Alpigiane ed alpigiani, so che i vostri fuochi, della vostra resistenza, il vostro tentativo di impedire e rimediare ciò che già distrusse, e vuole distruggere definitivamente me e la nostra terra ed i suoi abitanti.
La vostra maledizione è anche la mia, e di tutte le persone, che siano di colore rosso, giallo, bianco e nero, che ancora o di nuovo hanno coscienza del loro legame con la loro terra, che sia montagna, collina, valle, pianura, costa, deserto, giungla.
Solo senza paraocchi ideologici ideologici siano in grado di comprendere la semplice ed accomunante importanza del legame con la terra per la nostra vita e sopravvivenza, potremo saperere per che cosa ed attorno a che ha senso unirsi.
Il consumismo è l’unica religione dominante dei nostri tempi, le metropoli sue cattedrali, i media i suoi sacerdoti.
Noi siamo i rinnegati ed i dissidenti.
Alla disperazione non possiamo che opporre le nostre esigue forze, il coraggio di pensare l’impensabile ed agire di conseguenza. Se facciamo tutto ciò che possiamo, senza tralasciare nulla, saremo degni dell’aiuto degli spiriti dei monti, del mare, dell’aria e della luce (chi la sua più lunga me la spieghi…) e degni di vivere e morire in pace con noi stessi.
L’impensabile è che non si può più fermare la distruzione ed i distruttori, ancora più impensabile è che si possono vincere i distruttori e le loro scorie.
Vi sono grato per la vostra lotta contro i distruttori della nostra terra ed i suoi abitanti.
Saluti a tutte le persone che mi stimano.
Un pastore, contadino e caccatore
Marco Camenish
(tratto da Anarres n. 11, febbraio 1992)