Sabato 1 novembre
Presidio in solidarietà con chi si è rivoltato a guardie e soprusi nel carcere di S.Anna di Modena.
Dalle ore 15.30 interventi e microfono aperto, strada S.Anna sotto il carcere.
Nemici di ogni galera
Carcere | Modena – Dura protesta nel carcere di Sant’Anna
da “bello come una prigione che brucia” – trasmissione anticarceraria di Radio Blackout
Mercoledì 29 ottobre 2014
Apprendiamo dai media locali che diversi detenuti del carcere di Modena si sono ammutinati contro le condizioni in cui sono costretti. Le uniche fonti riportate, come sempre accade, sono le veline dei sindacati dei secondini, evitando accuratamente di diffondere le testimonianze dirette dei prigionieri coinvolti.
A quanto pare, inizialmente, un detenuto a cui era stato nuovamente negato un colloquio con la direttrice ha reagito cospargendosi di olio da cucina, minacciando di darsi fuoco; a prescindere da questa ricostruzione fornita ai media dalle guardie, ricordiamo che cospargersi d’olio può rappresentare una tecnica per rendere più difficoltose per i secondini le operazioni di immobilizzazione. Nella stessa giornata un altro detenuto si è cucito la bocca, procurandosi ulteriori lesioni sul corpo con una lametta. Nel frattempo numerosi prigionieri hanno organizzato una battitura utilizzando gli sgabelli e altro materiale percosso contro le inferriate. Successivamente, all’arrivo di una squadretta nella sezione all’interno della quale i detenuti si trovavano in regime di sorveglianza dinamica (quindi con le celle aperte), un recluso si sarebbe scagliato contro il comandante di reparto cercando di colpirlo con una lametta.
Nonostante l’interesse dei sindacalisti delle guardie sia quello di descrivere uno scenario di violenza immotivata, utile per richiedere aumenti di personale e ulteriori restrizioni per i detenuti, nei giorni scorsi sono stati segnalati diversi elementi che ci lasciano ipotizzare alcune possibili rivendicazioni dei prigionieri ammutinati: il razionamento dell’acqua, disponibile solo in alcuni momenti della giornata; l’aumento dei prezzi operato dalla ditta che lucra sul sopravvitto; la mancanza di attenzione da parte del magistrato di sorveglianza, apparentemente in prolungato periodo di ferie; 93 detenuti sono recentemente risultati positivi al test di Mantoux, certificandone l’esposizione al virus della tubercolosi (seppur inattivo); topi vivi e morti sono stati rinvenuti in diversi locali del carcere, compresi quelli adiacenti alle cucine.
Una protesta tutt’altro che immotivata, a cui alcuni nemici del carcere hanno scelto di rispondere con un presidio solidale indetto per sabato primo novembre.