Centinaia di lavoratori della Ast di Terni hanno raggiunto Roma questa mattina per protestare contro gli annunciati 500 licenziamenti da parte dell’azienda Thyssen Krupp che controlla l’acciaieria ternana.
La manifestazione si è diretta inizialmente sotto l’ambasciata tedesca della capitale, dove si è svolto un presidio. Intorno alle 13 i lavoratori hanno poi deciso di muoversi in corteo in direzione del Ministero dello Sviluppo Economico, ma sono stati bloccati poco dopo dai cordoni della celere. Quando gli operai hanno rivendicato il proprio diritto a raggiungere il Ministero, la reazione della polizia non si è fatta attendere e all’altezza di piazza Indipendenza sono partite alcune cariche per bloccare il corteo. Tre manifestanti sono rimasti feriti e portati al pronto soccorso.
Dopo le manganellate i lavoratori dell’acciaieria Ast sono riusciti infine a raggiungere il Ministero, dove una delegazione – guidata dal segretario Fiom Maurizio Landini – ha ottenuto un incontro. All’esterno intanto prosegue il presidio degli operai in una piazza blindatissima e guardata a vista dalla polizia. Assieme a loro anche i dipendenti della Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta, che si trovavano già in piazza in difesa del proprio posto di lavoro.
Emblematiche le dichiarazioni di Landini, che solo due settimane fa tuonava dal palco torinese dando degi “sciocchi” agli studenti che in piazza Castello resistevano alla pioggia di lacrimogeni sparati dalla polizia, e che oggi invece parla di una violenza inaccettabile e senza motivo e scopre che i manganelli del governo Renzi fanno male e non risparmiano nemmeno i lavoratori.
Al di là del coro unanime di condanna delle cariche che si è subito levato da sindacati confederali, Sel e M5S (e dell’ipocrita presa di parola del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, che ha promesso di “verificare e indagare sull’accaduto”), la reazione contro i lavoratori delle acciaierie Ast è l’ennesima doccia di realtà. Belle parole dal palco della Leopolda e selfie a parte, il governo Renzi conferma la propria volontà di chiudere la porta in faccia a qualsiasi spazio di mediazione o contrattazione e quindi, dall’altra parte, la necessità di intraprendere strade differenti anche rispetto al conflitto sul lavoro.
Il video delle cariche: