Cos’e’ la CASSA ANTIREP delle ALPI OCCIDENTALI?

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La Cassa Anti Repressione delle Alpi Occidentali nasce nell’autunno del 2000, con lo scopo di coordinare, tra alcune realtà ed individualità anarchiche presenti tra arco alpino e piana piemontese, la raccolta di fondi destinati ad interventi antirepressivi e di solidarietà nei confronti dei prigionieri con cui queste realtà hanno contatti, amicizie e affinità. I presupposti da cui mosse tale iniziativa, e che tutt’oggi rimangono inalterati, sono la necessità di dedicarsi con costanza alla resistenza nei confronti degli attacchi della repressione e nel garantire, a chi finisce in galera o è oggetto di altre misure restrittive, contatto e appoggio da parte di gruppi o persone sensibili alla questione carcere e che non considerano la Legge un valore a sé. Ben consci che l’attività resistenziale da sola non basti, e non avendo mai pensato di relegare le nostre tensioni contro la società che produce leggi e sbarre ad un’opera di assistenzialismo, pensiamo comunque che sia un aspetto inscindibile da altre pratiche e metodi accomunati dagli stessi obiettivi e contro gli stessi nemici.

Solo la complementarietà tra i modi di intervento può portare, a nostro avviso, ad una maggiore completezza ed incisività in un percorso di lotta e solidarietà antirepressiva…per dirla in breve, su basi solide e costanti nel tempo pensiamo ci si possa slanciare in più precisi ed efficaci interventi di critica alla repressione ed al sistema da cui è generata e amministrata.
Così come ci insegnano le esperienze di movimenti analoghi in altri Paesi ed in altri contesti di lotta.

I criteri nella scelta degli interventi o delle situazioni e prigionieri a cui indirizzare i nostri contributi non sono mai stati adottati seguendo un rigido schema di valutazione: essendo uno strumento a gestione locale (che cioè è condiviso da compagni non troppo lontani geograficamente tra loro), è stato possibile un confronto costante nel tempo, ed in seguito alle segnalazioni di situazioni a cui apportare in nostro contributo si è presa o meno la decisione di intervenire. Importante precisare che, non avendo a disposizione riserve illimitate, la cassa non sempre può contribuire in modo continuativo nei confronti di ciascun detenuto con cui entra in contatto, si impone perciò, di volta in volta, la necessità di valutazioni in termini di priorità.
Abbiamo distribuito i solidi in cassa tra i prigionieri rivoluzionari, detenuti ribelli, o particolarmente “in ristrettezze” segnalatici da altri prigionieri, o anche detenuti “comuni” dei nostri paesi o quartieri che conosciamo direttamente e con cui abbiamo legami di stima e/o amicizia. Abbiamo contribuito con sottoscrizione a favore di altre casse di solidarietà o progetti affini qui ed in altri paesi (penisola iberica, Palestina, Argentina, Grecia, Kurdistan, Russia) intervenendo in campagne di solidarietà a favore di situazioni o individui colpiti da inchieste giudiziarie e mandati di cattura, o ancora per aiutare famigliari di detenuti a sostenere spese di viaggio per i colloqui e per contribuire a spese di difesa legale.
Oltre ai contributi di tipo economico, i fondi della cassa servono a produrre materiali informativi e organizzare interventi e iniziative, nonché coprono le spese inerenti all’attività del proprio spazio di documentazione (acquisto e invio di testi e pubblicazioni ai prigionieri).

La cassa raccoglie il ricavato di iniziative di sostegno, contributi o sottoscrizioni (anche provenienti da realtà ed individui di altre zone), e le entrate di autoproduzioni. La gestione della cassa funziona a turni di rotazione tra i compagni coinvolti: un criterio, questo, che ancora pensiamo sia appropriato affinché impegni e responsabilità non gravino sempre sulle stesse persone e l’attività di una cassa di resistenza non risenta negativamente di vicissitudini personali o repressive,
La scelta di dotarci di questo strumento si è rivelata decisamente utile, alla luce dei contatti e dei rapporti che ci ha permesso di stringere con un buon numero di prigionieri sparsi nelle galere di vari Paesi, e per le numerose occasioni in cui avere a disposizione fondi ci ha permesso di intervenire in tempi brevi in situazioni di emergenza.
Le iniziative realizzate ci hanno inoltre permesso di allargare la discussione sulla repressione, il carcere e la solidarietà rivoluzionaria, anche in contesti e luoghi in cui non sempre e scontato si affrontino certi argomenti.
Riteniamo quindi che il mantenimento, ed il riprodursi anche in altre zone, di casse di resistenza locali siano un tassello importante nella crescita di un’attività antirepressiva costante, capillare ed efficace.
Mille modi, un solo orizzonte….libertà!
Cassa AntiRep delle Alpi Occidentali.
Per contatti
c/o Circolo culturale Barbarià
Via Umberto I, 2
Mentoulles
10060 Fenestrelle (TO)
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X richiesta pubblicazioni:
c/o Biblioteca Popolare Rebeldies
Via Savona 10
12100 Cuneo
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