Contro le carceri e la repressione. Per un’anarchica implacabile!
L’inizio della discussione sul nuovo disegno di legge per la creazione di carceri di massima sicurezza avviene, come previsto, in un periodo in cui la cosiddetta “resistenza sociale” sta preparando le valigie per le vacanze estive.
Negli ultimi due anni in Grecia si sta svolgendo un metodico attacco repressivo contro gli anarchici. Questo attacco non si esprime solamente attraverso la dispersione delle proteste (e quelli che trasformano le marce anarchiche in delle miserabili passeggiate sono anche loro responsabili di questo), ma anche con un piano generale di intensificazione del controllo (invasioni delle case, indagini di polizia), con lo sgombero degli squat che precedentemente sono serviti come punto d’incontro dopo gli scontri di piazza (Villa Amalias, squat Skaramanga) e adesso con le carceri di massima sicurezza.
Non illudiamoci, i progetti dello Stato non stanno prendendo di mira i “più larghi processi sociali”, come molti di noi vogliono credere, ma l’attacco anarchico specificamente e le sue multiformi manifestazioni concettuali e tattiche. Inoltre, non è una coincidenza il fatto che le assemblee popolari e le “contro-strutture” della collaborazione anarchico-sinistra sono state sempre più assorbite da Syriza e dalle varie iniziative alternative, sia locali o “popolari”, dopo il loro sforzo iniziale di assorbire la violenza insurrezionale e nichilista etichettandola come “feticismo”. Ma i miti sono terminati e non permetteremo che lo Stato passi sopra di noi.
L’ambiente anarchico si giustifica di non aver scelto lo scontro con la polizia durante gli “incidenti politici centrali” perché desiderano “collegarsi con la società”, in modo che le loro azioni vengono convalidate da essa. Ma nel momento quando lo Stato stava sgomberando uno squat dopo l’altro, i leader anarchici e i loro seguaci stavano cercando di “conformare” quelli che tentavano di deragliare queste marce, anche quando più di dieci mila persone erano coinvolte in esse. Noi in questo testo non analizzeremo le scelte dei riformisti, ma sottolineeremo la loro ipocrisia, perché non vogliamo rimanere indifferenti e tollerare questo. Ci siamo stancati dei lamenti e passiamo all’offensiva.
Come dicevamo, i prigionieri anarchici sono in sciopero della fame e questo serve come motivazione per agire da soli in ogni modo possibile. La società non sarà mai dalla nostra parte, loro esulteranno per i gol della nazionale di calcio e l’arresto dei nostri compagni li renderà felici. Per noi (gli individui che scrivono questo testo), la nostra scelta è indipendente dalla “volontà popolare” e dai piani politici riformisti. La continua insurrezione anarchica passerà sopra ognuno che cercherà di sopprimerla. E questo è la battaglia che noi combatteremo con i nostri volti nelle assemblee, nelle proteste e in ogni appello per le proteste (purtroppo noi non possediamo la dinamica di fare un appello a noi stessi per adesso). Noi siamo intimiditi dalle guardie del movimento e dai “non-incappucciati”. E noi affermiamo questo verso tutte le direzioni perché molte cose sono giunte alle nostre orecchie…
Infine, crediamo che i compagni che vogliono agire contro le prigioni e appoggiare CON LE AZIONI i nostri fratelli e sorelle incarcerati, dovrebbero sperimentare, rischiare e andare oltre i propri limiti. Non fatevi limitare dai lamenti sulla miseria e inerzia dell’ambiente anarchico, credendo che “nulla succede”. Incontriamoci a Monastiraki questo sabato e ovunque, con tenacia, coraggio, rabbia ma anche con padronanza di sé stessi. Non rimarremo indifferenti, ma non diventeremo neanche martiri.
FORZA AGLI ANARCHICI INSURREZIONALISTI E NICHILISTI IN SCIOPERO DELLA FAME
LUNGA VITA ALL’ANARCHIA
Anarchici/nichilisti contro le carceri di massima sicurezza
radioazione.org