Nuovo rifiuto della libertà condizionale per Marco Camenisch

Segue comunicato del Soccorso Rosso Svizzero sul nuovo rifiuto di liberazione per Marco Camenisch:

Il Tribunale federale nega a Marco Camenisch la libertà

Dopo oltre un anno di riflessioni, il Tribunale federale di Losanna ha rifiutato di concedere la libertà condizionale a Marco, basandosi (come fatto dai precedenti funzionari) su un principio politico secondo cui, non si dissociandosi Marco dalla sua posizione politica, la libertà condizionale gli va negata. La Corte suprema della Svizzera ribadisce pure la posizione politica per non farlo uscire di prigione.

Diamo un rapido sguardo alla storia delle istanze presentate, perché Marco potesse ottenere la libertà condizionale:

Da maggio 2012 Marco poteva essere liberato con la condizionale avendo già scontato i 2/3 della pena. Una domanda, presentata all’Ufficio per l’amministrazione penitenziaria di Zurigo, veniva respinta il 13 aprile 2012. Contro tale decisione veniva opposto il ricorso, rifiutato anzitutto dalla “Direzione per la giustizia e gli interni del cantone Zurigo”, prima che il “Tribunale per l’amministrazione cantonale” approvasse il ricorso e rimandasse il caso all’Ufficio per l’amministrazione penitenziaria posto in Feldstrasse a Zurigo. Si arriva nuovamente a un’audizione di Marco, ma nel febbraio 2013 gli viene impedita l’uscita uscire dal carcere con la condizionale. La motivazione addotta è ancora di denuncia della sua “violenza cronica e concezione del mondo che promuove la delinquenza”, il cui senso va ben inteso e pone l’accento sul perché a Marco è negata la libertà. Sarebbe stato meglio (anche più breve) che i funzionari avessero potuto scrivere semplicemente che Marco rimane un rivoluzionario anarchico.

Nella formulazione data dal Tribunale federale sul rilascio si afferma dell’altro, di uguale contenuto. La ragione per la quale Marco non deve essere liberato è la mancanza di “una rinuncia credibile rispetto alla precedente violenza e di una chiara presa di distanza dall’uso della violenza come mezzo di scontro politico”. Ora, data la realtà globale caratterizzata dalla grave crisi e dalla tendenza alla guerra, è un’incredibile ingenuità fare3 così, come se la violenza non sia un mezzo della politica o anche motivato politicamente. Escluso che al Tribunale ci siano solo giudici ingenui, ci rimane unicamente la ragione politica. Marco non deve uscire, perché sostiene una posizione integra, contro la violenza del Potere. Evidentemente questo alla giustizia di classe non va, lo vogliono chiaramente  vedere dietro le sbarre.

Su un punto però si manifesta una contraddizione fra l’ “Ufficio competente per le carceri” di Zurigo e l’ “Autorità di controllo della giustizia borghese” di Losanna, cioè riguardo alle agevolazioni di pena che, secondo il Tribunale federale, sono da garantire subito. Così, il Tribunale federale scrive che la liberazione sia da stimare al massimo per maggio 2018. Ciò vorrebbe dire far scontare a Marco l’intera pena, allusione non particolarmente strana su ciò che il tribunale pensa di una prematura libertà con la condizionale. Dato che ora “obiettivo del carcere” in Svizzera è che ogni prigioniero/a a fine pena deve poter vivere impunito/a e ciò comprende un graduale riaccostarsi alla vita fuori dal carcere, il tribunale scrive che “ormai devono essere verificati seriamente i passi tesi all’ammorbidimento delle condizioni detentive”. L’ Ufficio competente per l’amministrazione penitenziaria” finora ha impedito il realizzarsi d’ogni passo in tale direzione, il che sta a dimostrare che significa questa sentenza per le condizioni detentive inflitte a Marco.

Marco libero!

Soccorso Rosso Svizzera
11 dicembre 2014