Ad 8 mesi dall’arresto di Gianluca e Adriano, anarchici dei Castelli Romani, era prevista per la giornata di ieri, 26 Maggio, la prima udienza del processo in cui sono imputati e che li vede accusati di associazione con finalità di terrorismo, oltre che di incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento ed imbrattamento di cose altrui.
Le accuse per cui sono sotto giudizio sono riferite ad una serie di sabotaggi realizzati nel territorio dei castelli romani nei confronti di alcune banche, di una pellicceria, di sedi distaccate di Eni ed Enel e della discarica di Roncigliano.
In occasione di questa prima udienza la Giudice ha nuovamente confermato la richiesta del Pm Minisci (lo stesso che rappresenta l’accusa nell’ambito del processo per il 15 Ottobre 2011) di svolgere il processo in videoconferenza.
A sostegno di Gianluca e Adriano, sottoposti a regime di detenzione in alta sorveglianza rispettivamente nelle carceri di Alessandria e Ferrara, e per non far passare nel silenzio e nell’indifferenza l’adozione di uno strumento, quello della videoconferenza, che tende aisolare, demonizzare e disumanizzare ancora di più la condizione di chi è prigioniero, era stato indetto un presidio.
L’udienza non si è svolta per motivi tecnici legati alla nomina dell’avvocato di difesa di Gianluca ed è stato quindi rinviato al 4 Luglio.
Una volta arrivata la notizia del rinvio dell’udienza, è stato improvvisato un corteo all’interno del tribunale, scandendo cori e lanciando volantini di solidarietà nei confronti dei prigionieri e contro l’utilizzo della videoconferenza.
Anche se solo per qualche minuto, nei corridoi del tribunale di piazzale clodio di roma, è rimbombato l’eco delle voci solidali con Gianluca ed Adriano, per ribadire che chi lotta non è mai solo e che nessuno strumento, nemmeno la videoconferenza, potrà rompere la solidarietà tra chi si ribella.
Ancora una volta è stato un modo per ribadire che terrorista è chi devasta e saccheggia la terra, chi sfrutta ed opprime ogni forma di vita.
Solidarietà con Gianluca ed Adriano!
No all’utilizzo della videoconferenza!