Si è tenuta il 22 maggio nell’aula B del Tribunale di Livorno in Via Falcone e Borsellino la quinta udienza del processo relativo ai fatti del 30 novembre, 1 e 2 dicembre 2012, che vede imputate 21 persone tra le compagne e i compagni che parteciparono alle manifestazioni convocate in quei giorni dalla Ex Caserma Occupata.
Quei giorni furono segnati dalle cariche della polizia contro i manifestanti e dalla risposta della città contro le violenze poliziesche, dal corteo di oltre mille persone che attraversò le strade del centro contro l’attacco alla libertà di manifestazione condotto con violenza dalla Questura livornese.
A carico degli imputati vi sono accuse per manifestazione non autorizzata, oltraggio e minacce a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento, adunata sediziosa, tutti reati relativi alle manifestazioni organizzate in quei giorni dalla Ex Caserma Occupata.
Fissata per le ore 9 di giovedì 22 maggio, l’udienza si è protratta fino a dopo le ore 18. Nel corso della giornata sono tornati a sedersi al banco dei testimoni il Capo di Gabinetto Ridente e l’Ispettore Capo Dotto della Questura di Livorno, già ascoltati nell’udienza del 9 gennaio scorso.
Infatti il Pubblico Ministero Luca Masini, dopo il trasferimento del giudice Dal Forno e la formazione di un nuovo Collegio Giudicante presieduto dal giudice Perrone, aveva chiesto che i testi già interrogati nelle udienze precedenti fossero ascoltati di nuovo.
Con questa richiesta la Pubblica Accusa aveva di fatto azzerato il processo. Nei resoconti delle precedenti udienze avevamo segnalato il fatto che questa mossa si dovesse leggere come un passo indietro del PM Masini, costretto ad aggiustare il tiro per non vedere l’impianto accusatorio sgretolarsi tra le sue stesse mani.
Nell’aula è stato installato, come predisposto dall’ordinanza del Tribunale del 24 aprile scorso in seguito a richiesta del PM, un sistema di registrazione audiovisiva delle testimonianze curato dalla Polizia Scientifica. Una forma di documentazione dell’udienza che si può definire eccezionale in quanto prevista dal Codice di Procedura Penale solo in casi di assoluta necessità. Necessità che per la Difesa non sussiste in questo processo, perciò la videoregistrazione dell’udienza è stata contestata dagli avvocati difensori nelle precedenti sedute processuali. In effetti si tratta di una trovata del PM Masini per rendere questo processo un evento spettacolare, e per costruire, attraverso la forzatura della procedura, quel clima di eccezionalità che serve a dare una credibilità al fragile castello accusatorio.
I testi hanno fornito la propria ricostruzione degli eventi per le giornate del 30 novembre 1 e 2 dicembre 2012, compiendo anche alcune identificazioni. Qui si sono lasciati spesso andare in presunte identificazioni di persone imputate e non, aggiungendo talvolta commenti non rilevanti a carico delle medesime, senza che tali riconoscimenti fossero legati a specifiche situazioni di reato.
Durante l’interrogatorio per compiere le identificazioni hanno utilizzato quei documenti prodotti dalla Pubblica Accusa, video e immagini, contestati dai difensori perché considerati materiale marcato e suggestivo. Già nell’udienza del 9 gennaio, erano stati impiegati documenti che gli avvocati difensori avevano contestato come non oggettivi e manipolati, e che a loro avviso miravano a suggestionare il giudizio del collegio. Dopo l’udienza di gennaio, il PM Masini, che evidentemente temeva con prove tanto manipolate di veder crollare l’intero processo, aveva ottenuto la sostituzione di oltre 350 di questi documenti con nuovo materiale.
L’esame dei testi da parte dell’Accusa in effetti è stato molto più prudente e misurato rispetto a gennaio. Ma nel corso dell’udienza i toni pacati venivano presto messi da parte dal PM Masini, che scattava non appena gli avvocati difensori prendevano la parola.
La Pubblica Accusa non ha potuto esimersi dal far emergere almeno una minima parte delle violenze perpetrate in quei giorni dalla polizia. È stato infatti citato il rinvio a giudizio dell’Ispettore Capo Basilio Curasì che, dopo la carica di polizia del 1 dicembre 2012 in Piazza Cavour, avrebbe colpito alla testa con una pesante radio, chiamata non a caso in gergo “il mattone”, una donna, madre di uno dei manifestanti, che quel pomeriggio passava casualmente dalla piazza.
Chiaramente il fatto che vi sia un altro processo attorno ai fatti di quei giorni, che vede imputato un Ispettore della Questura di Livorno, ha costretto il Pubblico Ministero a citare questo caso anche nel processo che invece vede imputati i manifestanti. Le violenze di polizia e carabinieri che in quei giorni indignarono la cittadinanza iniziano a venire a galla anche in Tribunale. Tuttavia gran parte di tali violenze continuano a restare nell’ombra, proprio come le responsabilità del personale della Questura. Un esempio tra tutti è quello dell’ordine che avrebbe scatenato la carica di polizia in Piazza Cavour il primo dicembre, dopo cinque udienze non si sa ancora se tale ordine sia stato dato e da chi.
Questa udienza, proprio come le precedenti, ha mostrato la natura politica di questo processo. Ci troviamo infatti di fronte ad una montatura che mira ad oscurare le gravi responsabilità della Questura di Livorno e dei suoi funzionari nelle violenze di piazza di quei giorni. Per fare questo la Pubblica Accusa ricorre ad ogni mezzo, cercando di dipingere i manifestanti imputati come un gruppo criminale dedito alla violenza, che avrebbe in qualche modo premeditato quello che chiamano “assalto alla Prefettura”.
Non ci soffermiamo a commentare nel dettaglio le dichiarazioni dei testi. Tra l’altro il teste Dotto tornerà al banco dei testimoni anche alla prossima udienza per essere interrogato dall’Accusa riguardo alla giornata del 2 dicembre 2012 e per il controesame degli avvocati della Difesa.
La prossima udienza si terrà il 3 luglio alle ore 15 presso il Tribulnale di Livorno in Via Falcone e Borsellino. In quella data continuerà l’audizione dei testi presentati dalla Pubblica Accusa.
Comitato di Solidarietà “Livorno non si piega!”
26 maggio 2014
le altre udienze
http://www.senzasoste.it/livorno/processo-prefettura-il-resoconto-della-quarta-udienza
http://www.senzasoste.it/interventi/livorno-non-si-piega-firma-l-appello-in-sostegno-agli-imputati
Da Senza Soste