Puntuali come da tradizione una settantina di No Tav – Terzo Valico hanno partecipato ieri alla giornata di blocco dell’esproprio di parte del terreno su cui sorge il Presidio No Tav di Radimero ad Arquata. Nonostante Cociv avesse annunciato tramite nota stampa l’intenzione di rimandare l’esproprio, i comitati hanno deciso ugualmente di esserci, non potendosi fidare del consorzio costruttore del Terzo Valico. Così le strade di accesso al cantiere sono state bloccate per impedire l’arrivo dei tecnici del Cociv e determinando di fatto una giornata di blocco delle attività del cantiere.
Area dove è bene ricordare che nessuno si ammazza di lavoro, ma dove pochi operai spostano terra da una parte all’altra dando la sensazione a chi li osserva di voler prendere tempo in attesa dell’arrivo della “Talpa” per l’inizio dello scavo del tunnel di valico direzione Genova. Ad oggi non si sa quando il gigantesco mostro meccanico farà la sua comparsa ad Arquata, si sa solo che per il momento il cantiere di Radimero continua a sembrare più un luogo abbandonato che uno dei cantieri principali di costruzione della “grande opera”.
Come sempre tanta allegria, buon cibo, ottimo vino e la voglia di esserci, hanno permesso di trascorrere in serenità l’ennesima giornata di lotta contro gli espropri, la quarantesima da quel 10 luglio del 2012 quando fecero il primo tentativo a Libarna. Il movimento continua ad esserci e chi sperava che col trascorrere del tempo venisse meno la partecipazione popolare non ha capito quanto il Movimento No Tav – Terzo Valico sia radicato e ramificato nei territori coinvolti dalla costruzione della nuova linea ferroviaria. Il tempo per eseguire gli espropri stringe con la scadenza della dichiarazione di pubblica utilità prevista a luglio del 2015 e sono ancora molte le aree di cui Cociv non è riuscito ad appropriarsi.
Intanto sul fronte istituzionale è arrivata una buona notizia dal Consiglio Regionale del Piemonte. Una mozione votata all’unanimità ha chiesto fra le altre cose al Governo di destinare le risorse già stanziate per il Terzo Valico a favore del ripristino urgente, nonché la messa in sicurezza, delle opere danneggiate dagli eventi alluvionali dell’ultimo mese. Un ordine del giorno votato anche da chi ha sempre sostenuto la realizzazione del Terzo Valico ma che davanti ai disastri e alla pressione popolare si trova oggi costretto a chiedere una parziale retromarcia al Governo. Sono stati molti in questi giorni i politici da sempre favorevoli all’opera che iniziano a parlare di priorità e a chiedere uno stop momentaneo per occuparsi di problemi certamente più gravi. Vedremo adesso cosa deciderà l’esecutivo guidato da Renzi, senza farci illusioni ma con la consapevolezza che qualcosa sta incominciando a incrinarsi. I comitati lo ripetono da anni che i soldi del Terzo Valico era meglio utilizzarli per la cura del territorio e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico. Vedremo se anche davanti alla devastazione del basso Piemonte e della Liguria dalle parti di Palazzo Chigi continueranno a far finta di nulla.
L’intervista ad Egio di radiondadurto.org
fonte: notavterzovalico.info