Solidarietà ai compagni denunciati durante un presidio sotto al carcere di Padova!
Con l’ondata di mobilitazioni dentro alle carceri che da un anno si sta facendo sentire, la repressione non ha tardato a colpire il movimento solidale all’esterno che, nel corso di questi mesi, è stato al fianco dei prigionieri in lotta. A Padova, sono arrivate sei denunce dopo il presidio che si svolse lo scorso 18 aprile presso la casa circondariale Due Palazzi.
Quel giorno un gruppo di compagni e compagne solidali con i detenuti in lotta si recarono nel parcheggio adiacente il carcere con l’intento di promuovere i quindici giorni di mobilitazione, dentro e fuori i penitenziari, lanciati dal coordinamento dei detenuti.
Vennero fatti interventi al microfono, scanditi slogan, lette lettere dalle carceri, un po’ di musica ha allietato la triste routine dei ragazzi chiusi in cella e per finire venne fatto esplodere qualche semplice fuoco artificiale, fatto che suscitò gli animi dei detenuti che risposero agli scoppi con fischi e grida di gioia. Quest’ultimo episodio sembra non essere stato particolarmente gradito dai servi in divisa della questura, che immancabilmente hanno colto l’occasione per far pervenire a casa di un compagno minorenne la denuncia per “detenzione e lancio di materiale esplodente”, nel foglio si parla di bombe carta. Leggendo gli atti della procedura penale, apprendiamo che a essere coinvolti nell’inchiesta ci sarebbero altri 5 compagni, rei anch’essi di aver contribuito allo spettacolo pirotecnico.
L’intento di queste denunce è un chiaro attacco alla solidarietà di classe espressa nei confronti dei prigionieri reclusi e mira a spezzare il legame tra chi lotta dentro alle prigioni e chi, dall’esterno, supporta le proteste, facendo da eco e dando voce alle istanze dei detenuti.
Inoltre, le sei denunce giungono a distanza di una settimana da altre 13 per occupazione abusiva e danneggiamento, seguite allo sgombero della Marzolo occupata avvenuto il 15 luglio. In questo contesto, è evidente come a essere sotto attacco siano pratiche di lotta che risultano incompatibili con il clima di pace sociale che i padroni della città vorrebbero regnasse indisturbato e per garantirlo tentano di intimorire, minacciare, dividere e infine isolare chi non si allinea con il pensiero dominante cui ci vorrebbero sottomessi. La repressione si scaglia contro tutti coloro che non scendono a compromessi e al contrario si organizzano in forme di lotta: colpisce chi si mobilita dentro come fuori le prigioni. Per questo motivo, solo uniti possiamo combatterla e proseguire insieme, avanzando lungo il sentiero tracciato della lotta.
Solidarietà ai compagni denunciati!
Al fianco dei detenuti in lotta!
Rispondiamo alla repressione rilanciando la mobilitazione!
Le compagne di Scatenati – trasmissione radio
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