Milano, sgomberato Zam 4.0

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Questa mattina digos e polizia si sono presentati in piazza Tito Lucrezio Caro e hanno eseguito lo sgombero di Zam 4.0, uno spazio occupato da meno di 48 ore. Già nella mattinata di ieri, il prefetto aveva convocato un tavolo straordinario del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, in base al quale si è dato l’ordine di effettuare lo sgombero della nuova occupazione di Zam. Tra i richiedenti allo sgombero, anche alcuni noti personaggi della giunta Pisapia, che ben delinea il proseguimento della dura linea verso occupazioni di spazi autogestiti a Milano. Solo da quando si è instaurata la giunta Pisapia quello di oggi risulta essere infatti il ventiduesimo sgombero nella metropoli milanese.

Al momento dello sgombero, la stampa è stata invitata dagli occupanti ad entrare nello stabile per documentare lo stato nel quale di trovava l’immobile al momento dell’intervento della polizia per dimostrare non solo come lo spazio sia stato utilizzato per iniziative, ma anche su come queste iniziative non abbiano pregiudicato le condizioni dello stabile a differenza di come spesso di vuol far credere dopo l’occupazione di uno spazio.

Tra le motivazioni tecniche con cui viene giustificato lo sgombero, il fatto che l’occupazione dello stabile metteva a repentaglio la sicurezza del deposito mezzi dell’Atm (Azienda trasporti milanese) che è contigua allo spazio occupato, oppure la vicinanza con gli uffici della polizia locale collegati tra loro con una porta che metteva in comunicazione i due edifici. Facili giustificazioni prive di fondamento, mentre risulta evidente che l’occupazione non potrebbe influire in nessun modo con il deposito mezzi, così come non vi è alcuna porta di comunicazione tra i due edifici giacchè murata dagli occupanti al momento dell’occupazione. Emergono invece le motivazioni reali dello sgombero di oggi, cioè la non volontà che gli spazi occupati abbiano vita nella città di Milano, come dimostra il record di sgomberi negli ultimi mesi. Uno sgombero quello di oggi che di certo non fermerà la campagna partita qualche settimana fa, ma che invece, altro non fa che dare un’ulteriore spinta verso nuove occupazioni che si daranno nella città di Milano.

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