La sera del 5 gennaio 2014, verso le 22.30, avviene un attacco simultaneo al Ministero di Comunicazioni e Trasporti e a una concessionaria Nissan, nella zona sud di Città del Messico. In seguito a questi fatti vengono arrestate tre persone, due ragazze canadesi, Amelie Pelletier e Fallon Poisson e un compagno messicano, Carlos Lopez, detto “il Chivo”.
Inizialmente interviene la Procuraduria General de Justicia (PGJ), ente del governo locale di Città del Messico, che li detiene e successivamente gli da una cauzione di 150000 pesos messicani (circa 8000 euro per persona) per scarcerarlx. Pero, al momento di pagare la cauzione, interviene la Procuraduria General de la Republica (PGR), ente federale, che dichiara incompetente la PGJ e prende il mano il caso.
Dopo 48 ore la PGR, non avendo elementi concreti, gli affibbia l’accusa di Delinquenza Organizzata, al solo scopo di mantenerlx in stato di fermo per prolungare i tempi dell’indagine, e lx trasferisce in un Centro de Arraigo1, intanto che vengono portati avanti i due procedimenti legali, quello locale e quello federale.
Passati i 40 giorni dell’Arraigo, la PGJ dichiara di non avere prove contro i ragazzi e li farebbe uscire ma interviene ancora una volta la PGR, questa volta accusandoli di Danno Aggravato e Attacco alla Pace Pubblica.
Le ragazze vengono così trasferite al carcere femminile di Santha Marta e Carlos al Reclusorio maschile Oriente. Da questo momento in avanti comincia un lungo e complicato processo legale, che vede da una parte le autorità locali di Città del Messico e dall’altra quelle federali contro i compas.
Si presenta un ricorso in appello, mentre le autorità cominciano a presentare le prime prove, che consistono nella dichiarazione di due poliziotti e di un funzionario della Nissan, che non erano presenti al momento dei fatti.
Posteriormente la PGJ li accusa di causare Danni e Incendio alla concessionaria Nissan, mentre la PGR li accusa di Danno e Sabotaggio a un edificio pubblico (il Ministero di Comunicazione e Trasporti) anche se i due delitti erano già stati indagati precedentemente senza risultati.
La questione è surreale perché la PGR dichiara una cosa mentre la PGJ un’altra: per farla breve le due diverse accuse suppongono che i ragazzi attaccarono contemporaneamente il Ministero e la concessionaria Nissan (distanti 250 metri circa), presupponendo che i tre avessero il dono dell’ubiquità.
Tra le argomentazione della PGR si dice che un gruppo di persone vestite di nero ha compiuto gli attacchi ma né hanno testimoni, né hanno arrestato nessunx in flagranza di reato. Non esistono prove concrete e la unica prova su cui le autorità possono far leva è che nei pressi del luogo dei fatti, viene ritrovato del sangue che corrisponde a quello di Carlos (un gruppo sanguigno molto raro, che pare corrisponda solo al 2% della popolazione) e questo basta per accusarlx.
È probabile che gli sarà data una condanna, anche se si sta facendo di tutto per risolvere la questione. Nella peggiore delle ipotesi la sentenza sarebbe di 7 anni e 6 mesi, che è il parametro per questo tipo di reati. Nel migliore dei casi gli tolgono l’aggravante di Delinquenza Organizzata e così ci sarebbe la possibilità che la condanna sia minore ai 5 anni, con la quale potrebbero uscire pagando una cauzione.
Sulla questione dell’incendio è stato fatto ricorso e si sta aspettando la risoluzione, e lo stesso vale per il processo federale.
I prossimi mesi saranno quelli cruciali per capire se e quando potremo riabbracciare Carlos, Amelie e Fallon fuori dalle gabbie in cui sono costrettx.
1 Si tratta di un istituzione propriamente messicana, dove si mantengono i sospetti in stato di detenzione per un massimo di 40 giorni, periodo in cui si svolgono le varie indagini del caso
http://reporter.indivia.net/aggiornamenti-sul-caso-di-amelie-fallon-e-carlos-sequestratx-nelle-carceri-di-citta-del-messico/