Fuochi di rivolta continuano a rischiarare le tenebre di un mondo altrimenti volto all’annientamento dell’ individuo ed alla schiavitù omologata: ad attizzare questi fuochi e ad accenderne nuovi queste pagine sono destinate.
Uno dei pochi vantaggi forniti dalla parossistica ricerca di informazione globale è lo scoprire che anche agli antipodi ci sono cuori che battono allo stesso ritmo dei nostri e che armano mani abili a fare molto più che battere su una tastiera. La corsa verso l’abisso della società tecnologica si fa sempre più forsennata, ma i combattenti di tutto il mondo tengono il passo e pur a rischio di venir schiacciati da un mostro così gigantesco, provano ad ostacolarlo e farlo cadere a terra. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e fare sempre di più.
Con questa tensione abbiamo deciso di dar vita ad una nuova Croce Nera Anarchica. Iniziamo questo percorso con la consapevolezza di vivere in tempi in cui è sempre più facile pagare ad alto prezzo la scelta di continuare a diffondere certe idee e pratiche, ma abbiamo sempre sostenuto che la rassegnazione sia complicità e- sebbene non siamo tra quelli che reputano che “la penna valga quanto il fucile” – risulta oramai evidente che anche all’interno del cosiddetto movimento anarchico si sia venuta a creare una intollerabile omogeneità di pensiero, che le pratiche collegate appaiano sempre più il risultato di un’asta al ribasso e che quindi sia imprescindibile tornare a far sentire altre voci. Rompiamo il silenzio assordante di questi ultimi anni, consapevoli del fatto che certe voci, le nostre , troppo a lungo non si sono fatte sentire.
Questa nuova Croce Nera nasce con lo specifico obiettivo di diventare una palestra di idee con come minimo comun denominatore la centralità della pratica distruttiva : non basta più usare la definizione “azione diretta”, visto che sembra aver acquisito il significato di “tutto ed il contrario di tutto”…. Ovviamente daremo il più ampio spazio possibile al contributo dei compagni finiti nelle maglie della repressione, senza ridurci ad una sorta di croce rossa ridipinta, ma supportando in ogni modo la continuazione del loro percorso di lotta.
Lo scopo del progetto, che mai dovrà assumere i toni o le forme dell’assistenzialismo, è quello di rilanciare certe idee e conseguentemente certe pratiche.
Speriamo che, partendo da questi presupposti, si crei un reale dibattito, che non scada mai nella misera partigianeria, ma vivo a tal punto da farsi acceso fino allo scontro, perché siamo stanchi di un tiepido e possibilista ” va bene tutto”.
Abbiamo deciso di dare forma cartacea al bollettino, più tangibile e duraturo dello scorrimento veloce della rete, mantenendo comunque il corrispondente blog con fondamentale funzione di volano e di strumento più rapido per la diffusione di notizie e comunicati su azione e repressione. Sentiamo la scelta della forma fisica del giornale non come sterile feticcio nostalgico, ma convinti che non ci si possa continuare a lamentare dei danni distruttivi della società tecnologica e ignorare come anche noi anarchici ci si sia lasciati ridurre a semplici “utenti” di un mondo sempre più virtuale in cui anche le lotte rientrano nell’idiota meccanismo di essere maggiormente “di successo” in base a quanti più “mi piace” ricevono…
Inoltre desideriamo ricreare un luogo fisico in cui incontrarsi, confrontarsi e trovare nuovi complici. Ci aspettiamo di ricevere molti contributi, anche critici e faremo il possibile per creare occasioni per presentare il bollettino e finalmente tornare a guardarsi negli occhi mentre si parla di quello che continua ad essere il nostro più ardente desiderio: la distruzione di quest’esistente che ci annichilisce e la gioia di contribuire a vederlo crollare in macerie.
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Fires of revolt continue to brighten the darkness of a world otherwise destined to annihilate the individual and lead him/her to homologized slavery: these pages aim at stoking the fire and light more of them.
One of the few advantages offered by the obsessive search for global information is the revelation that even on the other side of the world there are hearts beating at the same rhythm as ours, hearts which arm skilled hands skilled in doing much more than type a keyboard. The race to the abyss carried out by technological society is getting increasingly frantic, but fighters all over the world are keeping the pace; and even if they risk of being crashed by such a gigantic monster, they are struggling against it so as to make it fall down. Now is the time to roll up our sleeves and do more.
Armed with this tension we decided to give birth to a new Anarchist Black Cross. We are setting off along this path knowing that we live in a time when the price of choosing to spread certain ideas and practices is becoming very high, but we’ve always maintained that resignation is complicity with the system; and even if we are not among those who think that ‘a pen is as good as a rifle’, it is by now obvious to us that even within so called anarchist movement an intolerable homogeneity in thinking has come to light, and the resulting practices seem to be the result of a downward game; and it is therefore imperative to make other voices be heard again. We want to break the deafening silence of the last years, knowing that certain voices – including ours – haven’t been heard for too long a time.
This new Black Cross has the precise goal of becoming a gym of ideas having in common the consolidation of destructive practices: the mere use of the definition ‘direct action’ is no longer sufficient, as it seems having taken the meaning of ‘everything and the opposite of everything’… Of course we are going to give more and more space to the contributions given by the comrades who ended up in the traps of repression, without reducing ourselves to a sort of repainted red cross, but rather supporting the continuation of their trajectory of struggle in all possible ways.
The aim of our project, which will never take the colours of mere aid, is to re-launch certain ideas and correlated practices.
Starting form this premise we hope a real discussion will ensue, one which is not a miserable taking side but one which is so alive that it becomes conflict, because we are tired of the warm and hypocritical ‘everything is fine’.
We decided to make a publication on paper, more accessible and lasting than the speedy running of the web; but we are keeping our blog as a more rapid instrument to spread news and communiqués on action and repression. We think that the choice of a paper is not a sterile and nostalgic fetish; on the contrary we are convinced that one can’t continue to complain about the destructive damage made by technological society and ignore the fact that even we anarchists let ourselves be reduced to simple ‘users’ of an increasingly virtual world where even the struggle falls in the idiotic mechanism of being ‘more successful’ according to the number of ‘like it’ it gets…
Moreover we want to recreate a physical place where we can meet new accomplices. We expect to receive many contributions, even including criticism, and we’ll do our best to create occasions for presenting the newsletter, and finally make it possible to look into each other’s eyes again while talking to each other about what is still our more ardent desire: the destruction of the existent that annihilates us and the joy of contributing to make it collapse in debris.
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Fuegos de revuelta siguen arriesgando las tinieblas de un mundo, de otra forma orientado al aniquilamiento del individuo y a la esclavitud homologada: estas páginas están destinadas a atizar estos fuegos y a encender nuevos.
Una de las pocas ventajas dadas por la parasita búsqueda de información global es descubrir que también en las antípodas hay corazones que palpitan al mismo ritmo que el nuestro y que arman manos hábiles para hacer mucho más que teclear sobre un teclado La carrera hacia el abismo de la sociedad tecnológica se hace cada vez más loca, pero lxs combatientes de todo el mundo mantienen el paso y, aun a riesgo de ser escachados por un monstruo gigantesco, intentan obstaculizarlo y hacerlo venirse abajo. Ahora es el momento de remangarse y hacer más.
Con esta tensión, hemos decidido de dar vida a una nueva Cruz Negra Anarquista. Empezamos este recorrido con la conciencia de vivir en tiempos en los cuales es siempre más fácil pagar un precio alto por la decidir continuar difundiendo ciertas ideas y prácticas, pero siempre hemos dicho que la resignación es complicidad y – si bien no nos encontramos entre los que se creen que “el bolígrafo vale tanto como el fusil”- resulta ya evidente que también en el interior del llamado movimiento anarquista se haya venido a crear una intolerable homogeneidad de pensamiento, que las prácticas que lo acompañan se parecen cada vez más al resultado de una subasta a la baja y que entonces sea imprescindible volver a hacer oír otras voces. Rompamos el silencio ensordecedor de estos últimos años, conscientes del hecho de que ciertas voces, también las nuestras, durante demasiado tiempo, no se han hecho oír.
Esta nueva Cruz Negra nace con el objetivo específico de convertirse en palestra de ideas con como mínimo denominador común la centralidad de la práctica destructiva: ya o basta usar la definición “acción directa”, visto que parece haber adquirido el significado de “todo y el contrario de todo”… Obviamente daremos el mayor espacio posible a la contribución de lxs compañerxs que han terminado en las redes de la represión sin reducirnos a una especie de cruz roja pintada, sino apoyando de todas las formas la continuación de sus caminos de lucha.
El objetivo del proyecto, que nunca deberá asumir el tono o las formas del asistencialismo, es el de relanzar ciertas ideas y, consecuentemente, ciertas prácticas.
Esperamos que, partiendo de estos presupuestos, se cree un debate real, que no caiga nunca en la miserable conformidad, sino que más que nada esté vivo hasta el punto de encenderse hasta el enfrentamiento, porque estamos cansados del templado e hipócrita “está bien todo”.
Hemos decidido dar forma de papel al boletín, más tangible y duradero del pasar veloz de la red, manteniendo de todas formas el correspondiente blog con la fundamental función de reserva y de instrumento más rápido para la difusión de noticias y comunicados sobre las acciones y la represión. Sentimos la decisión de la forma física del periódico no como un fetiche estéril y nostálgico, sino convencidxs que no podemos seguir lamentándonos de los daños destructivos de la sociedad tecnológica e ignorar como también nosotrxs anarquistas nos hemos dejado reducir a simples “usuarixs” de un mundo cada vez más virtual en el que también las luchas entran en el idiota mecanismo de ser mayormente “de éxito” en base a cuantos “me gusta” más reciben.
Además deseamos recrear un lugar físico en el que verse, consultarse y encontrar nuevxs cómplices. Esperamos recibir muchas contribuciones, también críticas y haremos lo posible por crear ocasiones para presentar el boletín y finalmente volver a mirarse a los ojos mientras se habla de aquello que sigue siendo nuestro deseo más ardiente: la destrucción de este existente que nos aniquila y la alegría de contribuir a verlo caer en escombros.