare e per massimizzare i profitti. Tutti ci stanno. Poiché, cosa succede se le ditte rifiutano una collaborazione dettata dai servizi segreti si è visto già dopo le prime rivelazioni fatte da Snowden: due ditte minori del settore servizi pubblici su internet hanno dovuto chiudere perché rifiutavano l’accesso della NSA ai propri dati.
Ora, non è che con la distruzione di un punto centrale dell’infrastruttura tutto sarebbe risolto e fatto: una tecnologia con l’obiettivo dell’onniscienza con la premessa del segreto e dell’incontrollabilità degli onniscienti è un problema fondamentale. Perciò serve una critica fondamentale. Nelle condizioni dominanti, i media elettronici ormai non possono che offrire un potenziale emancipatorio oltremodo scarso. Il controllo dei media e della comunicazione impedisce l’utilizzo dei media elettronici per una resistenza efficace contro le condizioni dominanti.
Che diffondiamo questo testo anche per via elettronica, è una contraddizione solo apparente, poiché per farlo dobbiamo trovare le lacune appropriate nel sistema di sorveglianza. La contraddizione tra, da un lato, la comunicazione scollegata dallo spazio e dal tempo e, dall’altro lato, tra la restrizione di una comunicazione davvero libera attuata dal sistema di sorveglianza, non è risolvibile all’interno del sistema. L’utilizzo massiccio di internet, i miliardi di smart-phones e la computerizzazione totale sono, nel momento, fattibili solo nelle condizioni di sfruttamento e di rapina. Se in altre condizione sociali potrebbero esistere le prospettive di una disponibilità e dell’utilizzo di reti di comunicazione elettronica libere dal dominio e dalla massimizzazione del profitto, non lo sappiamo. Per ora questo può essere al massimo oggetto di dibattiti utopici.
Ma conosciamo le discussioni attuali: sarebbe, con la socializzazione delle imprese Telecom ed internet, con la decentralizzazione radicale delle infrastrutture della rete e l’utilizzo di tecnologie open source, forse possibile l’instaurazione di condizioni di comunicazione non gerarchiche e più difficile da sorvegliare –già nell’esistente attuale? Potrebbe diventare una rete globale delle reti, dove i punti centrali non sono gestiti e controllati dalle multinazionali del capitale oppure dalle istituzioni dello Stato borghese, bensì da tuttx coloro che vogliono semplicemente comunicare –a condizioni e con intenzioni libere dal dominio? Ancora esistono tracce di tali strutture di tempi d’internet meno popolari e commercializzati. Non ne siamo molto convintx.
Una critica fondamentale della tecnica e la critica dell’esistente sono indissolubilmente collegate l’una all’altra. La tecnica plasma la realtà ed è a sua volta plasmata da quest’ultima. Gli scopi sociali disumani fatti dagli uomini s’iscrivono nel progresso tecnologico. Non esiste tecnica che si sviluppa indipendentemente dall’influenza della società circostante e che rimane senza effetti sociali. In breve: non c’è tecnica neutrale. Non sappiamo come sarebbe il progresso della comunicazione tecnologica in condizioni emancipatrici. Ma siamo convinti che una comunicazione liberata sarebbe, quale che sarebbe, tutt’altra cosa.
Così siamo alla ricerca di nuove vie per parlare, vedere, per incontrarci –senza NSA, BND, protezione della costituzione, GCHQ, Vodafone, Telecom, Microsoft, Apple, Google… E siamo certx che non siamo solx. Ed anche se la nostra forza non basta per eliminare i servizi segreti interni che assistettero tranquillamente ad una serie d’omicidi razzisti e che finanziano dei nazi, non basta per smantellare i servizi esteri ed i militari, per mandare a picco “Frontex” nel mare di Lampedusa, per dissolvere le multinazionali della comunicazione..: possiamo però iniziare a colpire nei punti deboli sensibili, sabotando la rete! Poiché è per questa che passa la cattura totale, che organizzano la rapina delle nostre vite.
Alcune persone sono capaci di mettere fuori uso temporaneamente l’infrastruttura e gli impianti tecnici. Altrx sanno hackeare, attaccando i loro impianti tecnici dall’interno. Altre persone ancora disertano le loro funzioni prescritte e possono mettere in imbarazzo gli onniscienti con il loro pallino della segretezza. Altrx ancora possono sostenere le “gole profonde” e chi ha disertato. Poi ci sono quellx che si sottraggono alle tecnologie dello sfruttamento, del controllo e dell’autosfruttamento o che le ostacolano nel quotidiano. Esistono tanti modi per buttare sabbia negli ingranaggi della dittatura globale emergente. E più sapientemente focalizzeremo i nostri più variegati interventi, più ci connettiamo all’insegna della solidarietà, più forte striderà.
Sollecitiamo il blocco e, alla fine, l’arresto definitivo degli impianti infrastrutturali mediante il sabotaggio –contro il fiume quotidiano dello sfruttamento, della valorizzazione e della sorveglianza. La nostra azione riusciva solo a bruciare un punto della rete, ma tante azioni possono farla a pezzi. Tutto sommato si tratta di agire contro la continuità di una società improntata alla distruttività ed a un modo di vita caratterizzato dallo sfruttamento. Si tratta di agire in modo mirato, permanente, ubiquo, con i mezzi e i modi più vari. Abbiamo agito in sintonia con altre azioni precedenti e, con i loro obiettivi: i gruppi “Il ruggito dell’Eyiafiallajokull”, “Hekla comitato d’accoglienza” e “Grims Voten” avevano come obiettivo l’infrastruttura della metropoli Berlino-baricentro mobilità. Il gruppo “Eyiafiallajokull” riuscì inoltre a provocare anche un black out temporaneo dei collegamenti della rete Vodafone.
Riteniamo sia l’infrastruttura della mobilità
sia quella delle comunicazioni come condizioni centrali
per il funzionamento dello sfruttamento e del dominio
nella ed attraverso la metropoli.
Per un sabotaggio delle infrastrutture
di sorveglianza, sfruttamento e valorizzazione!
Accecare i servizi segreti!
Libere possibilità di spostamento ed asilo
per Edward Snowden e tutta l’umanità in ogni dove.
Confini aperti a tuttx!
Libertà per Chelsca Manning!
Tanti vulcani!

ANONYMOUS/GRUPPO VULCANICO Katla!
SABOTAGGIO VODAFONE RIUSCITO E SILENZIO STAMPA
Scritto il: 19.12.2013

Fine Novembre 2013, la ditta Vodafone è scampata solo per un pelo a degli effetti maggiori quando fu sabotato un suo punto centrale della telefonia mobile. Abbiamo motivi per un’affermazione forte: anche se all’inizio i quotidiani di Berlino ne passavano notizia addirittura esaustiva, appena pubblicata la nostra dichiarazione fu imposto il silenzio stampa.

Inviato a de.indymedia.org; linksunten.indymedia.org; Berliner Zeitung (BZ)

Sui fatti: Venerdì 29 Novembre, nella BZ appare un articolo in posizione ben esposta con il titolo: “Attentato contro punto centrale della telefonia mobile”: l’allarme incendi dell’antenna-traliccio aveva dato l’allarme giovedì verso le h. 14:00. A sei metri d’altezza bruciavano vari fasci di cavi. Per le opere di spegnimento hanno dovuto staccare la corrente al traliccio. La protezione di Stato politica: “Non è stato un piccolo incendio doloso, qui qualcuno ha tentato un attacco davvero grande”. Il traliccio-antenna, e l’edificio confinante, è un punto di trasmissione della telefonia mobile. Concentra le cellule radio circostanti e le ritrasmette (tra l’altro ai servizi).
Ecco la dichiarazione del portavoce Vodafone Volker Petendorf: “Per fortuna il fatto è successo in un orario con poche telefonate. L’intera comunicazione è stata deviata su un altro punto centrale”. L’attentato in quell’orario non avrebbe avuto effetti sui clienti, ma il danno non era simbolico.
Il gruppo Vodafone è scampato solo per un pelo ad un effetto maggiore causa il sabotaggio al punto centrale della telefonia mobile. Il danno materiale fu più grande e duraturo di quel che hanno pubblicato – anche se un ordigno incendiario attaccato ad un secondo ponte cavi fu reperito inesploso. L’ordigno era composto da bottiglie PET (2 parti di benzina/1 parte di olio), sacchetti di Patex, 2 spirali antizanzara, accendi fuoco (legno compresso, imbevuto di cera), fiammiferi antivento. Il collegamento con l’altro ordigno, quello funzionante, era coperto con una pasta incendiaria. Non sappiamo se è stato il mancato funzionamento dell’innesco oppure le opere di spegnimento a rendere inoffensivo il secondo ordigno. Il contenitore con l’innesco era protetto dalla pioggia con un ombrello.
L’apparato della polizia sospettò un retroscena politico ed immediatamente si surriscaldò. Fecero dei paragoni con azioni precedenti, così anche con gli attacchi incendiari in Ottobre 2011, che avevano fatto danni milionari all’impresa Ferrovie Tedesche. Allora l’impresa promise una taglia di 100.000 Euro per la cattura della Vulkangruppe Hekla, il parlamento federale (Bundestag) in una seduta discusse dell’attacco, alcuni politici scodinzolarono con il bastone del terrorismo ed alla fine l’ufficio criminale federale (BKA) s’assunse le investigazioni per “sabotaggio ostile alla costituzione “ fino ad oggi.
Davanti a questo retroscena, la polizia immediatamente dispiegò delle forze massicce. Verso mezzogiorno arrivarono via aerea i cani da fiuto da un’altra regione per seguire le presunte tracce in loco. Che si persero tutte nel nulla.

SILENZIO STAMPA? ROTTO!

Venerdì -più o meno 36 ore dopo l’incendio- abbiamo pubblicato una rivendicazione che inviammo a vari giornali e media presso i quali, che sulle proprie pagine web offrono un formulario per il contatto, noi ne abbiamo fatto uso. Le pubblicazioni funzionarono con i due portali Indymedia in Germania, dove la dichiarazione fu pubblicata. Anche su Indymedia-UK con la versione inglese (!). Questi media non sono stati manipolati. Ma dal resto della stampa e dei media, non una parola sulla dichiarazione. E questo malgrado la gran presentazione iniziale nella BZ (Berliner Zeitung), che aveva presentato lei stessa la connessione con le precedenti azioni vulcaniche, ora davvero confermata. Che le redazioni dei giornali non sono capaci di fare delle ricerche su Indymedia o addirittura presentare Indymedia come fonte, è attualmente dimostrato dai resoconti sulle azioni militanti in occasione delle lotte dex rifugiatx a Berlino.
Abbiamo motivi per una forte affermazione: per un calcolo tattico-investigativo e politico è stato imposto il silenzio stampa.
Ulteriore plausibilità per questo, secondo noi si evince dal fatto che nella dichiarazione soppressa non solo spieghiamo la nostra azione politicamente ma ci sforziamo anche di dare prospettiva, e che peroriamo una massificazione di tali azioni ed un largo sostegno sociale alla critica delle reti dei dati come infrastruttura centrale dei servizi segreti e delle multinazionali dei dati.
Da questo ci risultano alcune richieste a tuttx che leggono questo comunicato:

1. Vi preghiamo di documentare la dichiarazione sui vostri portali e giornali oppure onorarla criticamente con un rimando all’intero contributo.
2. Un’altra possibilità sarebbe di passare ad altrx questa dichiarazione – in rete (tramite Tor) o direttamente. (Per noi è importante la diffusione dei contenuti della nostra posizione – oltre i portali internet della sinistra, ben importanti ma marginali. Settori sociali che vedono criticamente gli attacchi dei servizi segreti dovrebbero poter reperire e leggere la nostra dichiarazione: per es. giornalistx, hacker, tecnicx-IT, gente della protezione dati, giuristx, attivistx come di “libertà invece di paura”, ecc.)
3. Vi preghiamo, se siete nelle condizioni di farlo e se avete i contatti necessari, di verificare quanto segue: è la nostra e-mail (contenuto come qui presentato: https://linksunten.indymedia.org/node/100445) il venerdì 29 Novembre 2013 tra le 12:00 e le 24:00 arrivata alle redazioni della Berliner Zeitung, Tagesspiegel, Suddeutsche, taz, Berliner Morgenpost dpa, Guardian e Spiegel Online? Oppure no?
4. Nelle redazioni ci sono state delle ritenzioni della dichiarazione? Per es. ordinate dalla direzione della redazione? C’è stato un intervento della polizia o d’altra autorità?

Proponiamo la pubblicazione d’indicazioni utili nella rubrica commentari sotto questo testo. Utilizzate o utilizzi per questo, come modo migliore, la software per anonimizzare Tor (https://www.torproject.org/)

TANTI VULCANI!

GRUPPO VULCANICO ANONYMOUS/KATLA
DICEMBRE 2013
MAGDEBURG, GERMANIA: “REPRESSIONE E’…”

Nella notte 22/23 marzo abbiamo attaccato con la vernice l’amministrazione stranieri e nel 27/28 marzo l’ufficio tecnico di polizia. Abbiamo lasciato la scritta “Repressione è…” e con questo abbiamo collocato l’azione nel contesto della campagna antirepressione.

La nostra solidarietà contro la loro repressione!
Per un movimento sovversivo!

 

ZURIGO, SVIZZERA: AZIONE CONTRO CONSOLATO SPAGNOLO

In solidarietà con i fatti recenti nell’enclave spagnola di Ceuta e Melilla, nella notte 24/25.3.2014 danneggiati i vetri del consolato spagnolo a Zurigo. Nei pressi abbiamo lasciato la scritta: “recinti alti 7 m e militari? Rabbia e pietre!”
Lo stato spagnolo è uno dei diversi attori che militarizzano e fortificano il confine esterno d’Europa per tenere lontano lx “indesideratx”. Ma i fatti recenti dimostrano che la fortezza europea con recinti alti 7m traballa quando dex individux rivoltosx non continuano ad accettarlo come ostacolo.
Perciò, se il prefetto di Melillo accusa x profughx di aver attaccato violentemente le guardie di confine con le pietre, noi vi ci riconosciamo e ricorriamo agli stessi mezzi per sostenere quella rivolta.

Attacco permanente contro quel che ostacola la libertà!

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Switzerland, Germany, U.S.A. – Communiqués and actions against repression, vivisection and electricity plants

From informa-azione.info

Translated by act for freedom now

We receive and transmit texts translated by imprisoned Anarchist comrade Marco Camenisch:

COMMUNIQUE ON THE DEMO AGAINST AIR-FRANCE-KLM (15.3.2014)

Protests were once again staged at the airport of Zurich against the transport of animals destined to vivisection labs carried out by Air-France-KLM. This is the most important world company involved in the transport of animals destined to vivisection labs. Every year the air company carries thousands of monkeys, dogs, cats and mice to European and North-American labs, where animals are inflicted violent death.

In the afternoon of 15th March 15 2014, a number of people responded to the call for demonstrating at the airport of Zurich against the transport of animals destined to vivisection labs carried out by Air-France-KLM.

The air company is the target of the campaign ‘Gateway to Hell’. Campaigners realized how the transport of animals is a weak point of the vivisection industry. Making pressure on companies that profit from the transport of animals is a way of actively disrupting experiments on animals. As connections between breeding farms and laboratories are being cut, private and state-owned companies of the vivisection industry find it increasingly difficult to obtain animals for their experiments, and consequently make profit from animal suffering.

With banners, slogans, chants and leaflets distributed to passer-byes next to the air company check-in point, we made the situation of the animals known, including all data and facts concerning Air-France-KLM’s business. Now we must continue to put Air-France-KLM under pressure!

Let’s spread action everywhere as the forms of the protest can be multiform and varied.

Another demo at the airport of Zurich will be held on 26/04/2014. Open your eyes and keep updated.

Vivisection is torture and must be stopped now!

Class struggle-animal liberation!

source: http://ch.indymedia.org/demix/2014/03/91725.shtm/

BERLIN, NEUKOLLN: SMART CAR TURNED UPSIDE DOWN AND CAR OF GSE-PROTECT TOTALLY BURNED OUT

Edited by: Anarchists

Event occurred on Monday 24/03/2014

Repression is…

… when 1,800 cops (many of them full on with cocaine, it seems) try to smash your face because you have it covered with a piece of cloth. That’s why on the following night, when Berlin cops had only to show that unfortunately this was not Hamburg, we took advantage of the situation to unleash our anger.

The car set on fire belonged to GSA-Protect, and had a sticker on the back: ‘Police’s friend’. Those who like the cops so much can be sure they will be the object of our attention. Of course we didn’t forget about the controls carried out by the collaborators of GSA-Protect.

See also: /linksunten.indymedia.org/node/58429.

The smart car turned upside down was covered with adverts of to the daily Berliner Morgenpost. The press foment people against refugees, and create a hostile atmosphere towards them by moaning how much they cost to the citizens.

When Frontex attack small boats in the Mediterranean Sea and the Guardia Civil shoot rubber bullets at harmless people in Melilla and Ceuta (we hope this won’t happen anymore), press reports are very scarce. Berliner Morgenpost acts exactly as other shit newspapers do, and perhaps the latter will soon be the target of some well-deserved action!

In spite of the failure, no matter the reasons, of the anti-repression demo called by Action Day, we hope that actions against the organs of repression won’t slow down. And we also hope that the struggle against the cops is not carried out only in February!

Refugees Welcome

Let’s attack surveillance devices

Let’s smash the State

source: linksunten.indymedia.org/de/print/109184

BERLIN, GERMANY: FIRE TO SANTANDER BANK

In the night between 5th and 6th March we put fire to a Santander bank in Neukolln. We smashed a window and ignited an incendiary device with a slight delay. We dedicate the action to prisoners and comrades murdered by the system in Chile and Spain.

On Tamara Sol and Sebastian Oversluij Seguel: [info in German language available on indymedia de]

Recently, Tamara’s family published a letter on her situation: [see letter translated and published by indymedia de]

Since Sebastian was murdered, Alfonso Alvia and Hermes Gonzalez have been in pre-trial detention: [see actforfree.nostate.net/?p=15776]

We also salute Monica Caballero and Francisco Solar […], already persecuted in Chile following the Bombas case frame up.

Salutes to the defendants of the Bombas case and to the activists of Barcelona, who like us think that banks are useful targets for solidarity actions: [see various websites]

As the most important bank of the Spanish language area, Santander is responsible for arms trade. And to us this is an excellent reason to consider the struggle here and the struggle there as one and only struggle. The institutions that put capital ahead of human lives will always be targets of our actions.

Commando Sebastian Oversluij Seguel

Freedom for all prisoners

source: linksunten.indymedia.org/de/print/107942

BERLIN, ATTACK ON THE COURT

In the early hours of 8th March we set some petrol on fire next to the entrance of the Lichtenberg court in Berlin.

This symbolic gesture in the women’s day of struggle is a signal to repressive institutions. The court is adjacent to the female prison, and is connected to it. The prison too was a target of the attack.

For an angry day against repression on 22nd March!

Against prison, capital, the State and patriarchy!

For anarchist praxis!

source: linksunten.indymedia.org/de/print/107948

NZZ 10/2/2014

UNDERESTIMATED THREAT/U.S.A. ELECTRICITY PLANTS STRENGTHEN SECURITY MEASURES

The threat to American electricity plants doesn’t come only from cyber-attacks. A mysterious armed attack occurred in California led electricity companies to strengthen their security measures.

Win. Washington – When the vulnerability of American infrastructures in the face of outside attacks is discussed, the main topic is the danger posed by cyber-attacks. For years experts have been warning about the lack of protection from attacks coming from the Internet. A still unexplained incident that took place last spring in a sub-plant in California, and which was recently reported by the American media, shows how more banal and material threats can provoke similar damages.

VERY PROFESSIONAL PERPETRATORS

In the night of 16th April unknown people first accessed the underground channels of optical fibres at the sub-plant Hetcalf of the company Pacific Gas & Elektric in San José, which supply power to High Tech Silicon Valley; then they began to open fire, as filmed by cameras. In 20 minutes they destroyed 17 transformers, and eventually disappeared before police arrived, leaving on the spot over a hundred bullet shells from assault rifles.

As the company immediately switched to alternative lines, California wasn’t blacked out on a large scale. At first they spoke of an action of vandalism, but after examining the attack the then Federal Energy Regulatory Commission spoke of a terrorist attack, perhaps a rehearsal for a major attack.

BIG INVESTMENTS

FBI officially and firmly denies it, but the events in San José have shaken the electricity sector and politicians: danger doesn’t come only by the cyberspace. The material destruction of transformers is very easy to achieve, and what is broken has to be repaired by workers rather than complex and long IT work lasting about a month.

A number of companies are now learning the lesson. This weekend, for example, Dominion Virginia Power announced that in the next ten years it would be investing half a billion dollars in the strengthening of security measures at its plants and sub-plants. Not only does Dominion supply power to Northern Virginia, where can be found state agencies and supply companies of the army and the secret services, but it also supplies industrial hubs and Navy and military bases along the coasts of Norfolk and Newport News: disruptions in this area only would cause unimaginable consequences.

IF IT WASN’T INCREDIBLY SERIOUS IT WOULD BE PRETTY MUCH LAUGHABLE…

From the U.S.A., year 2014

Youth are diagnosed with the mental disorder OPPOSITIONAL DEFIANT DISORDER if they answer ‘yes’ to the following questions asked by the criminals against humanity who practice psychology/psychiatry:

‘Do you hate coercion and domination?’

‘Do you love freedom?’

The role of psychologists and psychiatrists in the maintenance and expansion of the mechanisms of control in the totalitarian regime of exploitation and dominion of our time, CANNOT BE EXPRESSED MORE CLEARLY!

http://actforfree.nostate.net/?p=16739#more-16739