E’ stata sgomberata questa mattina la scuola ex Canalone di Salerno, occupata dall’ottobre del 2012 da un gruppo di ragazzi, che si riappropriò dello stabile (abbandonato da tempo e diventato in breve una discarica lasciata al degrado) rimettendolo a disposizione della città.
Alle prime ore dell’alba, polizia e carabinieri si sono presentati davanti al cancello della struttura per procedere con lo sgombero, inventariando e portando fuori tutto ciò che si trovava all’interno.
In questi mesi l’ex scuola, grazie all’occupazione, era stata riqualificata per ospitare eventi culturali, dibattiti e momenti di socialità, rendendolo un punto di incontro in cui la città potesse sentirsi protagonista nel determinare una maggiore vivibilità dei propri quartieri.
Proprio per questo, lo sgombero di questa mattina (che a quanto pare è stato eseguito senza nemmeno un’ordinanza da parte del Comune) ha suscitato rabbia non solo tra gli occupanti ma anche tra molti cittadini, ben consapevoli che il lavoro svolto in questi mesi di occupazione ha fatto molto di più dell’immobilismo delle istituzioni locali che avevano invece lasciato la scuola di via Paesano all’abbandono e al degrado.
Una serie ininterrotta di sgomberi: ieri a Torino, oggi tocca a Genova e Salerno. E’ in atto un processo sistematico di “normalizzazione” da parte delle amministrazioni di centrosinistra con la complicità di magistratura e forze dette dell’ordine.
Così a farne le spese è, da questa mattina, la ex scuola Canalone di Salerno che da alcuni mesi era utilizzata come centro sociale.
Alle prime luci della giornata polizia e carabinieri si sono presentati davanti al cancello della struttura per sgomberarla con la forza: una consetudine che si sta rapidamente diffondendo in ogni città.
Il tentativo di queste azioni repressive è finalizzato alla rimozione degli spazi sociali; espressione delle lotte per il diritto alla casa, contro le grandi opere che devastano il territorio e per una cultura non conforme all’interesse dei governanti.
L’attacco diretto contro i movimenti rappresenta, senza ombra di dubbio, la premessa di quello che sarà l’atteggiamento dei “controllori” rispetto alla manifestazione del prossimo 11 Luglio a Torino.